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Cinema Jonio/Un pezzo di storia mottolese che non c´è più

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

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DIC
2015

Lo sapevate che Mottola possedeva la più grande sala cinematografica (ma anche un teatro) della provincia tarantina? Lo stabile che lo ospitava è stato completamente demolito nel 2011 per far posto a un nuovo fabbricato con una decina di appartamenti. Ripercorriamone insieme la storia

 

 

«I film vanno avanti come i treni, capisci? Come i treni nella notte...»

François Truffaut, Effetto Notte

 

Il cineteatro Jonio di Mottola, fondato e diretto dall’imprenditore castellanese Vito Spinosa, iniziò la sua attività l’8 dicembre 1961 proiettando “Appuntamento a Ischia”, film di Mario Mattoli con Alessandra Lualdi e Domenico Modugno, che tra l’altro vide l’esordio di Franco Franchi e Cicco Ingrassia. Cinquantaquattro anni dopo, il 14 maggio 2015, approda nelle sale cinematografiche italiane il film di Matteo Garrone “Il Racconto dei Racconti”, presentato in concorso a Cannes. Alcune scene della pellicola sono state girate in territorio mottolese, a Casalrotto: l’interno delle grotte circostanti la masseria sono diventate la casa dell’orco, nella storia intitolata “La pulce”. Alcuni giornali locali hanno titolato: «Mottola al Festival di Cannes». Ed è comprensibile l’euforia degli appassionati mottolesi di cinema, nonché dei locali amministratori: «Ci emoziona particolarmente la scelta di Mottola come set di questo film -faceva sapere l’assessore al turismo Arcangelo Montanaro, in un comunicato stampa diffuso ai media locali- conosciamo l’unicità dell’habitat rupestre e riteniamo doveroso promuoverlo. Forti di questa consapevolezza e della scelta di Garrone, pensiamo di fare fronte comune con i territori a noi vicini per incentivare altre esperienze cinematografiche che possano dare risalto al nostro patrimonio». Gran bella cosa, indubbiamente. Se si pensa poi al cast internazionale del film, che annovera stelle di prima grandezza quali Vincent Cassell, Bebe Cave, Guillaume Delaunay, Salma Hayek e Toby Jones, ci si rende pienamente conto che è stato veramente un privilegio per Mottola far parte del set di un film così importante, sotto ogni aspetto.

“Il Racconto dei Racconti” è stato proiettato in quattrocento sale di città italiane, ma non a Mottola, che -come tutti i mottolesi sanno- un cinema non ce l’ha più, e da molto tempo ormai. Un evento recente ha messo la parola fine sulla remota possibilità di rivedere in funzione quella che era, con i suoi 880 posti, la più grande sala cinematografica (ma anche un teatro) della provincia tarantina: lo stabile che ospitava il cineteatro Jonio di Mottola è stato completamente demolito nel 2011 per far posto ad un nuovo fabbricato con una decina di appartamenti; per farlo, c’è voluta anche una variante al PRG (piano regolatore generale), approvata definitivamente nel 2009 dall’amministrazione a guida di centrodestra.

Eppure, tra gli anni ‘80 e ‘90, ben due leggi, una regionale e l’altra nazionale, hanno cercato di incentivare l’apertura di nuove sale cinematografiche o la ristrutturazione di quelle già esistenti. La Legge Regionale n. 57 del 5 giugno 1985, finanziava «la ristrutturazione, la riqualificazione, l’ammodernamento tecnologico e l’adeguamento funzionale delle sale cinematografiche e dello spettacolo, nonché delle attrezzature e il loro uso diversificato» in territorio pugliese. Il Decreto Legislativo n. 391 del 29 settembre 1998, snelliva le procedure «per il rilascio di autorizzazione per l’apertura di sale cinematografiche, ai sensi dell’articolo 31 della legge 4 novembre 1965, n. 1213, e successive modificazioni». Il decreto 391/98 è stato voluto fortemente dall’allora ministro delegato per lo spettacolo, Walter Veltroni, grande appassionato ed esperto di cinema.

Proprio pensando di sfruttare la legge regionale 57/85, agli inizi degli anni ‘90 un gruppo di nove appassionati cinefili mottolesi capeggiati dall’impiantista Mimmo Carriero riuscì a farsi consegnare dal proprietario dello stabile (che lo aveva rilevato dagli eredi Spinosa per una cifra davvero modesta) le chiavi dello Jonio, allo scopo di presentare un progetto di recupero, accedere ai finanziamenti regionali e riaprire la sala cinematografica. Scrissero anche all’allora sindaco Piero Scarano, e un politico locale (che, curiosamente, è un omonimo dell’imprenditore edile che il cinema lo fatto demolire) cercò agganci in Regione per il buon esito dell’operazione. Mottola avrebbe riavuto il suo storico cineteatro, rimodernato con attrezzature all’avanguardia, se non fosse stato che il proprietario, ripensandoci, pretese che, in qualunque momento, qualora gli fosse stato concesso il permesso di costruire, si sarebbe ripreso l’immobile: così, non se ne fece più nulla.

Il gruppo di cinefili locali ha continuato nel corso degli anni a coltivare il sogno di ridare a Mottola un cinema, e continua tuttora a cercare una struttura dove realizzare il progetto. Hanno pure chiesto di poter prendere in affitto l’ex mercato coperto comunale, ma invano; l’immobile, dichiarato pericolante con troppa fretta, è stato anch’esso fatto demolire ed è divenuto un’area di parcheggio. I nove si sono rivolti anche ai privati ma, anche in questo caso, a tutt’oggi, senza fortuna.

Nel 1961, come si legge nelle cronache della Gazzetta del Mezzogiorno dell’epoca, ad inaugurare il cinema di Mottola c’era l’onorevole castellanetano Gabriele Semeraro (allora sottosegretario allo spettacolo e turismo), diverse altre autorità, tra cui la deputata Maria Miccolis, il vice prefetto, il sindaco di Mottola, assessori e consiglieri comunali. L’edificio che lo conteneva era stato costruito sul sito di un giardino privato, tra i civici 51 e 53 di via Giuseppe Mazzini. A decretarne la fine, esattamente cinquant’anni dopo, amministratori e politici miopi (di maggioranza e opposizione) e un imprenditore edile che ha preso la palla al balzo.

Se il Comune di Mottola avesse voluto, invece di consentire il suo abbattimento, avrebbe potuto acquisire l’intero stabile e farne una sala polifunzionale, un grande contenitore culturale per concerti, rappresentazioni, proiezioni cinematografiche, mostre; magari sistemando, ai piani superiori, anche alcuni suoi uffici. Oggi, probabilmente, una manifestazione come il Festival Internazionale della Chitarra, vanto di Mottola, avrebbe potuto trovare in quella struttura una sua più che degna e stabile collocazione. E pensare che le risorse finanziarie per acquistare e ristrutturare l’immobile, l’ente comunale le aveva a portata di mano: senza alcuno sforzo, avrebbe potuto utilizzare una parte della somma di circa 2.000.000 di euro (1.217.433,36 più gli interessi legali, secondo quanto stabilito la sentenza del Tribunale di Taranto, n. 2241 del 2006), con la quale la SAD s.n.c. doveva risarcire il Comune di Mottola per il crollo della scuola Dante Alighieri, avvenuto nel 1987. Ma quella somma ha preso tutt’altra direzione e, come se non bastasse, nessuno ha mai capito veramente che fine abbiano fatto tutti quei soldi.

La sala cinematografica era inattiva dalla fine degli anni ‘80 e in disuso da tempo, ma non in uno stato tale da giustificare l’abbattimento dell’intero edificio. Il progetto, redatto da un professionista mottolese (che -altra curiosa omonimia e ironia della sorte- ha lo stesso cognome della ditta che lo edificò!), era intitolato così: «Piano di Recupero per l’intervento di ristrutturazione urbanistica consistente nella demolizione dell’ex cinema Jonio, la realizzazione di un edificio con residenze ed attività culturali e/o per lo spettacolo, la realizzazione di un collegamento viario tra via Mazzini e via Albania denominato “via Newton”». Nella relazione generale del progetto si attestava, senza allegare alcuna dichiarazione dei vigili del fuoco né un riferimento normativo, che «il recupero come sala cinematografica è reso impossibile sia dalla mancanza di spazi per la realizzazione dei parcheggi, sia per l’impossibilità pratica di adeguare la struttura esistente alle norme di sicurezza antincendio». Facciamo davvero fatica a credere che non si potesse mettere a norma la struttura ed è curioso che uno storico cinema, progettato e realizzato come tale, non potesse tornare a funzionare solo perché non c’erano spazi da adibire a parcheggio nelle immediate vicinanze. Ma quali sarebbero poi le “attività culturali e/o per lo spettacolo” che si svolgono attualmente nell’edificio che ha preso il posto dello “Jonio”? L’amministrazione di centrodestra è la diretta responsabile; ma dai verbali delle sedute dei consigli comunali emerge anche un’opposizione di centrosinistra che, quando era chiamata a votare sugli atti che hanno portato alla demolizione dell’edificio, o non era presente in aula o si asteneva. Ben tre componenti dell’opposizione di allora fanno parte della giunta di centrosinistra attualmente in carica. La miopia di amministratori e politici, disgraziatamente, continua ancora oggi. Nessuno ha pensato di sfruttare al meglio l’“effetto cinema” generato per Mottola dal film di Garrone. In occasione dell’uscita di “Il Racconto dei Racconti”, e della sua presenza tra quelli in concorso al Festival di Cannes, nessuno ha pensato di allestire una proiezione in piazza: una sorta di “anteprima cittadina” del film, invitando il regista, magari in collaborazione con le altre città pugliesi che hanno fatto da set alla pellicola (Gioia del Colle, Laterza, Statte) per poterne condividere spese e soprattutto vantaggi. In un qualsiasi altro luogo abitato della Terra, per un film così importante, con un cast stellare e di un regista ormai avvezzo ai red carpet, un piccolo sforzo l’avrebbero fatto. Invece, l’assessorato mottolese alla cultura ha continuato a propinare, anche quest’estate, la solita rassegna cinematografica, utilizzando i film su dvd (sic!); rassegna annunciata con roboanti comunicati stampa.

Altrove, qualcuno si è potuto fregiare di un Premio intitolato a Vito Spinosa (“Generazioni di Cinema”), istituito dalla famiglia in ricordo dell’imprenditore scomparso, che oltre a fondare e dirigere il Cinema Jonio di Mottola, nel 1976 acquistò e gestì la Sala Milleluci nella sua Castellana Grotte e partecipò alla rinascita del Cinema Perrini di Pezze di Greco, in provincia di Brindisi.

Negli anni ‘80, il Milleluci di Castellana Grotte fu salvato dalla demolizione e fu riaperto come “Cineteatro Socrate” il 18 aprile 1986, ed è attualmente in attività.

Nel 2012, il Premio Spinosa fu assegnato a Francesco Lagi per il suo primo lungometraggio intitolato “Missione di Pace” (in concorso al Sudestival), quale riconoscimento al più giovane regista in concorso, «a riprova dell’importante missione per la quale il festival si distingue da anni: portare il cinema al cinema e alle nuove generazioni»; era scritto in un comunicato stampa che annunciava l’evento. A Mottola, invece, l’anno prima, la sua sala cinematografica veniva rasa al suolo, e Vito Spinosa e la sua opera venivano dimenticati, cancellati per sempre.

“Effetto Notte” è il titolo italiano di un film, il più bello tra quelli che “raccontano il cinema”, diretto da François Truffaut, e nel quale recita lui stesso. Magari poterlo (ri)vedere con una proiezione in 35 o 16 mm! La pellicola, Oscar per il miglior film straniero nel 1974, è comunque disponibile in commercio su supporto dvd. In ogni caso, ecco alcune significative battute tratte dal film, recitate proprio da Truffaut: «Non fare il cretino, Alphonse: sei un bravissimo attore, il lavoro va a gonfie vele. Lo so, c’è la vita privata, ma la vita privata zoppica per tutti quanti. I film sono più armoniosi della vita, Alphonse: non ci sono intoppi nei film, non ci sono rallentamenti. I film vanno avanti come i treni, capisci? Come i treni nella notte. La gente come me e come te, lo sai bene, siamo fatti per essere felici nel nostro lavoro del cinema». Caro Truffaut, a Mottola, da una parte -per fortuna!- accade che si girino film della caratura di “Il Racconto dei Racconti”, che provocano petti gonfi d’orgoglio in amministratori pubblici e politici locali, e, dall’altra, gli stessi amministratori e politici, consentono, senza batter ciglio, la demolizione dell’unico grande bellissimo cinema esistente, impedendo così ai mottolesi di assistere in paese alle proiezioni di film nel luogo ad essi deputato, privando la città di un valido contenitore culturale, oltre a cancellare per sempre un pezzo di storia di Mottola.

 


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