MENU

ANTONIO STORNAIOLO/UNA CARRIERA MOVIMEN"TATA"

Pubblicato da: Categoria: COVER

7
NOV
2014
La grande amicizia con Solfrizzi, le esperienze al cinema e in tv, l’amore per la famiglia (e per il suo cane). Intervista a un artista cui manca solo una cosa: un ruolo da 007 
 
 
Dopo i successi che lo hanno lanciato al grande pubblico insieme a Solfrizzi, oggi Antonio Stornaiolo è un artista completo che con successo ha seguito il suo percorso artistico che prosegue su vari fronti tra tante soddisfazioni. Lo abbiamo incontrato in esclusiva per Extra.
 
Antonio togliamoci subito un dubbio: “Stornaiolo” o “Stornaiuolo”? (scherziamo subito con lui)
«Ah.. questo è un dubbio che non ci possiamo togliere in realtà. Il nome è napoletano ed è Stornaiuolo ma è anche vero che nei vari uffici anagrafe è spesso diventato “Stornaiolo”. Ma forse la vera scrittura è “Stornajolo”. Così compare il cognome in un luogo a me ormai prossimo: la cappella di famiglia! (ovviamente scherza, NdR)»
 
Abbiamo quindi tre possibilità: “Stornaiolo”, “Stornaiuolo” e “Stornajolo”.
«Eh sì, una delle quali mi vedrà protagonista per il resto dell’eternità!».
 
E tu invece come ti definiresti?
«Definirsi alla mia età rischia di diventare retorico. Più passano gli anni e più mi rendo conto di essere semplicemente un napoletano puro pur amando la Puglia in maniera spropositata. Mi definisco un artista perchè mi piace vivere alla giornata».
 
Il personaggio che hai interpretato che più somiglia al vero Antonio Stornaiolo?
«E’ il signor Mazza di “Mazza e Panella”. Anche Emilio (Solfrizzi) credo si riveda molto in Panella. Quei due sciroccati che le tentano tutte per guadagnarsi la pagnotta aiutandosi con piccoli imbrogli per i quali poi vengono puntualmente scoperti. Di certo non mi rappresentano i tanti personaggi cattivi che ho interpretato in tv e al cinema. Mi fanno sempre interpretare il ruolo del cattivo forse per i miei forti tratti somatici. Voglio tuttavia rassicurare tutti sul fatto che cattivo non sono, anzi, dopo il sig. Mazza, se c’è un personaggio più rappresentativo è quello di Cicopolmone perché diciamo che sono un bel “polmone” nella vita».
 
A quale tra quelli da te interpretati sei più affezionato ?
«Mi è molto piaciuto il personaggio “Galeazzo Ciano” che ho interpretato nel film “Maria Josè – L’ultima regina” del grandissimo Carlo Lizzani da cui ho avuto l’onore di essere diretto. Mi ritrovai vestito in alta uniforme in luoghi arredati dell’epoca come il Palazzo Regio di Torino. Respirare la storia così da vicino è stato davvero emozionante. Non dimenticherò mai la messa in scena di una cena che si svolse realmente con i sovrani italiani e con Adolf Hitler che in quella occasione mangiò solo cioccolato perché temeva di essere avvelenato. Mi ha colpito molto anche il ruolo del papà di Domenico Modugno che interpretai nel film con il regista Riccardo Milani e con Beppe Fiorello nel ruolo di Modugno. In quella occasione, diventare un 70enne e vivere quella esperienza è stato altrettanto emozionante».
 
Hai lavorato in Rai e in Mediaset partecipando anche a programmi come “Striscia la Notizia”…
«Mi hai ricordato un’atmosfera meravigliosa. Io ed Emilio ci siamo divertiti un sacco a Striscia. Per un annetto ci siamo trasferiti a Milano 2. Vivevamo là e facevamo parte del gruppo di Antonio Ricci e vivevamo in un bell’ambiente. Ma un’esperienza per me indimenticabile che più ho amato è stata quella nel programma “Meno siamo meglio stiamo” di e con Renzo Arbore. La rifarei per altre venti volte nella mia vita. Ho vissuto fianco a fianco con un maestro, un grande personaggio televisivo che ha il merito di essere stato un grande anticipatore. Per me Arbore è stato un genio perché è arrivato in posti di cui gli altri ignoravano l’esistenza».
 
Un programma cui parteciperesti volentieri ?
«Mi piacerebbe molto condurre quei programmi quiz che vanno in onda giornalmente intorno alle 19, non quelli registrati però, vorrei farlo in diretta e in programmi che vedano come protagonisti le persone comuni. Non mi piacerebbe invece partecipare ai reality».
 
Un film in cui avresti voluto recitare ?
«Detto tra noi, se mi è permesso sognare: da anni agogno interpretare una parte in un film di spionaggio. Fantasticando un po’ mi piacerebbe interpretare il ruolo di agente 007 interpretato da Daniel Craig ma magari averne almeno il fisico ecco (scherza, NdR) ma anche la parte del cattivo non mi dispiacerebbe».
 
Se ti dico Gennaro Nunziante?
«Una persona che mi ha dato tantissimo al quale spero di aver dato anche io qualcosa. Lui sin dall’inizio aveva le idee chiarissime sul percorso che poi abbiamo seguito insieme a Solfrizzi. Gennaro ha delle qualità manifeste di cui solo il 40% sono conosciute dal grande pubblico. Per le sue grandi potenzialità sono sicuro che se gli sarà data l’occasione, saprà dimostrare non solo di essere un campione della risata ma saprà anche raccontare storie vere. Insomma Gennaro è così bravo a far ridere che non ci metterà nulla a far commuovere le persone».
 
L’esplosione in tv?
«Nella mia carriera non posso non ricordare tutto il periodo trascorso con Emilio Solfrizzi e Gennaro Nunziante coi quali mi sono divertito da matti. Ci sono successe cose inimmaginabili. Sono stati anni formidabili perché eravamo giovani pieni di idee e con una voglia matta di sovvertire gli schemi. Ogni giorno si lavorava sull’improvvisazione: Gennaro portava i testi e noi ci giocavamo sopra. Le naturali risate che si vedevano nei programmi televisivi erano quelle che ci facevamo noi per primi in un’atmosfera paradisiaca perché facevamo anarchicamente le cose che più ci piacevano senza “l’ansia da botteghino” da cui sono soggiogati oggi tanti attori».
 
Il successo con Solfrizzi stile “Totò e Peppino” è stato per entrambi il trampolino di lancio ma quando e com’è nata l’idea di lavorare insieme?
«Tra i banchi di scuola. Noi siamo amici fin dalla seconda elementare, lo abbiamo scoperto recentemente guardando una vecchia foto. Poi il rapporto si è consolidato a partire dal quarto ginnasio, abbiamo frequentato insieme il liceo classico e l’università a Bologna. Ci conosciamo fin da quando avevamo 13 anni. Il nostro rapporto di amicizia in alcuni momenti della nostra vita è stato quasi matrimoniale. Mancava solo il rapporto sessuale ma tutto quanto il resto apparteneva a dinamiche di coppie che vivono insieme per quanto eravamo attaccati. Ormai siamo parenti io ed Emilio: io so tutto di lui e lui sa tutto di me. Chi ha rapporti di amicizia di tantissimi anni potrà capire ciò che sto dicendo».
 
Vi punzecchiate anche parecchio sul palco con Solfrizzi…
«Lo abbiamo sempre fatto. Siamo così in simbiosi da essere una delle poche coppie comiche in cui il comico ride delle battute della spalla, di solito è la spalla che per dare tono allo spettacolo fa la risata spesso falsa per corroborare la battuta del comico. Inutile dirti che ho una stima artistica nei confronti di Emilio immensa perché io che lo vedo a venti centimetri, trovo che i suoi tempi comici siano unici. Per me è uno dei più grandi in Italia».
 
Hai lavorato con personaggi del calibro di Arbore e Lino Banfi e hai incontrato anche Luca Medici (Checco Zalone).
«Ricordo di aver passato a Roma un pomeriggio squisito con Luca Medici insieme a Gennaro Nunziante. E’ una persona meravigliosa. Un ragazzo cui auguro ancora più fortuna perché è una buona persona e fa artisticamente molto ridere. Lino Banfi è un “mammasantissima”, una cattedrale, ho fatto due film con lui. E’ uno di quelli che all’inizio assume un atteggiamento serio. Dopo 10 minuti se gli stai anche un po’ simpatico si lascia andare e non puoi non ridergli in faccia, non per mancargli di rispetto ma perché Lino è la comicità per eccellenza in quanto a tempi, smorfie e modi di fare che sono irresistibili».
 
Un artista con cui hai lavorato o lavoreresti con piacere (Solfrizzi a parte)?
«Lino Banfi, Beppe Fiorello, Renzo Arbore, Gennaro Nunziante, Maurizio Casagrande con cui ho fatto due film, la bravissima Francesca Cavallin con cui ho fatto una serie su Rai1, Francesco Scimeni, una persona meravigliosa».
 
Il rapporto con i bambini?
«Io ho due figlie che ormai sono due signorine che una volta erano bambine. Ti posso dire che il mio rapporto con tutti i bambini è strepitoso tranne con quel Peppino (scherza e si riferisce al personaggio interpretato da Solfrizzi durante il gioco “Nomi città cose” nella tramissione “Teledurazzo” che ripetutamente chiamava al telefono per vincere gli astrusi premi messi in palio dal sig. Mazza-Stornaiolo, NdR). I bambini per me rappresentano il gioco e la spensieratezza e la voglia di innocenza. Tutto questo oggi l’ho scaricato sul mio cane con il quale vivo un rapporto meraviglioso. A tal proposito, un messaggio che mi preme lanciare è che i cani non vanno comprati ma vanno adottati. Andate in un canile a trovarne uno tanto saranno loro a scegliervi. Chi entra in contatto con un cane non potrebbe mai abbandonarlo, piuttosto mi farei ammazzare. Ci si affeziona ai 4 zampe quasi più che a un figlio».
 
Nella tua vita privata come sei ?
«Conduco una vita normalissima, non ho grilli per la testa, ho una grande passione per le auto che soddisfo acquistando riviste (e non le auto). Vivo da tanto tempo con mia moglie, le mie figlie e il mio cane. Faccio di tutto per non andare fuori (Roma, Milano ecc..).. la mia agente è disperata per questo. Faccio di tutto per non fare le cose a meno che non mi piacciano e vado fuori solo per qualcosa che ritengo importante. Insomma io lavoro per vivere e non vivo per lavorare e questo mi rende un uomo libero».
 
Un pregio e un difetto?
«Nonostante dentro di me io sia di un pessimismo cosmico, sono uno che dà sempre la carica agli altri. Trovo sempre una soluzione e riesco ad adattarmi a tutte le situazioni. Il difetto: sono pesante di mio, sono troppo ordinato e sono molto assolutista nel senso che per me c’è il bianco o c’è il nero. Difficilmente riesco a trovare la via di mezzo ma in fin dei conti, nonostante i miei difetti, mi piaccio così… a parte la panza, vorrei averne di meno».
 
I tuoi hobby ?
«Mi piace passeggiare, camminare, stare seduto, oziare insomma. Poi mi piacciono le auto veloci, una volta mi piacevano i sigari cubani ma non fumo più da tantissimi anni, mi piacciono le donne ma solo per guardarle perché a casa sono circondato dalle mie donne».
 
Pochi sanno che sei anche un giornalista pubblicista da più di 18 anni.
«Mi hanno comunicato proprio l’altro giorno che ormai sono giornalista a vita. Non so se devo prenderla come un complimento o come un’offesa. Mi piace scrivere e ricordo piacevolmente i miei pezzi domenicali sarcastici per la Gazzetta del Mezzogiorno. Di una cosa mi sono reso conto: che non scriverò mai un libro perché semplicemente non avrei nulla di nuovo da scrivere pur avendo una discreta dimestichezza con l’italiano. Mi diverte scrivere, mi diverte intervenire, amo la velocità dei social: secondo me in 140 caratteri è possibile lasciare un segno e mi diverto così».
 
Sei molto attento alla vita politica e sociale locale. Hai mai pensato di entrare in politica?
«Sì, mi riprometto di farlo ogni giorno e un po’ applico questo sistema cercando di rendermi utile alla collettività. Entrare in politica non deve più significare ricoprire una carica amministrativa ma migliorare il nostro stare insieme in maniera attiva. Vorrei solo che fosse più forte questo mio impegno che già c’è perché ho l’età giusta per farlo e ho tempo a disposizione».
 
Hai appena terminato le riprese de “L’Apocalisse”. Di che si tratta ?
«E’ un video che ho girato con il materano Antonio Andrisani tratto dalla sua pubblicazione “Andrisanissima”, una raccolta di brani da lui scritti e cantati. Andrisani è un’altra grande scoperta che ho fatto. Un autore, uno sceneggiatore, un regista completo e divertentissimo. Uno fuori dagli schemi capace di raccontare storie molto belle. Con lui ho partecipato al corto “Sassiwood” scritto dallo stesso Andrisani e da Vito Cea che ha vinto tantissimi premi tra i quali il Globo d’oro a giugno 2014 come miglior cortometraggio del prestigioso concorso. Con Andrisani (e Cea) ho fatto anche un altro film in cinque episodi “Le cronache del terremoto”. In entrambi i cast anche Sergio Rubini. Andrisani è davvero bravo, sentiremo parlare di lui».
 
I tuoi prossimi progetti ?
«A dicembre esce “Nomi e cognomi” per la regia di Sebastiano Rizzo con Maria Grazia Cucinotta ed Enrico Lo Verso (tra gli altri) prodotto da una casa di produzione pugliese, la Draka Production. Spero di partecipare a una corsa automobilistica. Da ragazzo ho partecipato a qualche piccola competizione e mi piacerebbe ripetere questa esperienza. In generale mi piace divertirmi e spero di continuare a farlo “improvvisando” perché l’improvvisazione è il sale del mio mestiere».
 
Antonio ti ringraziamo per la disponibilità e come diceva il sig. Mazza “apri gli occhi!”
«Grazie a voi».


Lascia un commento

Nome: (obbligatorio)


Email: (obbligatoria - non sarà pubblica)


Sito:
Commento: (obbligatorio)

Invia commento


ATTENZIONE: il tuo commento verrà prima moderato e se ritenuto idoneo sarà pubblicato

Sponsor