Merletti di pietra, piccole vie e curve rococò per perdersi in un riflesso di fantasia venuto da lontano, portato dal vento e - come polline - lì caduto. Come fra le pagine di Cesare Brandi, Martina Franca si offre nei suoi angoli più belli
È tutto qui il segreto di questo grande prato fiorito di bucaneve di calce viva che si stende a perdita d'occhio. Dal Viale Bellini si penetra in via Pergolesi (come appropriati i nomi di musicisti a questa città musicale!), ed ecco si snoda il meandro miracoloso: prima una facciata barocca che nell'angustia della strada torreggia, San Domenico, e poi un palazzo dopo un altro, palazzi dalle porte e dalle finestre incorniciate di "cartouches" rococò, curve e controcurve, "rocailles" e svolazzi, piccole facciate, piccoli cortili, piccole viuzze come in una città di bambole, abbandonate dalle favolose abitatrici per far luogo alle prosaiche famiglie d'oggi; poi, d'un tratto, l'ampio respiro d'una piazza, e là in fondo il sogno, come avviene nei veri sogni, trapassa in un altro sogno, quasi per la magia di un "micromegas" voltairiano.
(Mario Praz a proposito del libro di Cesare Brandi, "Pellegrino di Puglia")
Ecco i protagonisti di questo splendido servizio fotografico di Michele Basile: Mauro Serio, Federica Labbro, Noemi Salvatore, Francesca Arcaro, Sara Alemanno, Tatjana Rucco, Sofia Semeraro, Irene Maglio e Antonio Mosca, tutti allievi della scuola di danza Scarpette Rosa e della sua direttrice Francesca Valente.