E’ il rischio che corre il nosocomio di Martina Franca che, nonostante i numeri a proprio favore, si è visto ulteriormente declassato dai manager tarantini a capo della ASL ionica
E’ stata una doppia sorpresa amara quella che per Pasqua, i dirigenti della ASL di Taranto hanno riservato ai martinesi e in particolar modo al personale medico dell’ospedale di Martina Franca. Infatti con le delibere n. 388 e n. 395, adottate rispettivamente il giovedì e il venerdì santo, con un doppio colpo di mano hanno da prima bloccato gli straordinari degli anestesisti, per poi declassare da struttura complessa a struttura semplice i reparti di Nefrologia e dialisi, Urologia e Pediatria oltre che la Farmacia, il Laboratorio Analisi e la stessa Direzione Amministrativa. In parole povere, un ulteriore passo verso l’asservimento completo nei confronti del S.S. Annunziata di Taranto e lo smantellamento totale del nosocomio martinese. Tutto sembra partire dai “buoni propositi” di mettere mano alla riorganizzazione aziendale facendo riferimento al DPG 1388/2011, al modello ministeriale prodotto dall’AGENAS (l’Agenzia Nazionale della Salute) e alla successiva conferma del modello recepito dalla DPG n. 3008/2012. In base a questi riferimenti normativi, si doveva procedere alla riduzione delle Strutture Complesse, cioè i primariati, salvaguardando innanzi tutto le divisioni dotate di posti letto e non i Servizi (Radiologia, Laboratorio Analisi ecc.). Questo non solo non è accaduto, ma addirittura ci troviamo di fronte alla situazione paradossale che, pur avendo perso numerose divisioni dotate di posti letto, in una ASL che vede di fatto ridotti a 4 i presidi ospedalieri (Martina Franca, Castellaneta, Manduria e S.S. Annunziata) vi sono sei primari radiologi mentre da più parti spariscono divisioni come: Nefrologia, Urologia, Otorino e altre ancora. Paradosso nel paradosso è la situazione che si è venuta a creare nel Presidio Centrale, dove due primari radiologi hanno lo stesso personale medico e infermieristico. In pratica un piccolo esercito con due generali al comando. Questo è accaduto perché la ASL ha proceduto al declassamento facendo l’esatto opposto di quanto previsto dall’AGENAS che, fornendo precisi parametri, tende a salvaguardare quelli che sono i livelli essenziali di assistenza. Facciamo un paio di esempi specifici: 1) l’AGENAS stabilisce che per ottenere il numero delle strutture complesse spettanti ad una ASL, bisogna considerare il numero totale di posti letto a disposizione e dividerlo per il parametro fisso di 17,5. Nel caso della ASL tarantina, dividendo i 1046 posti letto per 17,5 si ottiene 60. Invece a Taranto hanno provveduto a dividere per 19,1 ottenendo così il risultato finale di 55 e una conseguente perdita secca di 5 strutture complesse. 2) Prendendo in considerazione il reparto di Urologia, il numero dei posti letto deve venir fuori calcolando dallo 0,15‰ allo 0,30‰ dei 600.000 abitanti dell’intera provincia di Taranto. Otterremmo così dai 90 ai 180 posti letto, pari a un minimo di tre strutture complesse di urologia. Ma così non è. L’obbietto potrebbe sembrare quello di risparmiare, perché tagliando le strutture complesse così come previsto dalla legge 3008/2012, si risparmia sugli stipendi. Ma la 3008/2012 contiene un madornale errore materiale poiché considera come risparmio l’intero stipendio, come se il primario in un modo o nell’altro andasse via, e non la sola indennità che è pari a circa 535,00 euro. Non “accorgendosi” di questo errore, alla Regione Puglia hanno calcolato che i tagli previsti dal 1 maggio, porterebbero a un risparmio di circa 33 milioni di euro l’anno. Errore nell’errore o mero artificio contabile? Numeri a parte però, c’è da fare una considerazione: in una qualunque impresa privata l’amministratore, in un periodo di forte crisi come quello che stiamo attraversando, taglierebbe i rami secchi per consentire a quelli produttivi di continuare il proprio sviluppo e mantenere così in vita l’azienda. Alla luce delle decisioni prese dai vertici della ASL tarantina invece, pare che questo criterio sia stato completamente capovolto visto che le ultime scelte fatte, penalizzano notevolmente il Presidio Ospedaliero di Martina Franca che, numeri alla mano, come “produttività” può considerarsi il primo dell’intera provincia ma soprattutto, e questa forse è la cosa che a qualcuno da maggiormente fastidio, surclassa il S.S. Annunziata. Un esempio? A Martina Franca in un anno con 150 posti letto si effettuano, in media, cinquemila interventi all’anno; al S.S. Annunziata con 600 posti letto e 6 sale operatorie, gli interventi sono poco più di seimila. Chiunque con un pizzico di logica avrebbe premiato questi risultati eccellenti invece, approfittando del “torpore” delle festività pasquali, con un uno-due micidiale si è pensato bene di mettere al tappeto l’Ospedale martinese, prima declassando alcuni reparti poi, il giorno dopo, bloccando il ricorso allo straordinario degli anestesisti. Quest’ultima scelta determina il risparmio annuale della “considerevole” cifra di 42.000,00 euro ma anche una riduzione di circa mille interventi l’anno con la creazione di un “buco” per 2.500.000,00 euro. I conti sono presto fatti: su mille interventi, il 30% vengono eseguiti su pazienti di fuori regione che per “mobilità attiva” porterebbero nelle casse della ASL circa 750.000,00 euro; il restante 70% sarebbe costretto a operarsi fuori regione o presso strutture private e questo per “mobilità passiva” comporterebbe un esborso medio da parte della ASL tarantina di 1.750.000,00 euro. A questo punto è lecito chiedersi: ma il risparmio dov’è? Certo che, rimanendo così la situazione, non è difficile prevedere che le strutture private qualche “beneficio” lo trarrebbero sicuramente. Anziché lesinare sugli straordinari, sarebbe meglio fare attenzione a qualche altra spesa (per esempio i quindicimila euro del nuovo cancello in anticorodal posizionato a Martina o i 7.000,00 euro utilizzati, sempre a Martina, per il rifacimento del bagno nella stanza del Direttore medico) oppure risparmiare sulle locazioni visto che la ASL paga 860.000,00 euro l’anno di affitti di cui 453.000,00 solo per immobili utilizzati a Martina Franca. Non ha spiegazioni quello che sta succedendo e ci piacerebbe sapere qual è il motivo reale che ha spinto, per esempio, a declassare il reparto di Urologia dell’ospedale di Martina Franca che nel triennio 2010/2012 ha effettuato il 30% di interventi in più rispetto a quanto accaduto al S.S. Annunziata. Che dire poi di Cardiologia che doveva diventare UTIC e invece si trova con i cardiologi a rotazione, una gestione provvisoria e la reggenza di Medicina? A Taranto invece accade che per 9 posti letto in Oculistica e altrettanti in Otorinolaringoiatria, sono a disposizione 16 oculisti e 12 otorini con l’ulteriore “stranezza” che se uno di questi per un motivo qualsiasi non si dovesse presentare al lavoro, verrebbe sostituito dal collega in servizio a Martina Franca che, in questo modo, resterebbe completamente sguarnita. Se gli attori in campo non fossero persone adulte e, almeno sulla carta, professionisti sembrerebbe che al Presidio Ospedaliero martinese venga mossa l’accusa di “lesa maestà” nei confronti del S.S. Annunziata che, tra le altre cose, al momento dell’accorpamento con la ASL di Taranto portò in dote una situazione debitoria di circa 20.000.000,00 di euro. Certo di scelte che lasciano qualche dubbio di opportunità ce n’è più di qualcuna come, per esempio, il fatto che su 55 strutture complesse da assegnare, finora ne sono state assegnate 54. Perché? Vista la solerzia manifestata finora, tutte le ipotesi potrebbero essere buone, compresa quella che vuole l’indecisione legata alla scelta di un nome tra i due o tre primari rimasti al momento fuori dai giochi. Oppure , che cosa dire del fatto che lo scorso anno è stato chiamato a gestire l’Unità Operativa Gestione Rischio Clinico il dott. Marcello Chironi, fresco pensionato anatomopatologo e marito della dott.ssa Maria Leone, Direttore Sanitario Generale della ASL di Taranto? E’ evidente che qualcosa in tutto questo non quadra e a essere penalizzate e mortificate, prima di tutto, sono le professionalità degli operatori sanitari dell’Ospedale di Martina Franca oltre che tutti i cittadini. Dispiace constatare che, nonostante i campanelli d’allarme risuonino da parecchio tempo, solo ora da Palazzo Ducale ci si inizia a interessare della cosa e il 16 aprile scorso il sindaco Franco Ancona, con una lettera ha chiesto un incontro al Direttore Generale della ASL di Taranto, il dott. Vito Fabrizio Scattaglia, per parlare del “possibile declassamento di una serie di servizi di cui, al contrario, ci saremmo aspettati un rafforzamento”. “Possibile declassamento”? Tra un’inaugurazione e l’altra qualcuno informi il sindaco Ancona che, la Delibera 395 del 29 marzo scorso prevede il declassamento dei reparti a partire dal 1° maggio prossimo. E questa non è una possibilità ma, sempre se “San Donato” non interviene, è una certezza.