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Tre estortori e un usuraio

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

12
DIC
2014

 

Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Massafra, coadiuvati da personale del Nucleo Cinofili di Modugno, hanno arrestato il 44enne mottolese Vincenzo Carone e i tre crispianesi: il 52enne Nicola Guarini, il 24enne Angelo Caracciolo e il 41enne Massimo Carucci. Per i quattro arrestati, l’accusa è di usura ed estorsione.

I quattro, dopo aver prestato il denaro, procedevano al recupero dei crediti vantati (nei confronti di piccoli imprenditori in stato di bisogno, dei comuni di Palagianello e Massafra) applicando ulteriori e più esosi interessi usurari, e facendo ricorso a minacce di gravi danni alla persona e al patrimonio costringevano le vittime a corrispondere le somme pretese.

Secondo le indagini svolte, il ruolo di “capo” era svolto da Vincenzo Carone.

Le indagini, condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Massafra, sono state avviate nel mese di ottobre scorso grazie alla denuncia di una delle vittime, un piccolo imprenditore operante nel settore degli autotrasporti, e hanno consentito di acquisire una serie elementi di colpevolezza a carico degli arrestati.

In particolare, emergeva che Vincenzo Carone era fortemente determinato a recuperare alcuni prestiti effettuati nel tempo, e per questo aveva richiesto l’ausilio dei tre crispianesi (tutti noti alle Forze di Polizia) in particolare di Nicola Guarini, che vantava conoscenze di “spessore” nell’ambiente criminale.

L’operazione è stata denominata “Vecchia Lira”, poiché il Carone era solito indicare i prestiti concessi facendo riferimento a importi in vecchia valuta vantandosi, peraltro, di avere crediti sparsi per un valore di “un miliardo di vecchie lire”.

L’imprenditore che per primo ha denunciato i quattro, alcuni anni addietro aveva contratto un prestito con Carone di 10mila euro, di cui ne aveva restituiti 3mila.

Nell’ottobre scorso il Carone si era presentato, forte del sostegno criminale dei suoi complici, pretendendo la somma di 23.000 euro a saldo del debito.

Da quel momento il denunciante diveniva oggetto delle intimidazioni del gruppo delinquenziale che, in più occasioni, mediante minacce fisiche rivolte alla sua persona, ma anche all’indirizzo dei famigliari, gli aveva estorto somme di denaro contante e assegni bancari, fino addirittura a farsi consegnare l’autovettura di sua proprietà.

In tali circostanze, gli usurai/estorsori avevano precisato che quelle dazioni erano necessarie per il sostentamento in carcere di un esponente di spicco della criminalità organizzata del versante occidentale della provincia.

Complessivamente, l’importo che la vittima è stata costretta a corrispondere ai suoi aguzzini, comprese anche alcune quantità di olio di oliva, che cedeva per indisponibilità di denaro, ammonta a oltre 22.000 euro, a fronte di un debito usurario che i malfattori avevano, nel frattempo, fatto lievitare a oltre 26.000 euro, con un tasso usurario del 37% circa.

Nel corso delle investigazioni e più in particolare durante le attività tecniche di intercettazione, emergeva che altri piccoli imprenditori erano caduti nella rete tessuta dai malviventi, i quali risultavano particolarmente subdoli nella pianificazione delle loro azioni estorsive, scegliendo metodicamente tempi e luoghi che avrebbero reso le vittime più vulnerabili, come per esempio di mattina presto e presso le loro abitazioni, vicino quindi ai loro cari, condizioni queste che avrebbero amplificato l’effetto intimidatorio delle loro minacce.

Una delle vittime, titolare di un’impresa di movimento terra, a fronte di un debito di circa 20.000 euro, contratto tra il 2004 ed il 2010, è stato costretto a restituire la somma di 70.000 euro, con un tasso usurario quindi del 120%, ma il gruppo criminale, non contento, ha preteso altri 20.000 euro, tant’è che aveva costretto quest’ultima vittima a vendere un escavatore e un camion di proprietà, cessione che non andava a buon fine solo per la difficoltà di reperire un acquirente.

Ad un terzo imprenditore veniva invece estorta, in due diverse circostanze, la somma complessiva di 750 euro.

Nel corso dell’indagine è emerso che i profitti illeciti accumulati dall’associazione, nei confronti dei tre imprenditori, ammontano a circa 70mila euro.

Nicola Guarini e Angelo Caracciolo dovranno rispondere, inoltre, di detenzione di armi comuni da sparo, poiché dalle indagini tecniche emergeva che i due avevano la disponibilità di alcune pistole, come più volte dichiarato anche alle vittime.

Le perquisizioni, eseguite contestualmente alle misure cautelari, consentivano di rinvenire effetti cambiari e bancari dell’importo complessivo di 164mila euro, nonché contanti per 16.400 euro.

Effetti e contanti sono stati sequestrati poiché, verosimile, provento delle attività delittuose poste in essere dagli associati.

Inoltre, nel corso di ulteriori attività di perquisizione esperite d’iniziativa e comunque correlate all’indagine in questione, veniva arrestata una quinta persona, R.A. 29enne di Crispiano, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, poiché sorpreso in possesso di 476 grammi di hascisc, frazionata in vari pezzi, e di 1 grammo di cocaina, suddivisa in 5 dosi, nonché di due bilancini di precisione e del materiale necessario per il confezionamento dello stupefacente. Tutto sottoposto a sequestro.

I quattro destinatari della misura coercitiva, esperite le formalità di rito, sono stati associati presso la Casa Circondariale di Taranto, mentre il quinto arrestato in flagranza veniva sottoposto al regime degli arresti domiciliari, su disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

Le indagini proseguono allo scopo di individuare ulteriori vittime dell’associazione per delinquere. Gli inquirenti sperano, infatti, che l’odierna operazione, portata a termine positivamente, induca altre persone, fatte oggetto dell’attività usuraria ed estorsiva dei quattro, a uscire allo scoperto e decidersi a denunciare.

Le Misure Cautelari sono state emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Taranto - Dott.ssa A. Patrizia TODISCO, su richiesta del Sostituto Procuratore Dott.ssa Giovanna CANNARILE, che concordavano appieno con le risultanze investigative dei Carabinieri.

In merito all’operazione odierna è già pervenuto, al Col. Daniele Sirimarco, Comandante Provinciale dell’Arma del capoluogo jonico, il particolare apprezzamento del Prefetto di Taranto, S.E. Umberto Guidato.



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