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Pagavano il disinfettante 27 volte il prezzo normale

Pubblicato da: Categoria: CRONACA

5
MAR
2015

La Guardia di Finanza di Foggia, a conclusione dell’attività istruttoria svolta dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Bari, ha eseguito un decreto con il quale il Presidente della Sezione Giurisdizionale per la Puglia ha autorizzato il sequestro conservativo di beni immobili e, nei limiti di legge, di tutte le somme a qualunque titolo dovute - ai destinatari del provvedimento - dal Servizio sanitario nazionale e dagli enti previdenziali, emesso nei confronti del dirigente medico - all’epoca dei fatti - dell’U.O.C. Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero di Manfredonia, dell’allora dirigente dell’Area Gestione del Patrimonio dell’A.S.L. di Foggia e di tre funzionari e impiegati della medesima struttura.

Il provvedimento costituisce l’esito degli accertamenti condotti dall’A.G. contabile in relazione alle gravi irregolarità nelle procedure delle gare d’appalto per la fornitura di materiale sanitario destinato ai presidi ospedalieri, scoperte dal Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia nell’ambito di precedenti indagini di p.g. coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia.

In particolare, era emerso che dipendenti infedeli dell'A.S.L. Foggia avevano fraudolentemente liquidato il pagamento di fatture per acquisti di prodotto disinfettante per sale operatorie, raggirando – attraverso collusioni e altri mezzi fraudolenti – le procedure negoziali previste in materia di appalto ed in assenza di autorizzazione alla spesa.

Dalle investigazioni effettuate dagli uomini della Guardia di Finanza,  era emerso che:

benché l’autorizzazione di spesa riguardasse l’acquisto di soli 90 flaconi, erano state irregolarmente deliberate – dal 2009 al 2011 - forniture per ulteriori 929 flaconi, per una spesa complessiva per l’Ente di 1.783.680 euro;

ogni flacone – costituito da 5 litri di un disinfettante per sale operatorie – è risultato fatturato al prezzo smisurato di 1.920 euro (comprensivo di IVA) a fronte di un valore di commercializzazione da parte del fabbricante estero pari, all’epoca, a 48,53 sterline inglesi (circa 60 euro);

erano stati utilizzati timbri contraffatti delle unità ospedaliere per falsificare l’attestazione di avvenuta ricezione della merce (è risultato che a fronte del pagamento di 839 flaconi – già effettuato al momento delle indagini - ne era stata consegnata una quantità comunque non superiore a 800);

era stato, perfino, utilizzato un provvedimento che autorizzava il pagamento di spese telefoniche a un noto gestore nazionale, quale presupposto per effettuare l’acquisto di una fornitura di “copri scarpe” da parte delle medesime società, pagate 73.440,00 euro e effettivamente fornite solo per la metà.

La Procura Regionale ha ritenuto che le attività illecite sopra descritte abbiano prodotto un macroscopico vantaggio alle imprese colluse e causato un danno di dimensioni enormi alle casse erariali, quantificato in 1.857.120 euro, sottolineando la “totale contravvenzione ai presupposti delle procedure standard per procedere a siffatti acquisti e l’assenza di qualsivoglia utilità” del materiale fornito.

Il provvedimento notificato nei giorni scorsi, che ha riguardato, nei suoi effetti immediati, 25 immobili intestati ai pubblici dipendenti per un importo complessivo pari a 890.100 euro, consente di cautelare il Servizio sanitario regionale a fronte del depauperamento patrimoniale subito dalle condotte illecite dei suoi dipendenti, in attesa che la responsabilità erariale degli stessi sia definitivamente accertata.



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