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Mr Grey ottimo direi

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

20
FEB
2015
Almeno se intendiamo lo specialista del bucato. Per l’altro, quelle delle 50 sfumature, nutriamo molte perplessità
Niente, non riusciamo proprio a farne a meno. Lo abbiamo offeso, insultato e maledetto.  Giurato che non lo avremmo più cercato, mai più aspettato, che avremmo smesso di credere alla sua esistenza. Siamo arrivate a ucciderne l’idea dentro di noi e a sentircene finalmente liberate. Lo abbiamo poi deriso, sminuito, dileggiato. Eppure il principe azzurro ricompare sempre e noi ce lo riprendiamo. Lo lasciamo rientrare nel nostro immaginario senza opporre alcuna resistenza. Non è che il principe azzurro ci inganni, è che noi donne non riusciamo proprio a rinunciare all’idea di qualcuno che arrivi e ci ‘svolti’ l’esistenza. Che ci dia un ruolo, ci faccia sue e ci insegni come si sta al mondo. Poi sì, in realtà lo sappiamo che il principe azzurro è più sul celestino e starà a noi smussarne gli angoli emotivi, levigarne le ruvidità caratteriali, ammorbidirne le durezze interiori. Come? Ma con la forza di tutto il nostro amore, ça va sans dire! Come se funzionasse. Dite che sbaglio? Che ci siamo affrancate da questo modo di pensare? Sostituite un costrittore in pelle alla piuma bianca sul cappello, i bed shackles invece di calzamaglia e camicia con le ruches, svariate sculacciate con frustino al posto di un solo lungo bacio ed ecco il principe azzurro in versione bondage, che adesso occupa le fantasie delle più. Mai visto tanto fermento, in libreria, nei sexy shop, sui social e in coda per il cinema. Tutte aspiranti Anastasia in cerca del loro Mr. Grey. Che poi, non una riga scritta e non un fotogramma di cose che  non si sanno o non si siano già sentite, viste e magari anche fatte. E infatti l’aspetto che le fan trovano più intrigante (e io deprimente) è nella trama, non in ciò che si legge –  apro a caso il libro e lui è occupato con i piedi di lei, sai che novità…  – o in ciò che si vede –   20 minuti di scene hot su 135 e un solo nudo integrale (di lei, neanche a dirlo). Il canovaccio è avanguardia pura: un figo dissoluto, tormentato e carico di soldi che introduce ai piaceri della carne e al divertimento di una vita all’insegna del lusso, una giovane e impacciata fanciulla illibata, che riesce a scovare dio solo sa dove camicette con i fiorellini da educanda e porta ancora la frangia. Lei ne è completamente perduta, sedotta, schiava con la mente e con il corpo. Solo che poi se ne innamora e tenta di riportarlo sulla retta via – che per lui probabilmente allude a qualcosa di meno concettuale –  con l’amore. Degno di Harmony Special Edition. Mentre lei piagnucola “perché mi fai questo?”, lui le ricorda che è meglio che lei non sia del tutto sua, se no rischia di non potersi sedere per una settimana. I dialoghi sono esilaranti, mi rendo conto. Da morirne dal ridere, non fosse una mezza tragedia che più o meno inconsciamente ci sia un desiderio di identificazione. E il punto non è il desidero di un sesso estremo, violento, dolente – che ognuno provi piacere con chi, come e con i mezzi che può… io neanche per la ceretta riesco a stare ferma  –  ma di essere soggiogata, dominata e governata da un uomo. Per di più con la segreta speranza di piegarlo non con i lacci, il guinzaglio in pelle e metallo e le catene, ma con il sentimento. Un balzo indietro alla mentalità di qualche decennio fa. Amiche mie, una cosa dovremmo ormai averla capita (e di certo sperimentata): un uomo non si cambia. No, neanche con le frustate, figuriamoci poi se a prenderle siete voi. 
 
 
 


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