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CHI HA PARLATO ANCHE DEGLI ANIMALI?

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

16
MAR
2018

Oltre a fare promesse su pensioni, tasse, lavoro, sanità ci sono stati programmi politici delle ultime elezioni che si sono preoccupati dei diritti animali? Vediamo insieme l'attenzione che i vari schieramenti hanno riservato ai temi che ci stanno a cuore

Nei programmi politici 2018 la parola d’ordine è stata compiacere tutti per accaparrarsi voti. A tal scopo alcuni partiti hanno ben pensato di inserire qualche cenno al tema degli animali, della caccia e pesca, degli allevamenti intensivi e da pelliccia.
Tra i partiti che hanno preso in moderata considerazione gli animali troviamo Forza Italia che ha inglobato in sé il Movimento Animalista di Michela Brambilla. Il punto che merita maggiore considerazione nel programma era certamente quello di tutelare costituzionalmente gli animali riconoscendoli come esseri senzienti, di vietare  gradualmente l’allevamento di animali da pelliccia e di abolire la caccia. Di contro, la Lega metteva nero su bianco nel suo programma politico l’intenzione di chiedere all’Unione Europea di eliminare le direttive che penalizzassero la pesca italiana, gridando a gran voce di essere a favore di caccia e pesca. Sempre il programma della Brambilla sosteneva l’alimentazione vegetariana nelle mense scolastiche.
Vaga la promessa della Meloni nel partito Fratelli d’Italia che si limita a mettere insieme parole d’effetto: “codice di tutela degli animali domestici e di affezione” , senza specificare cosa sia questo codice, cosa si intende per “tutela” e se il codice vada creato, studiato, promosso, e così via. Chiede, invece, “modi migliori” (ovvero meno crudeli) per uccidere gli animali per fini alimentari il Partito Potere al Popolo.
Il Movimento 5 stelle sul tema animale ha introdotto più spunti di riflessione.
Uno in particolare, menziona i pulcini: “maggiore controllo sul numero dei pulcini, ogni giorno soppressi perché inutili per la catena economica degli allevamenti”.
“La gestione della fauna selvatica attraverso catture e abbattimenti selettivi deve essere finalizzata a prevenire o ridurre i danni alla biodiversità”. Prosegue poi: “ In riferimento alle norme UE sul benessere animale (…) bisogna attuare un passaggio ai sistemi di allevamento alternativi, anche attraverso incentivi e economici e defiscalizzazioni”.
Tacciono, invece, sulla questione animale altri partiti, come UDC, Lista Civica Popolare e Partito Democratico.
Alla luce di quanto promesso dai vari partiti politici, non ci si aspettava certamente l’esistenza di un partito che mettesse in chiaro l’esigenza di eliminare gli allevamenti intensivi, dichiarandoli una delle maggiori fonti di inquinamento ambientale. Nessuno ha parlato di vivisezione, di ricerca alternativa che non preveda cavie da laboratorio, nessuno ha avuto il coraggio di dare una linea marcata al proprio programma politico sostenendo l’importanza di un’alimentazione vegana e vegetariana per preservare la salute umana, per evitare l’insorgere di malattie, per ridurre così le stesse spese sanitarie e l’impatto ambientale.

 



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