“La lotta per il potere può essere terribile, ma la lotta per le briciole del potere è sempre patetica!” (Ramon Eder)
In passato il gioco degli Scacchi era praticato esclusivamente dai nobili, dagli aristocratici. Sin dalle sue origini, pertanto, ha costituito un trastullo per una piccola e selezionata fetta della popolazione.
Sono trascorsi diversi secoli, eppure questo gioco resta una attività di nicchia. I motivi sono molteplici e vanno ricercati soprattutto nell’evoluzione del concetto di esistenza e, spesso, nella insensata e insulsa battaglia che alcune associazioni scacchistiche combattono l’una contro l’altra o nella velleità di potere che caratterizza alcuni personaggi.
Ognuno di noi, ogni giorno, si alza e comincia la propria lotta: chi combatte contro il tempo, chi contro il proprio datore di lavoro, chi ha problemi economici e chi non sa nemmeno se il giorno successivo manterrà il proprio lavoro.
Gli esempi che potrei citare sarebbero innumerevoli ma tutto conduce ad un unico risultato: stress quotidiano. Quest’ultimo, ovviamente, avrebbe bisogno di essere scaricato per salvaguardare la salute e l’equilibrio psicofisico. Tra le molteplici attività sportive, pertanto, si prediligono quelle basate sul movimento. Stessa cosa vale per i giovani che, mediante lo sport, crescono in maniera armonica.
In alcuni casi i genitori comprendono l’importanza degli Scacchi nel processo di crescita e si adoperano affinché questa cultura diventi parte integrante della vita del proprio figliolo. Spesso, però, i ragazzi sono attratti dalle molteplici attività sportive offerte dalle scuole e dalle palestre e le seguono con maggior interesse, giacché comportano movimento e poco impegno mentale.
D’altronde come si può non comprendere, dopo una mattinata trascorsa a scuola, che i ragazzi sentano l’esigenza di muoversi e scaricare tutta l’energia che hanno in corpo? Stessa cosa accade agli adulti, dopo una giornata di lavoro e il carico di problemi che portano su di sé, potrebbe riuscire difficile concentrarsi su una scacchiera e cominciare un’altra battaglia.
Sebbene ogni individuo sia differente dall’altro ritengo, però, che il Nobil Gioco possa costituire un ottimo metodo per distrarsi ed estraniarsi dai problemi quotidiani. Disputare una partita comporta attenzione e grande concentrazione, pertanto con un piccolo sforzo si potrebbe scaricare la tensione, allo stesso modo dell’attività fisica, durante la quale il corpo lavora, tuttavia la mente potrebbe anche non distaccarsi dai problemi.
La “Guerra tra poveri”, così come la definisco, costituisce un altro ostacolo alla propagazione e divulgazione del Nobil Gioco.
“Gens una sumus” è il motto dello scacchista, ma in certe realtà associative si osserva l’esatto opposto. A partire dai ranghi più elevati fino a quelli più bassi, si combattono delle lotte sorde, subdole, sommerse e mascherate da tanta ipocrisia.
L’Associazione Dilettantistica Itria Scacchi si è sempre volutamente mantenuta al di fuori da queste dinamiche che dividono i soci e costringono, spesso, ad assumere comportamenti e posizioni decisamente antiscacchistiche.
Il Nobil Gioco, parafrasando il nome stesso, dovrebbe elevarci ad un livello superiore sia sotto il profilo intellettuale che umano. Dovrebbe farci comprendere quali siano i reali valori ed aiutarci a prevedere ed affrontare eventuali problemi ed ostacoli che si incontrano sovente nella vita.
Le associazioni, invece, per alcuni diventano uno strumento per sfogare frustrazioni personali e appagare la propria brama di potere, quasi come se rivestire un ruolo in un Consiglio Direttivo rappresenti motivo di orgoglio e di prestigio.
Tali personaggi rovinano le realtà associative creando delle vere e proprie cordate, nel tentativo di annientare colui o colei costituiscono un ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi. Si vede qualsiasi cosa: chi si barcamena tra due associazioni per carpire informazioni da una e usarle a favore dell’altra, appropriandosi anche della documentazione dell’associazione ad uso personale.
Tutto ciò è degno delle trame dei film di spionaggio; al contempo, purtroppo, è ridicolo e suscita compassione. E’ il sintomo di una società ormai allo sbando, sotto tutti i punti di vista, e la cosa peggiore è che si stanno perdendo i valori e le nuove generazioni stanno crescendo nella loro totale assenza.
Essere un Presidente – Donna non è semplice, spesso si è vittima di comportamenti antitetici alla galanteria, a censure e tentativi di minare i rapporti d’affetto creatisi con mezzi piuttosto grossolani.
Nonostante tutto noi dell’AD Itria Scacchi andremo avanti e continueremo a condurre la nostra attività formativa in allegria, trasmettendo i valori di lealtà, correttezza e onestà che ci contraddistinguono.
Le “Guerre tra poveri” le combattano pure gli altri, noi non vogliamo rimanere vittime di queste insulse dinamiche; preferiremo sempre le battaglie della mente!
Marika Chirulli Presidente
A.D. Itria Scacchi
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