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Cosa accade nel mondo Islamico?

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

21
GIU
2013
Prima i paesi del Magreb, poi le imponenti manifestazioni antigovernative di Teheran, oggi la situazione esplosiva nella Siria di Bashir Assad, le piazze di Istanbul ed Ankara, le elezioni presidenziali nella Repubblica Islamica dell’Iran. Presi come siamo da problemi nazionali di “sopravvivenza”, ma anche afflitti dall’atavico provincialismo del nostro sistema informativo, guardiamo da più di due anni con superficiale distacco tutto ciò che si muove a sud e ad est di Pantelleria. Per tentare di capire quali sono le dinamiche che si muovono all’interno del mondo islamico dobbiamo toglierci dagli occhi il prisma distorsivo della visione “occidentale” e guardare con maggiore attenzione alle indicazioni della Storia umana. Dal 600 al 1600 d.c. per circa un millennio, il mondo occidentale, che si identificava sostanzialmente con il cristianesimo, ed il mondo musulmano si specchiavano nella comune visione teocentrica della vita spirituale e materiale dei popoli e delle nazioni. Sant’Agostino enunciava come principio“ il governante è il rappresentante di Dio e deve far valere la giustizia, che è la volontà di Dio, applicando la legge che già esiste ed è al di sopra di lui”, che è pressoché il principio islamico della inseparatezza tra politica e religione in quanto coincidenti. Forti di questa identica verità teologica, in quel millennio musulmani e cristiani se le sono date di santa ragione, con alterne fortune, con i primi quasi sempre in attacco e vincenti ed i secondi quasi sempre in difesa e soccombenti. Dalla fine del XVII secolo, il fallito assedio di Vienna da parte dell’esercito turco e la durissima sconfitta patita ad opera dell’armata europea guidata dal re polacco Giovanni Sobieski, più nessun esercito musulmano è riuscito a tenere testa ad un esercito occidentale , perdendo ogni scontro. La chiave di volta di questa supremazia occidentale si chiama “laicizzazione” con la conseguente materiale separazione tra potere spirituale e potere temporale, processo che ha avuto come padri il Rinascimento e l’Illuminismo. Questa rivoluzione nel mondo islamico non si è attuata ed esso è rimasto ripiegato su se stesso per secoli, accentuando la propria debolezza, ed è stato messo in crisi dal contatto traumatico con il nuovo occidente che ha minacciato una comunità di valori ritenuti immutabili. A partire dalla fine del XIX secolo la crescente consapevolezza della penosa inferiorità in cui si è venuto a trovare il regno dell’Islam rispetto al suo storico competitor, ha generato l’integralismo nelle forme cruente in cui lo conosciamo oggi, aggravato dalla incapacità occidentale di cogliere lo spirito della jihad e del martirio alimentato da migliaia di uomini e donne che si cibano di fondamentalismo, incuranti di sacrificare la propria vita. La sola speranza per il mondo non islamizzato di debellare il terrorismo di Dio, è tutto nella capacità delle popolazioni islamiche di dare vita al loro rinascimento, alla propria rivoluzione francese creando i presupposti, come è accaduto all’occidente cristiano, per la separazione della politica laica dal dogma religioso. Ma il processo di laicizzazione non può essere imposto né attraverso l’opzione militare né attraverso l’osmosi per contatto dei principi democratici, entrambi rivelatisi disastrosi ed inefficaci. Il processo non può che essere tutto interno all’Islam, nella presa di coscienza collettiva delle popolazioni islamiche rispetto alla commistione perversa tra stato e fede, tra politica e teologia, avviando quel percorso cruento di trasformazione che noi abbiamo compiuto alcuni secoli fa. Dobbiamo sempre ricordare che fu l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari dell’uomo l’elemento scatenante che portò i parigini ed i francesi a demolire la monarchia assoluta che si identificava, fino ad allora, con la volontà di Dio. Tutto quello che sta accadendo a partire dalle coste dell’Atlantico, passando per le rapide impetuose del Tigri e dell’Eufrate, fino alle altezze siderali dell’Himalaya coincide con questo doloroso processo di laicizzazione che non deve essere contaminato da interventi esterni. Guai a noi occidentali se continueremo a ragionare da “colonialisti della democrazia” così come abbiamo fatto in modo disastroso negli ultimi decenni. Prima di agire in modo sconsiderato, i nostri governanti devono riflettere sul fatto che possiamo prevedere le azioni del Laico perché ha ben presenti le conseguenze dei suoi atti che scaturiscono dal libero arbitrio, non possiamo prevedere i comportamenti di chi crede di essere ispirato da Dio.
 


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