Si stava meglio quando si stava senza social network. O forse no. L’importante è non sostituire il contatto umano con la rete
«Ci sentiamo su Facebook!» E’ questa la frase che spesso, per non dire sempre, pronunciamo. Siamo nell’era della tecnologia, cellulari, tablet, ipad e tanti altri aggeggi sono i padroni della nostra vita, non possiamo fare a meno di loro. Basti pensare che, al giorno d’oggi, la maggior parte di noi possiede due telefoni cellulari con due sim, circa sette persone su dieci sono iscritte sui social network, sei persone su dieci possiedono un ipad e via discorrendo.
Purtroppo è svanita l’era del classico metodo “carta e penna”, ora siamo prigionieri della rete, siamo succubi di una tastiera o di un display touchscreen.
Gli sguardi intensi, le parole piene di significato, i gesti colmi di emozioni e paure, sono stati sostituiti da un tweet o da uno stato postato su Facebook. Il guaio, a mio modo di vedere, è proprio questo. Tempo addietro per esprimere un sentimento, o per far comprendere un qualcosa di importante a qualcuno, si impiegavano giorni e giorni di riflessione; ora sono sufficienti dieci secondi per mostrare tutta la grinta e tutto il coraggio che si ha, e con un click si risolve ogni problema e si nasconde la timidezza e la paura.
Ognuno di noi è vittima di un sistema che ci ha catturato, che si è impossessato della nostra mente e del nostro corpo.
E’ inutile negare che la messa in circolazione di questi strumenti, potenti e super veloci, ha fatto diminuire sempre più la distanza tra esseri umani, cancellando nella maggior parte dei casi quei rapporti di fiducia e di rispetto, che apparivano eterni.
Ora più che mai, visto il momento particolare che la nostra società sta vivendo, abbiamo bisogno di riacquistare quei valori sani e amichevoli, che ci hanno trasportato in questa epoca innovativa, senza cadere in errore o farsi sequestrare dall’enorme circuito che è la rete.
Sarebbe fantastico tornare ai tempi “antichi”, come quando per dire un proprio pensiero bisognava pensare e ripensare per evitare di sbagliare o fare figuracce, ora invece in un batter d’occhio ci catapultiamo nel web, forti e sicuri come dei leoni in una savana. Forse è troppo tardi, oramai ci siamo troppo dentro, nel tunnel non si vede luce… ma la speranza non è l’ultima a morire!