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Salvare l´Ilva/Il mare nero del siderurgico

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

16
GEN
2015
L'Ugl di Taranto guarda con interesse agli eventuali emendamenti al decreto. Si chiede di allargare, a più voci per esempio, la partecipazione dei ministeri al tavolo istituzionale per Taranto. Altro emendamento di cui si parla, in fase di conversione del decreto legge, vedrebbe un chiarimento sui tempi e sulle modalità di attuazione dell’Aia. Il Segretario Dimonte replica che una dilatazione dei termini per ottemperare alle prescrizioni ambientali non è vista positivamente da questo sindacato né, come è ovvio, dalle associazioni ambientaliste e dalle altre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici. La modifica del testo tuttavia non è cosa certa: anzi è emerso che il “Salva-Taranto” dovrebbe restare così come è oggi per evitare che i tempi si allunghino.
Il salvataggio dell’Ilva è infatti complesso.  
Per l'Ugl Taranto parlare di ILVA vuol dire parlare al cuore economico e giuridico del nostro paese.
Taranto è l’Italia, e l’Italia ha assoluta necessità di produrre acciaio perché sarebbe un danno economico assurdo acquistarlo dall’estero! Ragion per cui, la politica deve assolutamente trovare una soluzione al problema della produzione ma dall’altro non può esimersi dal bilanciare due diritti assoluti del cittadino. Il diritto alla Salute e quello del Lavoro. Diritti ai quali noi non siamo disposti a rinunciare. Innanzitutto, la politica si deve fare carico di un fattore importante, le bonifiche prima di tutto, perché se Taranto è in questo “mare nero” è anche e soprattutto colpa del mancato controllo.
Vogliamo sapere quali saranno i requisiti per la scelta della new-company interessata all’ILVA che deve essere blindata dall’obbligo di non delocalizzare la produzione in paesi dove le regole ambientali e costo del lavoro sono “più morbide” e in questo, la politica europea deve assolutamente intervenire uniformando le regole per la tutela e le garanzie ambientali e lavorative in tutti i paesi membri.
Non accetteremo che sia solo una manovra di facciata.
L’Italia deve dimostrare di sapere gestire problemi complessi e l’Ilva è uno di questi.
Bisogna essere consapevoli, cosa che il Governo ha fatto, che senza l’acciaio prodotto a Taranto, la fisiologia economica italiana diventerebbe ancora più esposta alla dipendenza dalle forniture straniere.
Le Federazioni Metalmeccanici e Viabilità della UGL sono in stato di agitazione già da mesi, poiché nonostante le rassicurazioni di Renzi al presidente di Confindustria Taranto sul pagamento di dieci milioni di euo prima di Natale, siamo comunque ben lontani dai quasi 30 milioni che spettano solo alla provincia di Taranto.
*Segretario Generale della UGL di Taranto
 


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