Hanno dai 12 ai 19 anni. Il loro obiettivo è omologarsi al gruppo, anche in fatto di sesso. Abbiamo ascoltato la testimonianza di una insegnante di educazione fisica: «Attenzione adulti, non imbarazzatevi davanti a certi argomenti con i vostri ragazzi, parlatene o la loro formazione sessuale sarà completamente delegata al web»
Una o due generazioni fa, e non mi sento una cariatide in merito, a 13-14 anni c’era ancora chi giocava a Barbie con le sorelle minori, il sesso si cominciava a conoscerlo 3-4 anni dopo, parlandone a scuola con le compagne, tanto per incominciare. Ora? Ora è completamente diverso, a 12 anni vogliono già liberarsi della verginità, mettendola nella lista delle cose da fare. La formazione è oramai delegata al web, per cui tutto più veloce, anticipato, smisurato, passioni usa e getta, linguaggio crudo, foto hard, pasticche da sballo, sexting spinto, le relazioni degli adolescenti sono sempre più spregiudicate. A volte leggere la chat di alcuni 12enni lascia alquanto scioccati; parole come “la vagi” e “il pisi” , si “scopa” e “si tromba”, sono all’ordine del giorno. Il sexting ovvero mandare ad amici e non, immagini e video provocanti, è diffusissimo. Una ricerca di Save The Children su un campione di 100 ragazzi dai 12 ai 19 anni, rivela che 22 di loro considera il sexting molto comune. La Psicologa Stefania Andreoli, Presidente dell’Associazione Alice onlus che lavora nelle scuole con progetti sull’educazione all’affettività, ha dichiarato che sui “social” si possono vedere foto di adolescenti post coitum, comunicando così agli amici che cosa hanno fatto, per essere “fighi” come loro, per dimostrare di non essere indietro dal punto di vista sessuale, di non essere sfigati quindi. Per non parlare del fast sex, alle feste, in spiaggia, nei bagni delle scuole; solo incontri casuali e disimpegnati. Dietro al fast sex molto spesso si nasconde una depressione, accompagnata solitamente da alcol e droghe. Molti incontri avvengono con sconosciuti, ma la maggioranza sceglie amici o persone con cui esiste un minimo di relazione. Secondo la dott.ssa Andreoli oramai non si fa più confusione sui comportamenti ma molto di più sui sentimenti; sarebbe utile che gli adulti senza imbarazzo, guidassero i “teenagers” senza giudicarli e abbattendo il muro della non-comunicazione, evitando così che l’educazione sessuale sia affidata a internet.
Noi di Extra Magazine abbiamo raccolto una testimonianza di un’insegnante di un Istituto Professionale di Taranto, una donna che oltre a insegnare educazione fisica, parla da sempre con i propri studenti di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, della masturbazione e dell’importanza dell’uso del preservativo. «Rimango sbalordita quando sento raccontare da ragazzine di primo (14 anni) le loro esperienze nei locali, alle feste e naturalmente sessuali; ne parlano con una facilità aberrante. Spesso bevono, fanno uso di droghe e finiscono a letto con il primo venuto. Non si tratta di una perdita di valori, loro sanno che non è pudico, eticamente giusto ciò che fanno, ma lo richiede il gruppo, lo fanno per non sentirsi sfigate, “più ragazzi hai e più ‘figa’ sei”. Ciò che mi ha lasciata esterrefatta è stato qualche tempo, mentre parlavo di masturbazione in una classe di terzo, riferendomi ai maschietti e specificando che è una pratica che va fatta per sfogare gli ormoni in subbuglio alla loro età, uno di loro mi disse apertamente che non c’è più bisogno, che oramai ci sono le “trombamiche” pronte all’uso. Io parlo molto con le mie ragazze del valore della verginità, del rispetto del proprio corpo e della propria dignità. La colpa è delle famiglie fino a un certo punto, molto più responsabile è la tv spazzatura che trasmette immagini di ragazze alquanto espansive, oltre che all’uso smodato di internet».