Torna di attualità la lingua di Cicerone. Riproposta la tradizionale “Forora”. Attenti, cittadini sporcaccioni e distratti, arrivano le multe! La Xylella è arrivata anche da noi. In primo piano ancora la sede tarantina della Sovrintendenza Archeologica, i furti negli appartamenti e l’emergenza sanitaria
A chi nei giorni scorsi si è lamentato dell’inatteso ritorno del freddo è stato risposto che l’inverno targato 2016 passerà alla storia come “inverno pazzerello” proprio come il mese di marzo.
Così i problemi connessi con il grande freddo sono tornati all’improvviso alla ribalta. Il saggio, che fa della proverbistica il suo pezzo forte, ha fatto sapere che non si è meravigliato più di tanto perché si sa che febbraio è un mese corto e rigido, inoltre, visto che gennaio ci aveva regalato giornate quasi primaverili, sempre con la proverbistica alla mano, dovremmo sapere che in questi casi “febbraio la pensa male”.
Intanto il calendario è andato avanti, ha archiviato un Carnevale che, dopo decenni di silenzio e di assenza, ha fatto capolino nel capoluogo ionico con manifestazioni in via D’Aquino, a Paolo VI e la sera di Carnevale nella storica Piazza Fontana che fino agli anni ‘60 era stata testimone del Carnevale tradizionale tarantino incentrato sulla rappresentazione della morte e del funerale di Re Carnevale.
E’ tornato così a rivivere il Carnevale tarantino di una volta.
La tradizione, come leggiamo in “Viaggio attraverso la fede e la pietà popolare” di Antonio Fornaro, ha riproposto, in versione moderna, la cerimonia della “Forore”.
Nel passato alla mezzanotte di martedì grasso il campanone di San Cataldo suonava a morto per indicare che iniziava la Quaresima e laddove si svolgevano i veglioni si toglievano le maschere dal volto, si faceva in modo che non potesse restare nulla di grasso perché era ormai tempo di penitenza.
Davanti all’abbattuto Calvario di Piazza Arcivescovado l’Arcivescovo e il Capitolo Metropolitano a mezzanotte assistevano al falò con il quale si facevano bruciare le palme dell’anno precedente. Poi si imponevano reciprocamente le ceneri sul capo e l’indomani mattina tutti i tarantini ci tenevano a ricevere questo sacro simbolo che era come l’ouverture della Quaresima.
La gente comune ci teneva, eccome, a rispettare la regola del digiuno ma i nobili, a cavallo delle loro carrozze raggiungevano il Pizzone e trascorrevano la giornata in quel paradisiaco posto di Taranto gustando prelibati frutti di mare, freschissimi latticini delle masserie, e gli ottimi quaresimali, il dolce tipico del tempo, preparati con arte e gusto dal maestro dei pasticceri tarantini, Raffaele Fornaro, che aveva la più grande pasticceria tarantina in via Duomo. La versione moderna della “Forora” anche quest’anno si è concretizzata nella processione penitenziale notturna a cura della Confraternita dell’Addolorata con la partecipazione della Banda di Giuseppe Gregucci. Il corteo orante nel cuore della notte ha attraversato la Città Antica.
Questa settimana il panorama delle informazioni è piuttosto affollato per cui cerchiamo di mettere ordine fra queste.
Aumentano i furti nelle case soprattutto a danno dei più ingenui e sempre più soli anziani, ma è allarme anche a Martina Franca per lo spaccio di banconote false.
Sul fronte dello sciopero stanno incrociando le braccia gi addetti alle mense per il mancato rinnovo contrattuale. E hanno anche loro ragione, ma che male abbiamo fatto noi che ai disagi del freddo dobbiamo aggiungere anche queste privazioni lasciando forse tanti bimbi che pranzano alle mense scolastiche senza il caldo pasto?
Cittadini sporcaccioni e distratti, aprite bene gli occhi e le orecchie perché chi getta mozziconi di sigarette, chewing-gum e cartacce per terra rischia multe salatissime. Eh già perché è stato dimostrato che anche questi piccoli rifiuti inquinano e danneggiano la salute. A questo punto ogni Comune si dovrà organizzare come meglio crede e, a Taranto è già partita la proposta dall’associazione “Made in Taranto” di rifornire i raccoglitori per questo tipo di rifiuti. Si farà e quando? Sono preoccupati di tutto ciò gli addetti comunali che sulla pettorina portano la scritta “Addetti al decoro delle piazze” il cui compito consiste nel raccogliere con un pinzone da terra i mozziconi e le cartacce.
Allora dovranno vedere aumentati i loro compiti i nostri solerti Vigili Urbani che sempre più numerosi appaiono in città con i tablet attraverso i quali, digitando il numero di targa, sono pronti a beccare gli automobilisti non in regola con l’assicurazione? Sarebbe ora, però, che gli stessi “angeli della strada” si interessassero anche ai sempre più numerosi ciclisti e motociclisti che si sono impossessati dei marciapiedi scambiandoli per piste ciclabili e, non contenti di ciò, inveiscono contro gli indifesi pedoni che sono di intralcio al loro percorso, spesso fatto contromano.
Tanto tuonò che piovve e così la temutissima Xylella dell’ulivo si sta impossessando anche degli uliveti di Avetrana mentre il virus Zika ha contagiato un primo nostro connazionale a Roma.
Le olive non prendono pace perché è stato scoperto che molte di quelle belle verdi ed accattivanti che mettiamo nelle nostre mense non sono tali perché naturali ma perché trattate con sostanze pericolose all’organismo.
Sul fronte del problema della sede tarantina della Soprintendenza archeologica qualcosa si muove da parte dei partiti tanto che l’onorevole Gianfranco Chiarelli ha rivolto una interpellanza parlamentare e Forza Italia, in una conferenza stampa, ha dichiarato che il ministro Dario Franceschini è inadempiente per quanto attiene il rispetto e gli obblighi contratti dal piano “Sviluppo per Taranto”.
Sempre su questo fronte domenica scorsa, eccezionalmente, i tarantini hanno potuto visitare gratuitamente gli ipogei, i palazzi storici, i musei e le Chiese della Città Antica. Lodevole iniziativa che sarebbe opportuno estendere a ogni prima domenica del mese, ma stiamo attenti a curare anche altri interessi conservativi artistici della nostra città perché nessuno ha speso fino ad oggi una sola parola di condanna per la demolizione dello storico Palazzo Berardi nel centro umbertino, come denunciato fa Francesco Pasculli, attento operatore culturale tarantino.
Intanto la nuova solerte direttrice del Museo MarTa del capoluogo ionico, Eva Degl’Innocenti, ha presentato un nutrito programma musicale per tutto l’anno per far coniugare insieme arte antica ed archeologica con quella musicale. Speriamo che la musica cambi anche per la Soprintendenza e che Taranto possa mantenere quella titolarità che le fu attribuita più di un secolo fa.
Avete sentito dello scandalo delle 50.000 case romane date in fitto a “poveri morti di fame” per l’esosa somma di un canone mensile di 10 euro non sempre pagato? Sono venuti a saperlo gli inquilini sfrattati da via Giovan Giovine a causa del cedimento del solaio e stanno facendo il pensierino di andare a Roma perché forse almeno là potrebbe venir fuori un posticino per loro visto che le promesse messe in atto e che anche la puntata, andata in onda l’altra sera, nella trasmissione televisiva “Virus” con la presenza di don Luigi Larizza, il coraggioso parroco della parrocchia “Sacro Cuore” che ha preso a cuore le sorti di questi sfortunati concittadini, non ha sortito alcuna reazione.
I Riva non ci stanno proprio a privarsi dell’Ilva e per questo motivo hanno fatto ricorso al Tar perché non ritengono legittima la vendita del loro colosso a terzi.
Sul fronte sanitario, con l’inizio del 2016, per ben 203 prestazioni mediche non varrà più il ticket sanitario. Scattano le polemiche a causa del cosiddetto “Decreto Appropriatezza” che permetterà di usufruire del ticket soltanto su prescrizione medica; le persone non in possesso di quest’ultima dovranno pagare la visita o l’esame di tasca propria. Nonostante la crisi economica non accenni a concludersi le classi meno abbienti sono dunque ancora una volta messe alla prova da nuovi restringimenti.
E…dulcis in fundo ricordate, cari lettori, il servizio su Mycicero per il pagamento elettronico del biglietto per il bus urbano e per la sosta delle auto? Ebbene, sembra che stia trovando alcune difficoltà. Forse perché i tarantini non sanno contemporaneamente coniugare il tarantino, l’inglese e la lingua di Cicerone?
Chi, invece, l’ha azzeccata con la lingua di Cicerone sono stati gli operai dell’Ilva di Genova-Cornigliano in lotta che hanno sfilato mostrando uno striscione sul quale si leggeva: “Pacta servanda sunt”, che altro non significa: “I patti vanno rispettati”.
Qualche risultato lo hanno ottenuto e si sono detti tra di loro: “Era proprio necessario parlare in latino per farsi capire?”.
E, adesso, cari lettori, fatemi sapere chi aveva detto che il latino era morto.