Le promesse governative per il Distripark, il Palazzo degli Uffici, la Città Antica e i Beni Archeologici dell’Arsenale. Continuano intanto ad affiorare nel territorio tarantino testimonianze archeologiche di grande spessore. Un interessante progetto per un terzo cimitero cittadino. I Vigili Urbani scenderanno in sciopero il Primo Maggio quando è in programma il Concerto dei “Cittadini Liberi e Pensanti”. Il sindaco Stefàno salva nell’hotspot una bimba somala di tre anni. A Paolo VI fra due anni la multisala e non solo sarà una realtà
Il diavolo, che certamente avrà fatto tra i tanti mestieri anche quello del cuoco, spesso si diverte a scoperchiare le pentole per far venire fuori tutto il “fecciume” che taluni uomini ingordi producono a danno dei poveri che, nel frattempo, continuano ad essere sempre più poveri.
Ma non solo questo perché l’uomo, se colpito da tumore o altro incidente che ha a che fare con mazzette, dissesto idrogeologico, ruberie o furberie varie, finisce per lasciarci la pelle perché nei nostri ospedali non ci sono tutte le cure che invece sono riservate ai ricchi. Fatte queste premesse, parliamoci chiaro. Ci rivolgiamo alla Magistratura che indaga sulle note vicende degli ultimi tempi. Lo chiedono soprattutto le vittime che in Basilicata fanno i conti con l’inquinamento prodotto dall’estrazione del petrolio. Chiedono chiarezza e giustizia perché chi ha sbagliato dovrà pagare. Vogliamo anche sapere se è vero che l’acqua del Pertusillo sia inquinata e fino a che punto, visto che noi pugliesi beviamo l’acqua del Pertusillo e la paghiamo anche a caro prezzo.
Non è possibile che di fronte ad atti pubblici e noti come nella vicenda delle trivelle il Governo possa far finta di nulla sostenendo che spetta alla Magistratura chiarire i fatti e poi nel concreto si fa promotore di una campagna referendaria finalizzata a mantenere le trivelle nei nostri mari.
Lo ripetiamo. Vogliamo soltanto chiarezza su queste vicende che oggi interessano in maniera particolare la nostra Puglia e la vicina Basilicata. Siamo stanchi di ricevere “schiaffi” e di far finta di niente, la tolleranza ha raggiunto quota zero, la gente perde il lavoro e anche la vita senza dimenticare che è sempre minore la fiducia nelle Istituzioni. Non abbiamo certezza di ciò che mangiamo, di ciò che beviamo e di ciò che respiriamo. Ormai siamo sull’orlo dell’abisso.
Nei giorni scorsi i tarantini, leggendo i giornali, hanno appreso che nella riunione governativa a Roma con la presenza del sindaco Stefano e del presidente della Provincia Tamburrano per il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) sono stati confermati gli impegni per interventi pari a 800 milioni di euro. Che bella somma, si dirà! Ebbene la somma si riferisce a interventi non soltanto sul capoluogo ionico ma all’intera provincia jonica.
Il Distripark sarà inglobato dall’Autorità Portuale. Saranno ripresi i lavori interrotti per il recupero del Palazzo degli Uffici e saranno riavviati i lavori per il recupero della Città Antica e dei Beni Culturali presenti nell’Arsenale della Marina Militare.
Senza soffermarci su tutti i punti sopra elencati basterà ricordare che di Distripark a Taranto si parla da quattordici anni e che per l’esproprio dei terreni a disposizione c’era un finanziamento di dodici milioni di euro. Fino ad oggi c’è solo l’acquisizione dell’area e ciò che è più grave è il fatto che dal novembre dello scorso anno la società è in liquidazione per cui occorrerà un nuovo studio di fattibilità per adeguare il progetto al nuovo Porto.
Più di qualche tarantino si è accorto dello stato di degrado in cui versa il Parco Cimino e chiede alle autorità competenti di renderlo fruibile alla cittadinanza soprattutto adesso che stiamo per vivere la primavera e l’estate.
Mentre continuano dibattiti e forum sulla ormai “scippata” Soprintendenza Archeologica di Taranto, nel corso di alcuni lavori nel centro cittadino la Cooperativa Giovanile “Museum” ha scoperto, tra i tubi dell’acqua, intere colonne risalenti a duemilacinquecento anni fa. Ma non si tratta della sola scoperta, perché alla Discesa Vasto, dove fino a qualche domenica fa si svolgeva il mercato del pesce, nel corso dei lavori per la riqualificazione di questa area mercatale e il suo restyling, è stata trovata una camera databile tra il 1600 e il 1700 che faceva parte del quartiere “Turripenna”, abitato dai pescatori, e che fu distrutto quando Mussolini decise di abbatterlo per costruire le attuali palazzine popolari presenti in via Garibaldi.
Interesse puntato sul quartiere Paolo VI dove il Comune ha approvato un mega progetto che porterà entro due anni una multisala cinematografica con nove sale e settecento posti auto alberati, due campi di calcetto, uno da tennis e una palestra coperta per un importo di sei milioni di euro. Ma al quartiere sta per nascere anche un Centro Dialisi per gli abitanti dello stesso.
Con ordinanza sindacale è stato stabilito che dal prossimo 6 giugno in ogni portone dovranno essere indicate le generalità dell’amministratore del palazzo.
Sul fronte degli scioperi segnaliamo quello messo in atto lunedì scorso nei due cimiteri urbani di Taranto, mentre preoccupa quello annunciato per il primo maggio dai Vigili Urbani in concomitanza con il “Concertone” dei “Cittadini liberi e pensanti”.
Sempre sul fronte cimiteriale registriamo il Progetto Parco Cimiteriale “Leonida”, che dovrebbe sorgere in località Salinella, contrada Masserotto, e che dovrebbe ospitare un numero considerevole di loculi, ma soprattutto l’impianto di cremazione, tenendo presente che in Puglia solo Bari ha questo impianto e che le vicine Basilicata e Calabria ne sono prive.
E’ facile comprendere la valenza di tale realizzazione che prevede anche una zona cimiteriale destinata al seppellimento degli animali da affezione.
Si dirà che si tratta di un vero business, anche se un po’ macabro, ma chi si fermerebbe di fronte a un tale affare?
Notizie negative giungono, invece, dalla Provincia per la mancanza di fondi per riparare le strade e gli edifici scolastici. Si potrebbe configurare un pre-dissesto finanziario.
Il sindaco Stefàno nei giorni scorsi ha salvato la vita ad una bimba somala di tre anni, ma nello hotspot cittadino i problemi restano sempre gravi.
Grave è anche la situazione debitoria dell’Amiu che avrebbe un deficit piuttosto elevato, tanto che si parla del possibile arrivo di un commissario.
L’Eni di Taranto ha poche scorte e nei giorni scorsi sono arrivate due petroliere straniere per rifornire i suoi serbatoi. La situazione preoccupa i millecinquecento dipendenti che vedono vacillare il proprio posto di lavoro.
Si diceva un tempo che il postino suonava almeno due volte: oggi non suona più perché la Posta viene fatta recapitare una volta alla settimana, senza parlare degli avvisi di raccomandata che arrecano danno agli utenti che devono recarsi all’Ufficio Postale indicato per ritirare la lettera. Dalle Poste si risponde dicendo che il tutto è dovuto a carenza di personale.
Allora cosa aspettiamo a dare posto ai tanti giovani che lo attendono ormai da troppo tempo?