Eva, Didone e Pandora, a voi donne incarnazione di forze arcane e non sempre benevole voglio dire una volta per tutte che essere nata donna è un sublime privilegio.
Lo penso e lo vivo quotidianamente sulla mia pelle questo privilegio incompreso. Mi rivolgo metaforicamente soprattutto a voi, che trascinate più delle altre nell’immaginario collettivo quel patrimonio di miti e leggende che tramanda, di generazione in generazione, un panorama di figure femminili non sempre positive né di particolare bellezza, che rimandano a poteri ancestrali che legano la femminilità al peccato, alla morte, alla sciagura. Care Eva, Didone e Pandora, essere donna vuol dire essere un attimo prima di ogni cosa. Del pensiero, del tempo, della stessa vita. Prima di ascoltare, una donna sa; prima di capire, una donna ha già scelto; prima di lottare una donna ha perso e pianto mille e mille altre volte, ma non si arrende. Eva sa che perderà l’Eden ma dà la vita, Pandora sceglie di disobbedire e “scoperchia” la speranza, Didone lotta per ritrovare l’amore folle che aggrappa alla vita dopo il vuoto dell’assenza. E adesso mi rivolgo a voi, amiche, nemiche, colleghe, sorelle, mamme, nonne, figlie. Siamo la disobbedienza creativa di Eva, la curiosità pericolosa di Pandora e l’amore folle di Didone. Siamo linfa, entusiasmo e perseveranza. Prendiamone consapevolezza tutte le volte che la mente guida il nostro arguto sguardo, ogni volta che la parola segue le nostre innate movenze gentili, tutte le volte che l’intuito femmineo blocca il tormento, scavalca l’errore e mira al cambiamento che, se donna, fa sempre rima con miglioramento.
Ogni cultura e ogni religione deve fare i conti con "la creazione della prima donna". Amiche e nemiche, noi “creiamo” senso. In casa, a lavoro, per chi amiamo o temiamo noi siamo ispirazione e guida. Non serve essere belle e giovani, la donna consapevole della propria essenza ha negli occhi quella luce di intelligenza mista a coscienza che hanno le persone con una testa sulle spalle e un passato nel cuore. Donna, tu sei oltre il bello sempre, perché non è solo una questione di décolleté, età anagrafica o ruga in più o in meno. La bellezza-donna è materia di intelletto, è equilibrio fermo tra cuore e mente. E tu, forte e saggia Didone che vivi e vibri in ognuna di noi, immobile e innamorata innanzi al tuo dannato e infelice Enea, lasciatelo dire, di fascino alto e puro, che sa di forza e vitalità, ne hai a secchi e sporte. Didone tu non muori da inetta, ma da donna che soffre per l’abbandono, lasciando il posto a una donna nuova, che ama se stessa prima di tutto e che saprà ancora costruire un impero dal nulla. Amiche nemiche donne, ve lo bisbiglio in silenzio come Pandora temeraria quando scoperchia il vaso: noi creiamo e costruiamo, soprattutto dal nulla, dalla negazione, dal profondo del nostro segreto tormento.