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MY TWO CENTS/ CACCIA AI GIORNALISTI

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
NOV
2018

Sono tanti gli episodi in cui un popolo o una categoria sono stati perseguitati da chi ha cercato di imporre una linea di pensiero unica. Ora ci pensano i 5s a "confezionare" il nemico di turno

Era il 1487 quando i frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer pubblicarono uno dei manuali più famosi della storia, addirittura più famoso della collana di ricette di Wilma De Angelis e del manuale delle Giovani Marmotte. Stiamo parlando del “Malleus Maleficarum”, vero e proprio simbolo dell’inquisizione nonché guida minuziosa al riconoscimento di streghe e stregoni per il bene del mondo intero. Se all’epoca fosse esistito Salvatore Aranzulla di certo non si sarebbe fatto sfuggire un tutorial sull’argomento perché tra i trend topic dell’epoca c’era proprio la stregoneria, superata solo da teorie e tecniche su come scoprire un nuovo continente sbagliando strada. Aranzulla però non c’era. In compenso il mondo era decisamente influenzato dal pensiero della Chiesa, che fondamentalmente era l’influencer dell’epoca. Se la Chiesa avesse voluto, nel Nuovo Mondo avrebbero tutti bevuto acqua Evian senza fiatare. Ed effettivamente mi sa che è andata proprio così. Voli pindarici a parte, la Chiesa aveva un grande ascendente sul popolo e in quel periodo decise che la terra era stata invasa da eretici di ogni tipo. Per questo motivo era necessario formare degli inquisitori che riportassero l’ordine con metodi democratici tipo lo scorticamento, l’impiccagione, l’annegamento e i roghi. Gli eretici dovevano essere eliminati perché mettevano in serio pericolo la morale umana e la vita stessa dell’uomo timorato di Dio ma la verità è che l’unica cosa in pericolo all’epoca era il controllo sociale e culturale da parte della Chiesa cattolica. Una Chiesa che a quei tempi - e ahimè non solo allora - non era affatto pronta a vedere che più di qualcuno fosse interessato ad esplorare altre vie della conoscenza o a fare qualcosa che non fosse imposto direttamente dai vertici.
Adesso provate a cambiare i personaggi principali di questa vicenda e a fare viaggiare l’inquisizione nella storia. Vi verranno in mente decine, anzi centinaia di episodi in cui un popolo o una categoria sono stati perseguitati da chi ha cercato di imporre una linea di pensiero unica. Non stiamo parlando più necessariamente di questioni religiose ma anche politiche, perché la “caccia alle streghe” da secoli non riguarda più solo la magia. Questa pratica un tempo riservata solo a chi si chiamava Amelia, spignattava con le erbe e aveva come amico un corvo di nome Gennarino, si è trasformata in un atteggiamento che più volte abbiamo visto esercitare negli ultimi anni dai più disparati schieramenti politici. Impossibile non ricordare alcune di queste guerre cieche e anche un po’ discutibili: la guerra alla magistratura da parte di Berlusconi, quella ai meridionali da parte della Lega Nord, la guerra agli immigrati da parte della Lega attuale, quella al Movimento 5 Stelle da parte del PD e quella del Movimento 5 Stelle un po’ a chiunque. La “Santa Inquisizione” sulla bocca di tutti in questi ultimi giorni è decisamente quella nei confronti dei giornalisti che vede come mandante proprio il partito pentastellato. Dopo circa due anni Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso. “Il fatto c’è ma non costituisce reato”, ha dichiarato il giudice. Parliamoci chiaro: praticamente tutti i politici odiano i giornalisti nel momento in cui l’informazione non li aggrada. Pochi, però, si sono distinti per l’aggressività nei confronti dei media italiani. Nessuna novità a dire il vero, d’altra parte siamo stati abituati da molto tempo a questo disprezzo totale nei confronti della stampa da parte del Movimento 5 Stelle. C’è stato un tempo in cui addirittura con i giornalisti non ci si poteva neanche parlare perché mamma Beppe era stata chiara: non accettate caramelle dagli sconosciuti, se andate a Palermo non toccate le banane e soprattutto non parlate con i giornalisti e non dategli da mangiare dopo mezzanotte, altrimenti si trasformano come i Gremlins. Poi sono arrivate le “selezioni” come nei locali notturni, seguite dalle liste nere e addirittura da post quotidiani sui social dedicati al cattivone del giorno. Un livore davvero eccessivo che fa sorgere dei dubbi. E se avessero ragione? E se effettivamente nei loro confronti la stampa fosse stata persecutoria in maniera del tutto immotivata? Certamente qualche giornale ci ha marciato sopra e capita sovente di dover fare i conti con un’informazione influenzata da qualcosa che non sia l’amore per la verità e la cronaca. Sostenere il contrario sarebbe intellettualmente disonesto. Altrettanto disonesto, però, è urlare allo scandalo per la presunta macchina del fango nei propri confronti nel momento in cui tutta la propria carriera politica è nata e cresciuta esattamente con quello. Con il gettare fango sugli altri. Tonnellate di fango sui propri rivali in politica (vedi l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, sostituito proprio da Virginia Raggi) e altrettante tonnellate sui giornalisti. Una generalizzazione spaventosa, di quelle che puzzano tantissimo di vendetta infantile. Un po’ come quando un uomo chiama “puttana” tutte le donne - tranne la mamma e la sorella, sia chiaro - perché è incapace di relazionarsi con loro, perché sbaglia da qualche parte ma non è capace di ammetterlo. Allo stesso modo, esponenti di spicco di mezzo Governo si rivolgono ai giornalisti con termini piuttosto pesanti: corrotti intellettualmente e moralmente, infimi sciacalli, pennivendoli - aboliamo questo termine, vi prego - e sì, anche puttane. Un termine che non scandalizza per la sua volgarità perché non siamo tra educande ma certamente fa venire il voltastomaco per il suo utilizzo gratuito da parte di chi scrive proprio per un quotidiano o chi ha il tesserino all’ordine dei giornalisti nonostante non sia capace di scrivere due parole in croce anche quando supportato da un team che si occupa di comunicazione; ma soprattutto da parte di chi ora festeggia con Virginia Raggi ma in questi due anni l’ha abbandonata al suo destino perché faceva comodo che ci fosse un capro espiatorio, un singolo incompetente da isolare per nascondere un’incompetenza diffusa e preoccupante. Meglio nascondere sempre tutto sotto il tappeto, accusando gli altri di disonestà e corruzione, nell’attesa che sia pronto e pubblicato il Malleus Maleficarum 2.0

 



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