Aspettando il riconoscimento del Parco delle Gravine, il bosco di Martina necessita di tutela sì, ma soprattutto di buona gestione
Il Bosco delle Pianelle è un ambiente naturale oramai raro nella antropizzata Regione Puglia. Una foresta di querce mediteranee, il cui cuore è una bellissima vegetazione di leccio, con importanti orizzonti climatici pedemontani, grazie alla inversione climatica e quindi vegetativa che si creano grazie alla gravine. Il tutto è arricchito dalla presenza di una quercia tutta nostra quale è il fragno, autentico profugo balcanico "ante litteram"! Ma le Pianelle sono anche storia, cultura, tradizioni, insomma fanno parte di Martina da sempre, sono nel suo cuore.
Per questo da ormai un quarto di secolo si lavora per salvaguardare questa foresta. Il riconoscimento delle riserva naturale, l'appartenenza al parco regionale delle Gravine, sono il risultato di un lavoro antico e paziente. Ma sperando che il parco delle Gravine sia presto una realtà e non solo un titolo, vogliamo richiamare l'attenzione e contribuire al dibattito sulle norme di salvaguardia per le Pianelle.
In tutto il mondo le aree naturali protette, infatti, sono classificate dalla IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura) in base alla loro "mission". Quindi occorre capire quale sia il compito istituzionale della riserva, prima di approvare le norme specifiche di tutela e fruizione. Se le Pianelle fossero una riserva naturale integrale, infatti, non ci sarebbe problema. In questi luoghi, l'uomo sceglie di "fare un passo indietro" e di lasciare i luoghi incontaminati, il più possibile. Ma nel caso delle Pianelle si tratta di una riserva orientata, le cui finalità quindi sono di gestione. Ossia, viene salvaguardata la natura ma ne viene gestito il territorio. Quindi è ovvio che la caccia vi sia vietata, così come l'edificazione o l'asportazione indiscriminata di fiori, frutti, funghi.
Ma l'uomo non va tenuto lontano, ne è parte integrante. Quindi le azioni di visita, di educazione ambientale, di turismo sostenibile, sono parte integrante della "mission" di questo nostro amato bosco. Allora occorrerà differenziare le norme di tutela per aree di importanza. Quindi laddove ci siano emergenze floro-faunistiche ci saranno norme più stringenti, mentre nel territorio meno delicato saranno favorite le attività sostenibili. Dunque il parco non è un tempio inavvicinabile, se non nelle parti laddove l'impatto reale o potenziale vada assolutamente evitato.
Questa è la lezione moderna della gestione delle aree naturali protette, così come emerge da oltre venti anni di legge quadro n. 394/91 e dalle più avanzate esperienze italiane ed internazionali.
La tutela è fondamentale, ma la gestione è il suo strumento. Preserviamo l'ambiente ed il territorio per coloro che non sono ancora nati, ma lo facciamo anche attraverso la conoscenza, lo studio, la formazione, il gioco in natura. Perché il congresso mondiale delle aree protette ha detto di passare da "isole di natura" a "reti di natura protette" e ha deciso che i parchi debbano uscire "fuori dai loro confini", affinché non divengano riserve indiane, mentre il resto del territorio viene banalizzato o cementificato.
In questo spirito, dunque, le Pianelle hanno molto da dire, e non solo a Martina e ai martinesi.