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Spot Questa è Taranto. Purtroppo.

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

7
GIU
2013
Uno spot a diffusione limitata costato seicentomila euro di soldi pubblici da un lato. Dall’altro, cittadini che hanno fatto miracoli a costo zero per la promozione della città. In mezzo, enti locali e amministratori che continuano a prendere decisioni scellerate
 
L’ultima estemporanea iniziativa prodotta dagli Assessorati alle attività produttive e alla cultura della Regione Puglia mi ha spinto ad intervenire in un dibattito dal quale è difficile rimanere fuori se si nutre verso la città un affetto sincero e un rispetto incondizionato. Oggi la città di Taranto vive l’inizio di una nuova era dove il pressapochismo e la superficialità si spera lascino il passo alla voglia di rimboccarsi le maniche e di mettersi davvero a lavorare per il bene comune. Quello stesso pressapochismo che ha costretto tanti, come il sottoscritto, a vedere per molti anni compressa la propria professionalità e a dover scegliere di metterla al servizio di ambiti nazionali, a volte anche estranei al territorio cittadino, tale era la grettezza che in alcuni ambienti amministrativi si continuava a vedere rispetto alla voglia di fare reale promozione del territorio. Dove per “reale” si intende quel tipo di organizzazione e di marketing dell’immagine che con il minimo costo dà il massimo risultato. E proprio in questo senso il Centro Renoir, da me umilmente rappresentato, credo che negli ultimi anni abbia costituito la massima espressione del voler essere realmente al servizio della città. Abbiamo portato i prodotti del nostro mare in giro per l’Italia anche quando gli enti locali continuavano ad ignorarci, probabilmente perché riuscivamo a raggiungere risultati incredibili utilizzando risorse talmente irrisorie da riuscire a mettere in imbarazzo qualunque pseudo assessore si fosse trovato a fare i conti con noi. Ed è per questo che restare indifferenti rispetto a uno spot, confezionato malissimo, della durata di circa 50 secondi durante i quali Taranto compare in appena due fotogrammi e per il quale vengono impiegati SEICENTOMILA euro di risorse pubbliche risulta davvero difficile. Un vero scandalo. Ancora più scandaloso se si pensa che questo spot, per il quale Puglia Promozione, beneamata agenzia “regionale”, non utilizza professionalità tarantine, non mostra immagini caratterizzanti la città di Taranto                – non trascurando tuttavia trulli e similari – ma consuma e distrugge in un colpo solo tutte le risorse attraverso le quali si sarebbe potuta rimettere in carreggiata la desolante programmazione culturale della città e perché no, con l’ausilio di tutti, costruire una serie di eventi per gridare all’Italia intera che qui da noi non c’è solo ILVA ma c’è una intera popolazione che ha voglia di lottare.  Il turismo. Come si fa a credere che nell’anno 2013 i tarantini abbiano ancora l’anello al naso. Come si fa a spacciare per promozione turistica l’impegno di SEICENTOMILA euro di risorse pubbliche per uno spot che, nella migliore delle ipotesi, potrà essere visto solo in alcune stazioni FS e nei TAXI. La rete, i network televisivi nazionali. Nessuno ha avvisato gli Assessori Regionali che, oltre alle Stazioni, esiste qualcos’altro.                      Ma ci rendiamo conto di tutto ciò di cui questo territorio avrebbe bisogno e di ciò che si sarebbe potuto realizzare con SEICENTOMILA EURO? Il Centro Renoir anni addietro, praticamente a costo zero, portò in provincia di Taranto il meglio della stampa turistica specializzata nazionale che, potendo visionare di persona le bellezze del nostro territorio, scrisse chilometri di articoli su quanto fosse meraviglioso venire in vacanza a Taranto. Oggi si cerca di fare turismo con uno spot e, ad esempio, si ignorano le esigenze dei pochi coraggiosi che cercano di creare impresa in ambito ricettivo ma che, sempre più soli, si ritrovano fuori dai giri che contano e non riescono ad adeguare le loro offerte alle esigenze del panorama nazionale. Ciò che più sorprende, specie da parte di amministratori di fresca nomina, è che si continuano a perpetrare ai danni dei tarantini le solite truffe legalizzate attraverso le quali si prospetta mediaticamente qualcosa che invece è completamente diverso dalla realtà. I tarantini, con l’angoscia di queste ore, pagano decenni di politiche scellerate fatte sulla loro pelle e ai loro danni. Enormi quantità di denaro spese attraverso annunci ed illazioni alle quali quasi mai seguivano risultati concreti. E oggi, che sembra giunto davvero il tempo del cambiamento, si continuano a spendere centinaia di migliaia di euro per vedere due ragazzini in uno spot che, ignorando la nostra storia, si guardano spaesati come se venire in vacanza a Taranto fosse qualcosa di stravagante. E’ davvero triste pensare che, ancora oggi, si gettano denari dalla finestra in questa maniera, ignorando le grida di aiuto di tutta una città che, nonostante tutto, ha ancora voglia di lottare. Questa è Taranto. Purtroppo.
 
*Presidente Centro di Cultura Renoir Taranto
 


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