La scorsa settimana, coerente con la repulsione ai calcoli, ho costruito tutto l’editoriale su un anno, il 1902, posticipando erroneamente la nascita della donna più anziana del mondo di quattro anni. E pensare che con il 1898 mi sarei divertita anche di più, ma tant’è. Voi non avete alcuna responsabilità in questo, ma vi tocca comunque sorbirvi due riflessioni su errori, sbagli & co. Cominciamo con ordine e alla lontana.
Nell’aprile del ’61, il viaggio in Sudamerica dell’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi coincise con l’edizione di una serie di tre francobolli commemorativi dell’evento. Di questi, uno, di color rosa, riportava un disegno del Perù con i confini non aggiornati all’annessione di un vasto territorio nel Rio delle Amazzoni. Le reazioni peruviane non si fecero attendere, soprattutto perché l’acquisizione territoriale era fortemente contestata dal precedente titolare, l’Ecuador. Insomma, senza tirarla per le lunghe, il francobollo fu ritirato, entrò nella storia della filatelia con il nome di Gronchi rosa e divenne raro, conteso e prezioso. Una quarantina di anni dopo, a un esame di Geografia, il professore mi chiese di indicare i confini del Perù. Dalla faccia che fece, credo che non indovinai nemmeno il continente. Voi direte, anche Renato Mura, il disegnatore del francobollo, fece il Grande Svarione: e invece no. Il peccato originale di Mura infatti è consistito nel consultare un atlante non aggiornato, quindi si trattò di una leggerezza, di una distrazione, di uno sbaglio, parola che va braccetto etimologico con il greco baliòs (cangiante e quindi abbagliante) e con i relativi abbaglio, bagliare, bagliore (da cui forse anche: “raccontare balle”, ma non ci giurerei). Il mio invece fu proprio un errore, da errare, ovvero andare vagando senza una direzione certa. E infatti probabilmente indicai il Congo invece che il Perù.
Eppure ci sono cose che non si sa bene dove collocare, se tra gli sbagli o gli errori, ma non è che importi poi granché. Per esempio, nel film “Il Gladiatore”, la famosa frase: «Al mio segnale scatenate l’inferno» non è verosimile, perché l’inferno non era ancora stato “inventato” in epoca antonina, ma vuoi mettere Russel Crowe (doppiato da Luca Ward) quando la pronuncia? Lode quindi allo sceneggiatore, con l’augurio che sbagli ancora e così bene.