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COSTITUZIONE CERCASI

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

21
FEB
2014
E così, per buona pace dell’ormai patetico Roberto Benigni, abbiamo scoperto che la nostra Costituzione non è la “più bella del mondo” e che agli italiani, a cominciare dall’inquilino del Colle che ne dovrebbe essere il difensore ed il garante, non interessa ne punto ne poco tanto da essere diventata addirittura un fastidio. La Costituzione è vissuta dai nostri uomini delle istituzioni come accade nelle nostre case con il finto vaso di ceramica cinese, regalo della zia, che non può essere buttato, che deve essere esposto in bella mostra ma di cui faremmo volentieri a meno.
La nostra democrazia sostanziale ha cessato di fatto di esistere il 12 novembre 2011 con le dimissioni tutt'altro che volontarie di Berlusconi, nel contesto di un pesantissimo ricatto da parte dei mercati finanziari, con la regia del capo dello Stato Napolitano e la connivenza del Pd, della Confindustria, dei sindacati e dei principali quotidiani a diffusione nazionale.
In buona sostanza dal lontano, ormai, aprile del 2008, data delle penultime elezioni politiche, non abbiamo avuto più un Presidente del Consiglio eletto direttamente dal popolo e si sono succeduti due Premier, Monti e Letta che, come accadeva ai tempi delle monarchie assolute, sono stati investiti dell’incarico da Re Giorgio I. L'insediamento alla guida del governo di Mario Monti ha suggellato il commissariamento del Parlamento, la sospensione della democrazia sostanziale e l'avvento al potere di una dittatura finanziaria. La colpa principale di Berlusconi fu di aver paventato l'ipotesi di una uscita dell'Italia dall'euro. La conferma è venuta da fonti attendibili quali Lorenzo Bini Smaghi, ex membro del consiglio direttivo della Bce, Hans-Werner Sinn, presidente dell'Ifo, istituto di ricerca tedesco, l'ex premier spagnolo Zapatero. La verità è che la nomina di Monti era già stata decisa nel giugno del 2011, così come emerge dalle interviste di Alan Friedman a Carlo De Benedetti, Romano Prodi e lo stesso Monti, quando lo spread era sotto i 200 punti. Siamo di fronte a uno scenario inquietante che lascia trasparire una guerra mirata ai danni della nostra economia che ha condannato a morte le imprese, devastato le famiglie e impoverito gli italiani al punto da istigarli al suicidio. Oggi assistiamo inermi alla designazione di Matteo Renzi alla guida del governo, decisa nel vertice di un'associazione privata non riconosciuta, ossia il Pd, avallata da un Capo dello Stato che regna da sovrano assoluto pur essendo l'Italia una Repubblica parlamentare, mentre il primo ministro in carica Letta ha presentato le dimissioni «irrevocabili» senza essere stato sfiduciato dal Parlamento, esattamente come avvenne con Berlusconi nel 2011.
L’aspetto più sconfortante di tutta la vicenda politico istituzionale degli ultimi tre anni è il senso di rassegnazione e l’accettazione passiva di fatti e di decisioni che in qualsiasi altro Paese “normale” del mondo occidentale non solo non sarebbe possibile che avvengano, ma se avvenissero porterebbero all’incriminazione ed alla condanna dei protagonisti per attentato alla costituzione. Per quel che mi riguarda, avendo perso da molto tempo ormai la speranza di poter tornare a vivere in un Paese democratico e civile, cerco di trovare un elemento di positività nel fatto che sia arrivato alla guida del Governo Matteo Renzi al quale, come ho scritto precedentemente, vorrei dare un minimo di credito affinchè possa dimostrare di saper far seguire alle parole, tante e condivisibili, i fatti concreti.
Auguri Presidente, ne avrà molto bisogno e auguri a noi tutti, sperando di poter sopravvivere alla catastrofe.
 


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