Alcuni giorni fa, in modo del tutto occasionale, ho ritrovato una intervista telefonica realizzata da Luca Levati a Bettino Craxi per Radio Lombardia. Era l’11 marzo 1997, Craxi era ad Hammammet da quattro anni, e l’eurozona sarebbe stata una realtà solo quattro anni dopo. Vi riporto alcuni stralci dell’intervista per dimostrarvi l’eccezionalità del documento storico. Dice Craxi “Tutta questa corsa verso l’Europa, senza una riflessione critica su ciò che dobbiamo fare e su ciò che ci attende, è per me sbalorditiva. Perché non si chiede ad alta voce, insieme ad altri Paesi, di rinegoziare parametri astratti che non tengono conto della realtà e che provocheranno gravi contrasti sociali. Questo è ciò che penso dell’Europa che stanno costruendo. Io non sono un euroscettico, io sono un europessimista.” E prosegue: “L’Italia è il paese politicamente più instabile del mondo, ivi compreso il terzo mondo, e un paese industriale avanzato non può permettersi questo lusso perché l’instabilità governativa provoca incertezza sul futuro, provoca impotenza e tutto questo ricade sulla testa della società economica e della società civile. E quindi, adesso, siamo alle prese con le macerie che questa falsa rivoluzione ha provocato, una situazione grave che temo sia destinata ad aggravarsi.” E ancora: “Io pensavo e penso ancora naturalmente, che come quando si trattò di ricostruire il Paese alla fine della guerra e si diede la parola ai cittadini che elessero un’Assemblea Costituente che diede alla Repubblica una Costituzione, questa sia la strada maestra. Si fa un gran parlare di II Repubblica, ma dopo cinque anni di gravidanza la II Repubblica non c’è. Sarebbe stato un bene farla uscire da un’Assemblea Costituente.” “La falsa rivoluzione di cui parlavo ha spazzato via i partiti politici e le degenerazioni della partitocrazia per lasciare posto solo alla plutocrazia e alla videocrazia. Il maggioritario doveva essere la panacea per tutti i mali, porre fine alle sventatezze della I repubblica, in realtà il maggioritario ha fatto totalmente fallimento e non ha semplificato la vita politica perché i partiti erano dodici e sono diventati quaranta, e tutto questo fa si che il sistema politico italiano sia totalmente degenerato.” Non so voi, ma personalmente sono rimasto impressionato dalla visione prospettica che Craxi dimostra in questa intervista che dista diciassette anni dall’attualità ma sembra rilasciata questa mattina. Al di là del giudizio morale che ognuno di noi può dare dell’uomo Craxi, è innegabile che la sua statura politica sia stata grande se la relazioniamo, ad esempio, con l’uomo che governa oggi il nostro Paese. Matteo Renzi è l’espressione di quella videocrazia, di cui parla Craxi, al potere in Italia. Apparire piuttosto che essere e la sovraesposizione mediatica di questi mesi ne è la prova tangibile. Ma al di là delle parole, delle promesse e dei proclami si nasconde una cronica incapacità di far seguire alle parole i fatti. Ne sono testimoni tutte le questioni irrisolte a livello europeo ed internazionale dalla modifica del patto di stabilità, alla vergognosa indigenza operativa per far tornare a casa i nostri Marò, alla perniciosa e colpevole insistenza nel sostenere la fallimentare operazione “Mare Nostrum”. Che dire poi delle riforme costituzionali sbandierate da mesi che stanno partorendo dei miseri topolini, se mai ci riuscirà. Per non parlare del costante aumento della pressione fiscale per mezzo della barbarie rappresentata da ogni accise possibile ed immaginabile. Il “ballista” imperversa e non si vede come possa essere fermato. Per finire un’annotazione che forse può apparire estemporanea. Avete notato la strana coincidenza per cui le quattro squadre semifinaliste dei mondiali di calcio sono di quattro nazioni guidate da donne? La Germania di Angela Merkel contro il Brasile di Dilma Rousseff, l’Argentina di Cristina Fernàndez de Kirchner contro l’Olanda della Regina Beatrice. Che sia giunto anche per noi il tempo di affidare le sorti del Paese a una donna?