La battuta è troppo facile per non coglierla. Bene, allora, l’Italia ha un nuovo Capo dello Stato e mi sembra doveroso fare alcune considerazioni. Lo faccio prendendo spunto da una bellissima mail ricevuta da un attento e affezionato lettore del nostro settimanale. E’ mia abitudine rispondere privatamente a chi mi scrive, ma in questo caso le argomentazioni del signor Gianfrate (chiedo scusa ma non conosco i suoi titoli) sono particolarmente interessanti e tali da stimolare una comune discussione. In estrema sintesi il signor Gianfrate, partendo da alcuni miei editoriali fortemente critici nei confronti dei Presidenti della Repubblica che si sono succeduti dopo il magistrale settennato di Sandro Pertini, in particolare Scalfaro, Ciampi e Napolitano, mi sollecita a un maggior rispetto istituzionale che è dovuto a cariche elettive che sono espressione della volontà dei cittadini, mediate dai nostri rappresentanti in Parlamento. Le Istituzioni nazionali vanno rispettate incondizionatamente, semmai sono criticabili i cittadini di questo Paese i quali, nel corso di questi ultimi decenni, hanno abdicato al ruolo democratico di essere centrali nelle scelte dei propri rappresentanti , disertando il luogo delle decisioni, le urne. L’argomentazione è condivisibile nella sua costruzione teorica, ma non la trovo convincente quando si misura con la realtà italiana. Infatti, mi chiedo e vi chiedo, quale rispetto dimostrano i nostri rappresentanti in Parlamento nei riguardi della volontà di noi elettori ? Quante volte ci è capitato di eleggere parlamentari votando per uno schieramento politico ben preciso e in corso di legislatura, e per mero calcolo utilitaristico, li abbiamo ritrovati negli schieramenti avversari? Quante volte è capitato di votare a maggioranza referendum abrogativi (vedi ad esempio il finanziamento pubblico dei partiti!) e vedere approvare leggi che reintroducono quelle norme che avrebbero duvuto essere abrogate? Che rispetto della volontà degli elettori vi è nei garanti della Costituzione quando da sette anni (!) i Presidenti del Consiglio vengono decisi nel chiuso delle stanze dei Palazzi, con maggioranze risicate che non trovano corrispondenza nella volontà dei cittadini ? Quanto poi alla imparzialità dell’inquilino del Colle, l’arbitro super partes di cui si vagheggia, è una chimera a cui non credono neanche gli opinionisti più visionari. Nessuno degli undici Presidenti della Repubblica che si sono succeduti fino a ieri è stato il Presidente di tutti gli italiani, e ne ho vissuti ben nove, e non lo sarà neanche il neo eletto Sergio Mattarella. Su questo ci potete scommettere. Tuttalpiù si potrà scommettere sul grado di maggiore o minore faziosità del nuovo Presidente rispetto ai suoi predecessori. Ogni uomo ha la propria storia personale e politica e le decisioni, ed i comportamenti, sono modellate ad immagine della propria sensibilità etica e culturale. In questo senso è comprensibile che molti dicano del nuovo Presidente «Questo non è il mio Presidente», senza che questo significhi mancare di rispetto al ruolo di massimo rappresentante della Nazione a cui è stato chiamato. Ma se anche fosse stato eletto un uomo di schieramento avverso a quello in cui milita Mattarella, parimenti questo non sarebbe stato il Presidente di tutti. Per concludere un cenno al discorso di insediamento di Mattarella. Politically correct, addirittura ineccepibile nella forma. Ma nella sostanza non posso non rilevare l’ipocrisia di un uomo che dice di avere il cuore grondante tristezza per le condizioni di grande disagio sociale ed economico, di povertà assoluta di milioni di concittadini. E’ lo stesso uomo che, nella veste di membro della Corte Costituzionale, ha bocciato il referendum per l’abrogazione della legge Fornero, la legge più iniqua della storia della Repubblica. E’ lo stesso uomo che, nella veste di membro della Corte Costituzionale, ha incassato 430.000 euro l’anno per i quattro anni che corrono dal 2011 a oggi. Quanto pensate possa essere reale il suo dolore per chi non riesce a conciliare il pranzo con la cena ? In bocca al lupo presidente Mattarella, ma soprattutto in bocca al lupo a tutti noi.