Abbiamo appreso pochi giorni fa, per bocca dell’ineffabile Ban Ki-moon Segretario Generale delle Nazioni Unite, che lo sterminio di 1,5 milioni di Armeni avvenuto tra il 1915 ed il 1917 a opera dei turchi ottomani non può essere classificato come “genocidio” ma, per quanto “spiacevole”, si è trattato solo di un massacro. E sì, perché per i diplomatici delle Nazioni Unite, l’Organizzazione internazionale più inutile nella storia dell’Umanità, la vita di milioni di uomini, donne e bambini ha un peso specifico quantificabile sulla base della loro appartenenza etnica e inversamente proporzionale al colore politico e alla forza economica di coloro che quelle vite distruggono. È sempre stato così come ci insegnano l’olocausto delle civiltà pre-colombiane da parte dei conquistadores, quello perpetrato dagli anglo-francesi ai danni degli indiani d’America, l’immane tragedia della deportazione e della schiavitù di milioni e milioni di nativi africani nelle colonie del nord e del sud America. Ma per venire più vicino a noi, solo nel secolo scorso, lo sterminio degli Ebrei da parte dei nazisti può ascriversi alla definizione di genocidio mentre i milioni di Ebrei, rom ed altre etnie sterminati dalle purghe staliniste possono tuttalpiù essere considerati dei dolorosi “incidenti di percorso” sulla via gloriosa per la vittoria del comunismo. Non sorprende quindi che Ban Ki-moon, uomo che spesso in passato si è dichiarato sostenitore della pena di morte, abbia una considerazione così infima della vita umana. Forse più sorprendente è il fatto che Papa Francesco sia stato lasciato solo, e umiliato dal silenzio assordante delle cancellerie europee, a gridare forte al mondo l’orrore, a distanza di 100 anni, per il crimine aberrante compiuto nei confronti degli Armeni, colpevoli anche e soprattutto di essere cristiani. Tra coloro i quali preferiscono girare il capo dall’altra parte per non irritare il bellicoso partner turco, troviamo in prima fila il governo italiano. Formato da uomini, e donne, pusillanimi a cominciare dal primo ministro Renzi al responsabile agli Esteri Gentiloni, non una sola voce si è levata a sostenere la denuncia forte di Francesco ed a difendere la dignità del Pontefice dalla vile minaccia rivoltagli dal premier turco Erdogan. "Avverto il Papa di non ripetere questo errore, e lo condanno" ha affermato Erdogan, citato da Hurriyet online. "Quando dirigenti politici, religiosi, assumono il compito degli storici, ne deriva un delirio, non fatti" ha aggiunto. "Pensavo che fosse un politico diverso". Un politico diverso! La solita, ottusa, visione islamica che continua ad identificare il potere temporale, che appartiene alla laicità, con il potere spirituale, che appartiene alla religione. Se ancora ve ne fosse bisogno, questo grave episodio ci dovrebbe spalancare gli occhi sul grave errore che l’Unione Europea sta commettendo nel ritenere possibile, ed auspicabile, un ingresso della Turchia nell’Unione stessa. In un momento storico di grande incertezza, di fermenti integralisti che stanno mettendo in dubbio ed a rischio la stessa civiltà occidentale, o quello che di essa ne rimane, portarsi all’interno dell’organismo europeo la Turchia significherebbe costruire con le nostre stesse mani il Cavallo di Troia (e i turchi di questo ne hanno esperienza diretta!) che accelererebbe in modo esponenziale il processo di islamizzazione dell’Europa.