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Sovranità e potere

Pubblicato da: Categoria: EDITORIALI

21
APR
2017
Si prospetta una campagna elettorale non diversa dalle altre, dove, ancora una volta, l’uso e l’abuso di parole la farà da padrona.
 
E’ vero, dall’11 giugno ci separano ancora una cinquantina di giorni ma il grande circo della campagna elettorale lo si inizia a vivere appieno. Si alza il sipario sul palco della politica e si scorgono già faccioni sorridenti che fanno capolino dai primi manifesti elettorali, così come iniziano a girare di mano in mano gli immancabili "santini".
La campagna elettorale è una grande, faticosissima corsa; è come il Giro d'Italia, tanti chilometri da percorrere con un solo unico grande obbiettivo: la maglia rosa del vincitore. Certo è anche importante affermarsi in qualche tappa, ma ancor di più è avere sulla pelle la maglia rosa, indossarla fino all'ultimo traguardo. E la nostra maglia rosa è fascia tricolore. 
Ci apprestiamo a vivere, da attori o spettatori poco importa, una lunga corsa dove non sono importanti solo la partenza e la volata finale, ma è l'intero percorso a essere fondamentale. Portare il capitano alla vittoria finale necessita di una squadra unita e coesa, con gregari pronti a immolarsi per il raggiungimento dell'obbiettivo; serve una squadra forte che abbia discesisti, scalatori e velocisti.
A proposito di “squadre”, proprio in questi giorni si stanno definendo le liste e si scoprono i primi nomi dei candidati consiglieri; sono loro che possono fare la differenza, ognuno di loro è un potenziale umano che può dare la svolta al risultato della propria squadra e in quanto tale deve far molta attenzione ai comportamenti così come alle parole pronunciate.
E proprio in tema di parole, una usata spessissimo in questo periodo (fino a esserne abusata) è: POTERE
Riflettiamoci un po’ su; cos’è il potere se non la sovranità popolare? Cosa sono gli amministratori se non cittadini? Chi sostiene un candidato se non la cittadinanza? Di chi è il potere se non del popolo?
Questo dovrebbero tenerlo a mente tutti. Questo dovrebbe tenerlo a mente chi si candida, chi vuole contribuire e soprattutto chi ha già avuto un'esperienza amministrativa, che non può voler far politica senza considerarsi politico, che non può voler cambiare la storia senza detenere il potere. 
Fin quando all’abbisogna continueranno ad attribuire alle parole “politico” e “potere” una connotazione negativa non ci saranno margini di crescita, sviluppo e miglioramento.
Questo dovrebbe tenerlo a mente il cittadino quando si reca a votare; il potere decisionale vale più di qualsiasi cosa, l'energia potenziale presente in quella matita pesa sulla vita di ognuno. Non sarà una parentela, un'amicizia, un favore ricevuto a risolvere i problemi, ma la trasparenza, la correttezza e la competenza della persona.
Con le elezioni ci troviamo a sottoscrivere e riaffermare il contratto sociale che ci ha permesso di uscire dallo Stato di Natura, opportunità unica per l'uomo, che non va sprecata ma solo valorizzata, sempre.
Ricordiamocelo. In fondo, "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."


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