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Franco Palazzo/ «Il mio ritorno voluto dai cittadini»

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

29
MAG
2015
Il suo slogan è “Onestà e competenza al servizio di tutti”. Dopo l’esperienza da sindaco, ora l’impegno e la progettualità per il governo regionale
 
Nonostante il sovraffollamento di candidati martinesi, in lizza per un posto di consigliere regionale, l’ex sindaco Franco Palazzo non si è sottratto alla chiamata del prof. Francesco Schittulli.  Quali sono le ragioni di questa candidatura?
«Innanzitutto la profonda stima che nutro verso il prof. Schittulli, oncologo di fama mondiale, che attraverso la sua professione ha sviluppato una acuta sensibilità verso i problemi delle persone. Col candidato presidente c’è totale identità di vedute sul modo di intendere la politica. E poi la spinta di moltissimi concittadini che, dopo il travaglio del mio mandato sindacale, hanno compreso di chi fossero le vere responsabilità unitamente alla sfiducia per il totale fallimento del centro-sinistra in particolar modo sulla questione della trasparenza amministrativa e il contatto coi cittadini. Sono stato il primo ad uscire allo scoperto, senza calcoli personalistici e in pieno marasma per le delicate alleanze sul tappeto».
 
Il suo primo impegno da assumere in caso di elezione?
«In una marea di slogan, passa sotto silenzio una voce fondamentale: l’erogazione di un credito etico e compatibile per aiutare i giovani ad avviare piccole e medie imprese, autentico motore dell’economia italiana e pugliese. Solo questa visione può aprire nuovi scenari; mi piacerebbe impegnarmi al massimo in questa direzione conoscendo profondamente la materia, le motivazioni degli imprenditori, le difficoltà cui si va incontro. Poi mi piacerebbe impegnarmi nel turismo cui vanno dedicate energie diverse: non si tratta più di promuovere solo l’immagine della Puglia, ormai assurta a fenomeno mondiale, ma di inventare, di sana pianta, un sistema infrastrutturale all’altezza della nostra fama. Il centro-sinistra predica bene e razzola male come nel caso del gasdotto TAP a San Foca, una perla turistica di livello caraibico che rischia la devastazione con conseguenze irreparabili su ambiente ed economia». 
 
Quali le linee programmatiche della Lista Schittulli che l’hanno convinta ad esserci?
«Mi affascina il concetto di sanità regionale concepito da Schittulli, profondo conoscitore della materia. Vorrei contribuire alla soppressione del super-ticket, ad abbassare la pressione fiscale sui pugliesi cresciuta a dismisura in dieci anni di centro-sinistra, ad alleviare i problemi di agricoltori (xylella) e allevatori (quote). Il dramma ILVA, poi, è in cima ai miei pensieri. E’ un’emergenza nazionale in cui la regione recita un ruolo chiave. Se crollasse l’ILVA si innescherebbe una reazione a catena dagli effetti devastanti. Emiliano la vorrebbe chiudere ma per riconvertire il nostro territorio occorrerebbero decenni di cui non disponiamo. Bisogna individuare un punto di equilibrio tra tematiche ambientali e problemi occupazionali, andando al cuore del problema senza girarci intorno come ha fatto la gestione Vendola, una brutta pagina di politica regionale. Io partirei da un autorevole richiamo, lanciato da Sua Eccellenza Arcivescovo Filippo Santoro, che invita tutte le parti in causa – sfera politica, governo, imprenditoria, parti sociali e soprattutto i lavoratori – a rendersi parte attiva nel ripensare l’intera vicenda ILVA. Con i soli proclami, o vagheggiando le teorie di qualche economista “visionario”, non si va da nessuna parte».
 
Che impressioni ha riportato dal contatto con migliaia di persone?
«Vige un clima di sfiducia che potrebbe riflettersi sulla partecipazione al voto, ipotesi da scongiurare ad ogni costo. Il contatto umano resta sempre il miglior modo di confrontarsi sui problemi. Anche i “social” riflettono risentimento e temo non siano ancora il mezzo migliore con cui esprimere le vere ragioni dello stare in politica. Per non parlare dei “comitati”, un inutile ed anacronistico spreco di danaro per una visibilità che non produce effetti. Bisogna ascoltare il cuore della gente altrimenti meglio dedicarsi ad altro».
 
A quali difficoltà va incontro un candidato considerato “maturo” per anagrafe e percorso politico rispetto ai repentini mutamenti della scena politica e dei gusti dell’elettorato?
«L’esperienza non sembra essere un problema quanto un aspetto positivo per l’elettorato. Soprattutto se a questi valori si abbina un buon rapporto col territorio, elemento indispensabile per un “politico” secondo l’accezione classica del termine. Certo, vanno assecondati i nuovi canali di comunicazione ma non si può prescindere dal rapporto diretto con la gente della propria provincia. In tal senso, lo dico sommessamente, non mi sembra che i miei concorrenti possano vantare questo rapporto. Se le persone ti conoscono veramente possono valutare se Franco Palazzo è un uomo che rispetta gli impegni assunti o sarebbe capace di rubare le caramelle ai bambini. La voce più importante del mio sobrio budget elettorale è la suola delle mie scarpe che mi porta a contatto con la gente per ascoltare i problemi veri. A questo vanno coscienziosamente affiancati i manifesti, i social network, le e-mail, gli sms a raffica che pontificano virtù non sempre verificabili sul campo. Comunque, il concetto di soldi a palate per le campagne elettorali mi insospettisce mentre mi affascina la potenzialità della “democrazia della rete” per la possibilità di esprimere singoli e capillari pareri ma siamo ancora agli inizi, è un tipo di democrazia che deve crescere».
 
Azzarderebbe un pronostico sull’esito finale delle elezioni?
«Non nutro il minimo dubbio sul successo della nostra coalizione. Nonostante il caos politico iniziale, che ha disorientato l’elettorato, l’affidabilità di Francesco Schittulli e la coerenza di Raffaele Fitto hanno rimesso le cose al posto giusto in un progetto comprensibile ai pugliesi. Piuttosto, prevedo conseguenze nefaste per la coalizione di sinistra sovraffollata di personaggi sensibili al “cambio di casacca” pur di ottenere un posto da consigliere regionale. Assistiamo a vertiginosi “giri di valzer” pur di ottenere un posto in lista a dispetto dell’elettorato considerato come un branco di pecoroni. La quadrata coerenza è l’aspetto più importante della nostra coalizione. Ma l’appello finale lo rivolgerei a quegli elettori indispettiti dalla cattiva politica e dalle aspettative disattese: andate a votare, non rinunciate a contribuire al futuro della nostra bella Puglia».
 
 


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