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Francesco Fischetti/La mia politica under 30

Pubblicato da: Categoria: POLITICA

28
DIC
2012

 

Impegno e passione al primo posto per il coordinatore regionale di Generazione Futuro nonché Assessore a Fragagnano, un Comune che ha fatto di un’amministrazione giovane il suo punto di forza
 
Lei è coordinatore regionale di Generazione Futuro, come spiega il suo ruolo e le sue funzioni?
«Innanzitutto mi preme sottolineare che la carica che rivesto è stata frutto di un intenso lavoro sul territorio durato circa due anni durante i quali il nostro movimento ha inteso costruire l’ossatura della struttura, celebrando i congressi provinciali e alla fine quello regionale. Sento il dovere di ringraziare gli amici di tutte le province e i vari coordinatori che hanno inteso riporre la propria fiducia nella mia persona. Il mio, in questo periodo storico in particolare, è un ruolo delicato. Quotidianamente cerco di farmi carico delle istanze della generazione che rappresento e della generazione che seguirà dopo di noi, per portarle sui tavoli della discussione politica dei cosiddetti “grandi”». 
Oltre a svolgere questo ruolo lei ricopre anche l’incarico di Assessore presso il Comune di Fragagnano: quale sono state le iniziative intraprese all’interno dell’Amministrazione?
«L’incarico assessorile mi rende responsabile e mi inorgoglisce. Sento forte il dovere e l’onore di poter rappresentare la mia comunità sia all’interno dello stesso paese, che all’esterno durante le molteplici occasioni di confronto istituzionale. Da subito ho cercato di instaurare con la cittadinanza un rapporto cordiale, basato sul rispetto reciproco. Durante questo mandato, assieme a tutti gli altri colleghi della maggioranza, sentiamo forte il desiderio di affermare il principio del merito, l’unico in grado di premiare i meritevoli e di poter dare effettivamente a tutti le stesse opportunità. Ho sin da subito proposto al Consiglio comunale l’approvazione dell’Albo comunale delle associazioni per poter censire, monitorare e stabilire uno stretto rapporto di collaborazione tra l’Ente e le tante e ferventi associazioni. Particolare attenzione stiamo prestando alla riscoperta e alla tutela delle tradizioni locali, sulle quali a breve presenteremo un interessante libro. Contestualmente e in accordo con la locale Pro Loco si sta rivitalizzando la biblioteca comunale all’interno della quale prenderà luce un importante progetto per la diffusione della lettura tra i bambini. Partiremo in questi giorni con l’organizzazione di una  giornata artistico-culturale durante la quale far esibire i giovani talenti locali. In ultimo, certamente non per importanza, ci stiamo concentrando su un costante monitoraggio delle varie opportunità di finanziamento che la Comunità Europea mette a disposizione dei comuni attraverso i Ministeri o la Regione». 
Secondo lei, come mai aumenta sempre più la distanza tra politica e giovani di oggi?
«La distanza che oggi separa la politica ed i giovani, a mio avviso, è il prodotto di vari fattori determinanti. Primo tra essi la incapacità dei partiti -i quali dovrebbero essere gli ambienti adatti alla formazione dei ragazzi- di organizzarsi e di creare le strutture idonee alla crescita anche della coscienza civile di ogni ragazzo. Nel corso degli anni, purtroppo, i partiti sono stati utilizzati come semplici “comitati elettorali” utili ad attrarre consenso esclusivamente durante i periodi di campagna elettorale, sfruttando anche l’entusiasmo dei più giovani, per poi abbandonarli dal giorno dopo lo scrutinio. In secondo luogo le vicende di cui quotidianamente si occupa la cronaca nazionale, non aiutano a dare credibilità alla politica e ai politici, ma al contrario aumentano il divario tra gli stessi e i cittadini. Oggi viviamo fortunatamente in un mondo globalizzato in cui le notizie corrono veloci e il giovane, che è chiamato quotidianamente a mille sforzi per far fronte alle difficoltà, reagisce agli scandali con un rifiuto. Quello che mi piacerebbe far comprendere a tanti ragazzi che preferiscono non occuparsi della vita pubblica è che è necessario reagire e occuparsi di politica, altrimenti sarà la stessa ad occuparsi di loro e del loro futuro».
Quale è la sua idea sullo scenario politico attuale che in questi giorni stiamo vivendo?
«Lo scenario politico attuale è molto “fluido”, per utilizzare un termine tanto caro agli analisti politici. Oramai c’è un ampio dibattito all’interno di tutti gli schieramenti politici, utile e inevitabile in questo determinato periodo storico. Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra generazione sta vivendo una tra le più importanti crisi economiche della storia, i dati di disoccupazione sono a livelli allarmanti e il nostro Paese, che lentamente cerca di risalire la china attraverso un grande sforzo di tutti i cittadini, è chiamato a rinnovare le Istituzioni più importanti. Si rinnoveranno le Camere, si formerà un nuovo governo con il relativo premier, ma soprattutto si dovrà eleggere un nuovo Presidente della Repubblica». 
In vista delle prossime elezioni politiche del 2013 pensa che in futuro cambierà qualcosa?
«A questa domanda credo stia rispondendo la cronaca delle ultime settimane. Probabilmente dal giorno della risposta a quello della pubblicazione di questa intervista saranno già cambiate molte cose. Sicuramente i partiti si affanneranno nel cercare di dare una parvenza di rinnovamento alle proprie formazioni politiche, ma suppongo purtroppo che cambierà ben poco anche perché questo necessiterebbe di un processo lungo, condiviso e duraturo nel tempo. Mi preme a questo punto, alla luce di quanto già detto, rivolgermi ai tanti coetanei disinteressati dalla politica di comprendere l’importanza dell’esercizio del voto. Sarebbe auspicabile una massiccia partecipazione giovanile alla vita politica per cercare di riportare linfa nuova al nostro Paese, evitando però di farsi trascinare dai facili populismi. La strada intrapresa, fondata sul rigore e sul sacrificio, è irta di pericoli, ma sicuramente servirà a ridare basi solide alla nostra società che ha la necessità di dover costruire su nuove fondamenta il nuovo assetto. Sono certo che la nostra generazione sarà in grado di accettare la sfida e di comprendere che i nostri sacrifici saranno utili anche a  riparare qualche danno del passato, senza troppe recriminazioni e senza vittimismi».
 


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