Agape Onlus opera da dieci anni sul territorio tarantino fornendo molteplici servizi. Il nome scelto dall’associazione è già un po’ il suo “biglietto da visita”
Agape deriva “dal greco á¼€γάπη che significa amore disinteressato, fraterno, smisurato, per indicare lo slancio, l'entusiasmo dell’amore verso un coniuge, la famiglia, o una particolare attività”. Con queste parole Roberta Greco “m’introduce” alla Onlus Agape (http://www.onlusagape.it/), con cui collabora come volontaria.
Agape nasce a Taranto nel 2000. A fondarla è stato un gruppo di persone spinte da una forte e radicata motivazione: mettere a disposizione parte del proprio tempo per aiutare le fasce più fragili della popolazione del territorio. Da dieci anni la Onlus fornisce assistenza domiciliare privata a persone autosufficienti e non, che soffrono una condizione di disagio psico-sociale, e sostegno educativo e scolastico privato per minori normodotati e non. “L’associazione, […] attraverso una convenzione con la Presidenza del Consiglio del Comune di Taranto, l’Assessorato alla Pubblica Istruzione, i Dirigenti Scolastici e le famiglie di alunni diversamente abili, ha messo a punto un servizio di assistenza parentale e educativa all’interno di alcune scuole di ogni ordine e grado”.
Agape Onlus eroga inoltre un servizio di Telesoccorso, Teleassistenza e Telecontrollo per anziani e persone che si trovano in condizioni di disagio cronico o temporaneo; tre anni fa è stato poi lanciato il progetto di Taxi Sociale, un’iniziativa di carattere fortemente innovativo. “Il servizio, realizzato in partenariato con l’associazione di volontariato Alzàia Onlus di Taranto, prevede l’accompagnamento di persone in stato di particolare bisogno presso i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari del territorio comunale di Taranto”. Questo progetto è stato reso possibile grazie a un protocollo d’intesa tra fondazioni bancarie e volontariato. “Per accedere a tale servizio occorre presentare apposita domanda presso le sedi operative delle associazioni Agape e Alzaia a Taranto, negli orari di ricevimento al pubblico. Nella domanda, oltre al nominativo della persona da trasportare, dovrà essere specificata la struttura presso la quale la persona deve essere accompagnata e l’orario entro il quale effettuare il trasporto. Nella stessa domanda il richiedente dovrà attestare di essere a conoscenza delle norme di utilizzo del servizio e di essere consapevole che il servizio sarà svolto da personale volontario”.
Nel settembre 2011 è stata la volta della Banca del Tempo, denominata “Tempo Sociale” promosso dalla Regione Puglia, nell’ambito dei Progetti per Azioni di Sistema per l’Associazionismo Familiare – Anno 2009. La BdT è un “organismo” basato sullo scambio gratuito di tempo; la prima venne fondata a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1995 a opera di un sindaco donna e del Comitato Pari opportunità. I media guardarono con un certo interesse a questo evento, e anche ciò favorì la diffusione delle stesse. La peculiarità dell’esperienza delle BdT in Italia è rappresentata dal fatto che esse non nacquero in risposta a una crisi economico-sociale, com’era successo in Europa del Nord, ma furono piuttosto la “naturale conseguenza” delle riflessioni e del dibattito maturati negli anni ‘80 in riferimento al tema della conciliazione dei tempi di vita e lavoro da parte delle donne.
La BdT si basa quindi su un principio che potremmo definire di baratto; per esempio, un anziano ha bisogno di cambiare una lampadina in casa, ma non è in grado di farlo data l’età: se ne occupano quindi i volontari di Agape Onlus che magari vengono poi ricompensati con una torta di mele preparata dalla moglie dell’anziano. “Vogliamo incrementare la ripresa e la nascita di valori, pressoché perduti e dimenticati – spiega Giovanni Sicara (presidente Agape Onlus) - tra i quali la possibilità di proporre e favorire un clima positivo di cooperazione cittadina e di solidarietà tra individui, di incrementare una sensibilità nei confronti di chi si trova in una condizione di svantaggio e problematicità, attraverso l’erogazione reciproca tra le parti di parte del proprio tempo, di favorire lo scambio paritario tra persone, pur avendo specifiche ed individuali inclinazioni, attitudini, specialità e di arrivare alla nascita di una concezione in cui l’uomo è depositario di bisogni e necessità, ma anche foriero di ricchezze e risorse”. Le iscrizioni alla BdT costituita da Agape Onlus sono diverse, e il territorio sembra rispondere molto bene, mi spiega Roberta Greco.
L’associazione tarantina ha recentemente lanciato Gli Altri Siamo Noi, periodico sul terzo settore che si richiama, ancora una volta, ai principi di collaborazione e apertura, fondamentali non solo per approcciarsi ai destinatari di tali servizi, ma anche per fare sistema con gli altri soggetti che operano in quest’ambito. Più che mai, l’unione fa la forza. E, come si legge sul primo numero della rivista, rende questo mondo “straordinario, nel senso etimologico del termine. Ovvero, fuori dal comune”.