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ANNAMARIA ZITO/NULLA E´ COME SEMBRA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

11
APR
2014
Il debutto con un romanzo, “L’altra faccia del cammeo - La fragilità dei sogni” che sbalzandoci all’indietro di quasi due secoli e facendoci assaporare un’atmosfera romantica, insinua il dubbio che, mutate le apparenze, nella sostanza le ipocrisie e le mezze verità restano, soprattutto per le donne
 
Certo è che Annamaria Zito ne ha avuto di coraggio a scegliere di esordire con un romanzo ambientato nell’800: “L’altra faccia del cammeo – La fragilità dei sogni” (Leucotea). Un romanzo frutto delle sue molte letture, ostinatamente voluto, costi quel che costi, per lanciare un messaggio molto chiaro: da quel 1835 (data in cui si colloca l’inizio della dolorosa vicenda di Isabelle Blanchard) non è che la condizione delle donne sia molto cambiata. E’ stata lei stessa a sottolinearlo più volte domenica scorsa a Casa Cappellari, location scelta per la presentazione del libro con tanto di costruzione scenica, curata dall’Associazione Terraterra, nella quale numerosi figuranti hanno ricreato le atmosfere ottocentesche presenti nel racconto. “Anche oggi – ha detto Annamaria – le donne subiscono la cultura del salvare le apparenze.” Quindi, sembra volerci dire che quello che delle donne viene mostrato, talora esibito e spettacolarizzato, non è che, appunto, “la faccia di un cammeo” che sul retro nasconde una superficie liscia e piatta. Questa prima prova della Zito è nata dopo la partecipazione ad un corso di scrittura che per l’autrice ha rappresentato un punto di snodo della sua vita, una tappa che l’ha condotta sì a scrivere ma soprattutto a leggere, leggere, leggere. E delle letture di cui si è nutrita e continua a nutrirsi “L’altra faccia del cammeo” è pregna. Non per spegnere l’entusiasmo ma per rinvigorirlo,  da questa voce, che si aggiunge a quello che potremmo definire un vero e proprio coro, considerato il numero significativo di autori e autrici martinesi o della Valle d’Itria che dir si voglia, da questa voce – dicevamo – dopo questa prova narrativa impastata di modelli letterari significativi (Flaubert, Proust giusto per citarne alcuni)  ci aspettiamo, con lo stesso coraggio e la stessa determinazione, uno sguardo e soprattutto un linguaggio centrato sull’oggi. Meglio ancora se sull’oggi delle donne, sulle loro attese, i conflitti, le incomprensioni ma anche le conquiste, il rapporto con la sofferenza fisica e spirituale. Il tutto però chiamando in causa l’altra “faccia del cammeo”: in questo caso quella dell’uomo. La letteratura, infatti, è denominatore comune dell’esperienza umana; grazie ad essa gli esseri viventi si riconoscono e dialogano, a prescindere dalle loro condizioni occupazionali ed esistenziali, dalle loro prospettive, dal contesto geografico. Siamo membri della stessa specie: l’uguaglianza essenziale di uomini e donne in tutte le latitudini è il richiamo forte al quale tendere. E la lettura può offrire, oltre al piacere, all’intrattenimento, anche una prospettiva attraverso la quale guardarci nella nostra interezza umana, con le nostre azioni, le nostre aspirazioni, i nostri fantasmi; da soli e in relazione con gli altri, nella vita pubblica e in quella privata, come nel segreto della nostra coscienza, nella quale si condensa la somma delle verità contraddittorie di cui è fatta la condizione umana.
 


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