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Anna Rita Pinto/Come Dio (almeno per un giorno)

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

27
GIU
2014
È vero, chi sceglie la via della scrittura o del cinema sa che stipulerà un abbonamento a vita al precariato, ma creare personaggi, luoghi e storie, altre vite oltre alla propria non ha prezzo. Allora, tanto vale essere preparati: ce ne parla la fondatrice della prima accademia del settore in Puglia
 
Lei, Anna Rita Pinto, è una sceneggiatrice mesagnese d’origine e romana di adozione, e la sua è l’unica realtà nel mezzogiorno che offre corsi permanenti negli ambiti del cinema e della scrittura creativa.
 
Il cinema e la scrittura come metafora della vita e come fonte e riflesso del pensiero. La scrittura è  vita, diceva François Truffaut, scrivere significa migliorare la vita, sistemarla a modo proprio, prolungando i giochi dell'infanzia. Cosa significa essere scrittore oggi?
 
«La scrittura è la possibilità di essere Dio per “un giorno”: poter creare personaggi, luoghi, storie che forse non vivrai mai. O magari aggiustare quelle che hai vissuto ma con la libertà di cambiare le sorti, in bene o in male. E’ un’arma per veicolare concetti profondi con la leggerezza di un gioco. E’ bisogno quotidiano di fare i conti con se stessi .E’ libertà di pensiero. E’ un antidoto contro i cattivi che spiattellati su un foglio vengono disarmati. Ed è una rivalsa sui troppo buoni, che sono noiosissimi e danno fregature più dei cattivi. La scrittura è la vita e sceglierla significa accettare ufficialmente e scientemente la via del precariato ma ormai ciò è valido in qualsiasi settore lavorativo».
 
Come descriverebbe il suo stile e l’estrinsecarsi dell’atto creativo nella sua scrittura? Ha un metodo rigido da rispettare?
 
«Non saprei davvero, la scrittura è mutevole come le persone nelle varie stagioni della vita. Io ho iniziato in una modalità drammatica-intimista-filosofica-ombelicale, ma crescendo sono peggiorata: sono sempre drammatica-intimista-filosofica-ombelicale, solo che adesso mi prendo anche in giro per questo….e mi diverto di più. Di sicuro parto sempre dalla realtà e spessissimo da quei drammi che mi toccano nel profondo. E io ci vado a scavare dentro, anche con poca leggerezza. Per questo ho sempre la necessità che almeno da qualche parte, nelle mie storie, ci sia qualche personaggio che faccia tirare il fiato con un po’ di ironia, non solo ai lettori ma soprattutto a me. L’ispirazione non è più una parola che conosco, aggiungerei fortunatamente. Nel senso che scrivo quando c’è da scrivere. E’ una questione di allenamento e disciplina. Non è che se uno lavora in banca va a lavorare solo se è ispirato. Sono leggende a cui “gli artisti” piace dare enfasi. Certamente ci sono i giorni in cui proprio non viene fuori nulla di dignitoso ma deve essere l’eccezione. La regola è rimanere incollata alla sedia: qualcosa di buono, anche solo per sfinimento, viene sempre fuori. Lo dico fino alla nausea anche ai miei allievi ai quali insegno scrittura creativa. E’ un modo per invitarli a trovare scuse più creative quando non fanno gli esercizi che  assegno. E quindi a lavorare».
 
Lei è scrittrice di sceneggiature per il cinema e per la televisione. Ci parli della “giusta ispirazione” per la scrittura e per la sceneggiatura.
 
 
«Per avere “la giusta ispirazione” occorre osservare e rubare con gli occhi, con le orecchie, con il naso e con il tatto ed essere in grado di trasferire sul foglio quelle sensazioni di cui ci siamo impregnati osservando, valutando poi il punto di vista migliore per raccontare quella storia o quel personaggio. Occorre studio e profonda conoscenza della tecnica. Solo conoscendo le regole possiamo decidere di disobbedire, e non farsi mancare la voglia di passare tante ore sulla sedia».
 
Secondo lei qual è il compito di un buon film? Quando un film si può dire un prodotto ben riuscito?
 
«Secondo me un film deve semplicemente emozionare e creare, dove ci si riesca, l’immedesimazione di chi guarda. Non deve insegnare niente, per quello c’è l’istruzione, il cinema invece è cultura: del sentimento, del bello, della natura umana, del ridere e del piangere senza pudore. Un prodotto è ben riuscito quando tutti i reparti, da quelli creativi a quelli tecnici, alla promozione e alla distribuzione, funzionano bene».
 
Dopo diversi anni di esperienza capitolina lei torna nella sua terra, la Puglia, e decide di creare una realtà unica nel mezzogiorno. E' una grande prova di coraggio. Quale situazione ha riscontrato sul piano strettamente culturale? Il territorio come ha risposto a questa iniziativa innovativa e di valore fortemente culturale ?
 
«Il mio territorio è cresciuto molto, culturalmente parlando, ma ritengo ci sia ancora da lavorare. Ricordo che molti anni fa, quando ancora vivevo qui, pensare di fare alcuni lavori “diversi” era quasi un peccato, sogno impossibile e forse “inutile”. Non esistevano luoghi dove coltivare, far sbocciare  e condividere con altri la passione della scrivere e della  lettura, impensabile era poi trovare un posto in grado di formare e sviluppare queste passioni. Quello che noto oggi è che la voglia di fare c’è, bisogna solo trasformarla in azione. Lo capisco ogni volta che incrocio lo sguardo dei ragazzi nei nostri corsi. Ovviamente non inciterò nessuno a rifiutare un posto fisso (…), ma proverò a trasferire loro ciò che io ho imparato in questi anni di lavoro, a convincerli che l’improvvisazione non premia gli audaci ma li blocca nel limbo del pressappochismo. Proverò a caricarli di motivazioni per fare al meglio ciò che desiderano. Qui, come in ogni luogo, c’è gente che ha grandi potenzialità. Bisogna solo vincere il pudore della condivisione e la paura della critica. Ecco, noi offriamo un posto dove “essere”, attraverso il proprio talento e la propria arte».
 
Il progetto Cine script è una vera innovazione per il nostro Sud e ricordiamolo, vanta come partner Maurizio Costanzo, Enrico Vaime, Luca Ward e la casa editrice Il Grillo. Come  nasce  questa fantastica idea e qual è la mission di Cine Script?
 
 
«“In principio era il verbo… tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. (Dal Vangelo secondo Giovanni). E’ andata più o meno così, in principio. Io ho avuto l’idea e ho creato ma siccome non sono Dio ho avuto bisogno di validi sostenitori che sposassero la causa. Non possiamo nulla se siamo da soli, e questo è un atto di umiltà necessario, guai se non lo capissimo a quarant’anni. La prima persona coinvolta nel “reato” è stata Riccardo, montatore cinematografico romano, poi Maurizio Costanzo e Enrico Vaime, con i quali lavoravo in quel periodo. Mi hanno detto: “se puoi pensarlo puoi farlo”, così alla fine l’ho fatto. Il primo anno è stata dura, non conoscevo più nessuno con cui avere uno scambio su nessun piano. Poi per rompere il ghiaccio ho contribuito all’organizzazione de “La valigia dell’autore” presso la biblioteca di Mesagne e lì ho incontrato Claudia Ribezzi che assisteva alle mie letture. Con lei si è subito instaurato un rapporto empatico e ho imparato a riprendere confidenza con la mia terra, apprezzandola ancora di più. Così è nata Cabiria, l’associazione culturale che lavora su progetti sperimentali scegliendo la Puglia come fucina creativa, fondata da me, Riccardo Poggi, Claudia Ribezzi e Monica De Paola, storica amica brindisina. Vaime e Costanzo ne sono soci onorari, visto che hanno avallato il progetto di punta: Cine Script, appunto. Insieme, ognuno in modo diverso, curiamo questa piccola ma già tenace creatura».
 
Riuscire a formare e "scovare" talenti della scrittura e non solo, è una bella sfida. Del resto questo è ciò che ha imparato bene lavorando con grandi Maestri come Maurizio Costanzo?
«In primis sfatiamo una leggenda: i laboratori, soprattutto quelli di scrittura creativa, non sono posti dove si dice come scrivere. Sono luoghi, non solo fisici, dove si lavora sulle potenzialità espressive di chi vi partecipa e dove si insegnano tecniche e trucchi del mestiere da amalgamare al talento. Noi ci limitiamo ad accompagnare, senza snaturare, l’estro creativo degli allievi per incoraggiare (non illudere) ognuno a camminare con il proprio progetto individuale e questo serve anche nella vita. Creare è una bella parola. Improvvisamente si respira meglio, si avverte una parte normalmente nascosta reclamare il diritto di farsi sentire. La scrittura per esistere ha bisogno di un’anima e questa  non s’impara con la tecnica. L’anima si nutre di vita e nutrendo essa, la scrittura diventa vera. La tecnica si acquisisce con la conoscenza e la pratica. E lì interveniamo noi. Poi la tecnica segue l’anima, le sta appiccicata anche quando si rivolta contro. Per questo il meglio che possiamo sperare è di tenerle in armonia. Questo è ciò che ho imparato lavorando con grandi nomi come Maurizio Costanzo e questo è ciò che vogliamo trasferire. Se poi riusciremo a scovare talenti e aiutarli ad emergere vorrà dire che avremo vinto la scommessa».
 
Ci parli delle attività della scuola. Quali sono i corsi offerti da Cine Script? 
«Cine Script  offre corsi a numero chiuso, da 5 a 10 allievi per classe, per garantire il massimo della nostra attenzione. Non vogliamo sfornare numeri (anche se sarebbe più conveniente per noi), ma ci piace guardare negli occhi le persone, anche dopo che ci hanno pagato. Ai nostri corsi può accedervi chiunque, ragazzi e adulti di qualsiasi età che vogliono mettere alla prova il proprio talento o le proprie aspirazioni attraverso il linguaggio scritto, parlato, letto e filmato. Niente titoli particolari o precedenti esperienze specifiche,  unici requisiti richiesti sono l'entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco. Solo così è possibile acquisire gli strumenti necessari per coltivare una passione, per accedere a livelli di formazione superiore o per muovere i primi passi, in modo concreto, verso gli ambiti di competenza prescelti. I nostri corsi permanenti sono: scrittura creativa livello base - propedeutica ai corsi di narrativa e sceneggiatura; scrittura narrativa; sceneggiatura per cinema teatro e televisione; produzione di cortometraggi; storia e dinamica del teatro; dizione; lettura espressiva. Oltre ai corsi permanenti, a breve organizzeremo workshop intensivi sul doppiaggio e public speaking con Luca Ward; di editoria con Barbara Bechelloni; di recitazione con Caterina Costantini e Manrico Gammarota e molti altri professionisti con i quali collabora su Roma».
 


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