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Arte evergreen/Monna Lisa reloaded

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

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LUG
2014
Da mito a icona pop, la Gioconda in mostra a Otranto. Il castello Aragonese ospita il capolavoro di Leonardo… e le sue numerose “sorelle”
 
Enigmaticità e universalità. Sono questi gli ingredienti delle icone dell’arte che hanno attraversato i secoli veicolando messaggi condivisi da un larghissimo numero di persone. Parliamo di opere che, a dispetto del tempo che passa, continuano a emozionare, confermandosi sempre vive e attuali. Uno dei miti più affascinanti e misteriosi che ha percorso la storia della cultura è quello della Gioconda, a cui è dedicata la mostra-evento “Il Mito di Leonardo a Otranto. Monna Lisa e la Gioconda nuda attraverso cinque secoli”, in corso al Castello Aragonese di Otranto (Lecce) fino al 30 settembre. Il progetto è curato da Alessandro Vezzosi (direttore del Museo Ideale di Leonardo da Vinci), l’allestimento è stato affidato a Luciano Calosso e il coordinamento all’associazione culturale FromZero – gruppo di ricerca artistica, in collaborazione con Colosseum e Salentoweb.tv.
Reduce dai successi riscossi in Florida, Giappone e Taiwan, l’esposizione approda in Salento evocando quesiti suggestivi circa i possibili legami tra Leonardo e Otranto, da Francesco di Giorgio Martini e Gian Giacomo Trivulzio per le fortificazioni, a un distico latino sulla tomba dell’arcivescovo Serafino di Squillace in cattedrale. Perciò non è un caso che il primo evento organizzato dalla gestione comunale del Castello, fino allo scorso inverno affidato alla Soprintendenza, sia proprio quello dedicato a Leonardo. Così ha commentato il sindaco di Otranto: «la mostra conclude uno studio secolare sulle tracce delle fasi e degli esiti creativi del grande Maestro Leonardo. Un’occasione di rilevanza storica e di estrema attualità che recupera il fenomeno incomparabile dell’iconografia del dipinto più celebre al mondo, con una straordinaria complessità di opere e di immagini. Un’esposizione che inserisce definitivamente il nostro Castello tra i più importanti circuiti espositivi del territorio, confermando anche la storica vocazione della città quale crocevia di esperienze e culture».
L’esposizione si articola su due piani, il primo dei quali squisitamente storico, che si apre con la Gioconda nuda di Gian Giacomo Caprotti (detto Salai) allievo prediletto di Leonardo. E’ un’opera, questa, tra le più discusse: qualcuno infatti ha ipotizzato che sia stata realizzata a quattro mani dal maestro e da Caprotti, o che comunque fosse stata ideata per comporre un dittico con la “sorella” più celebre. Si procede quindi con la tavola cinquecentesca raffigurante la Gioconda del Louvre e con un Nodo Vinciano del 1508, una sorta di “falso ricamo”, un arabesco che ricorre lungo i bordi dei lavori di Leonardo o di quelli da lui commissionati, e che alcuni hanno definito elemento di carattere esoterico. Si continua con Michel Jean Baptiste e Joseph Farington per poi approdare all’epoca moderna, in cui molti artisti di calibro mondiale hanno voluto “rendergli omaggio”, ciascuno a proprio modo, ciascuno in base al proprio stile peculiare e alla propria sensibilità. La mostra ospita così le due Gioconde L.H.O.O.Q. (coi baffi e rasèe) del dadaista Marcel Duchamp, la reinterpretazione surrealista di Dalì, la Monna Lisa Simpson di Nick Walker, che ne sancisce il passaggio da mito a icona pop, e le rivisitazioni di Warhol e Botero. Al già ricco menù si aggiungono installazioni e contenuti multimediali che offrono una visione d’insieme delle suggestioni legate ai lavori di Leonardo, laboratori di Giocondolatrie e un “processo” al mito della Gioconda.
L’opera del maestro si conferma quindi miniera inesauribile di studio, ricerca e dibattito. Una prova, questa, del fatto che l’arte intramontabile non è quella che offre (fin troppo) facili risposte alle domande dell’uomo, bensì quella che non smette di stuzzicarlo, alimentando la voglia di approfondire, confrontarsi e porsi delle domande.
 
 


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