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Uccisa a Bari/Santa, non solo di nome

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

5
DIC
2014
Proprio vero che nel nome è il destino. Aveva 23 anni quando è stata ammazzata per mano di un uomo rifiutato. E’ la storia che il regista Alfredo Traversa ha voluto mettere in scena per raccontare le atrocità – ancora in corso - che si celano dietro a un femminicidio singolare tra tanti
Santa di nome e di fatto, la 23enne barese perseguitata e morta per le mani di uno pazzo schizofrenico, attualmente a piede libero senza restrizione alcuna nei confronti dei parenti della giovane. A partire dal 1988 un giovane psicopatico l’ha seguita ovunque, sottoponendola ad ossessive e preoccupanti attenzioni, al punto che Santa fu costretta a essere sempre accompagnata da qualcuno durante le sue uscite. Nonostante tali precauzioni, nella tarda serata di venerdì 15 marzo 1991, il suo persecutore la pugnalò a morte. Le sue ultime parole furono di perdono per l'uomo che l'aveva uccisa.
L'incredibile vicenda di una ragazza di Bari: il Comune le ha dedicato una via come “vittima del femminicidio”, cosa rarissima in Italia; per lei in Vaticano è in corso una causa di beatificazione come “martire per la dignità della donna”. Ma cosa è successo realmente nei tre anni di persecuzione? Chi ha messo fine alla vita di Santa? Perché nessuno è intervenuto? Cosa si poteva fare? Cosa ci ha lasciato Santa? La famiglia di Santa è stata perseguitata anche dopo la morte della giovane, con lettere e minacce da parte dello stalker, nonostante sia stato rinchiuso nel manicomio criminale di Aversa per otto anni. Non solo, quest'uomo dopo anni, ha scritto delle lettere al quotidiano “La Repubblica” firmandosi a nome di Santa. Una storia inverosimile, cruenta e drammatica che si trascina ancora. In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, lo spettacolo dedicato a Santa, scritto, diretto e interpretato da Alfredo Traversa con Tiziana Risolo, Tano Chiari, Ciro Lupo è andato in scena prima al teatro Abeliano a Bari e dal 24 al 26 novembre all’Auditorium Tarentum di Taranto, che ha voluto dedicare tre giornate alla vicenda e alla questione in sé, organizzando le matinée dedicate alle scuole. Ottima iniziativa quella del Tarentum, di dare la possibilità, attraverso i “biglietti sospesi”, pagati da chi vuole e da chi ne ha la possibilità, in accordo con l’Abfo (Associazione Benefica di Fulvio Occhinegro) e con Don Mimino Damasi della chiesa Regina Pacis di Lama, affinché chi non ha la disponibilità economica di assistere agli spettacoli, possa farlo in tutta libertà. Questa iniziativa ha consentito non solo ai ragazzi disoccupati ma anche agli immigrati che sono ospitati nella Casafamiglia San Damiano nel quartiere Paolo VI e frequentano la chiesa Regina Pacis di Lama di parteciparvi. 
 


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