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Teatro Orfeo/ I più grandi sono passati qui

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

20
FEB
2015
Sin dall’inizio il Cinema Teatro Orfeo, che all’apertura dovette reggere la concorrenza degli avviatissimi Teatro Santangelo, Sala Marconi, Politeama Alhambra, e del vicinissimo Eden Teatro,  si distinse per la sua eleganza e per la qualità delle sue programmazioni
 
“Questa sera avrà luogo l’inaugurazione del nuovo Teatro Orfeo… L’Orfeo è davvero elegante. Costruito in muratura, ferro e cemento armato, offre tutte le comodità di un teatro moderno. Spazioso e bellissimo è il “foyer” che ha delle indovinate decorazioni. Anche le decorazioni della sala, bianco e oro, sono profuse con maestria ed offrono un insieme di ricchezza e di eleganza pregevolissime...”.
Con queste entusiastiche parole la “Voce del Popolo”, Il 27 febbraio del 1915, annuncia l’inaugurazione del Cinema Teatro Orfeo! 
Il Teatro, situato in via Pitagora 90 e dotato di una capienza di 1000 posti, venne inaugurato da Gennaro Fusco, con una rappresentazione di Cavalleria Rusticana, alla quale seguì Pagliacci, sotto la direzione dell’impresario Borboni. 
Nel 1916 ospitò per la prima volta a Taranto il grande Ermete Novelli, che in cinque serate mise in scena Papà Lebonnard, Mia moglie non ha chic, Il Cardinale Lambertini, La gerla di Papà Martini, Luigi XI. Numerose le stagioni liriche allestite, come quella del ’31, che vide in scena Traviata, Norma, Cavalleria Rusticana e Pagliacci, Madama Butterfly e Favorita; si esibì anche Anna Fougez. Altre grandi firme all’Orfeo: nel 1932 Sem Benelli portò in scena Arzigogolo, Fiorenza, Tignola, Figlia di Iorio, Cena delle Beffe, Cecilia; Nel 1934 ospitò la Compagnia comica dei fratelli De Filippo; nel 1936 Raffaele Viviani interpretò Il mestiere di padre, Napoli in frak, Ultimo scugnizzo, e Ultima Piedigrotta; sempre nel ’36, vi tornò la compagnia di Anna Fougez, con un giovanissimo Nino Taranto. Questi i titoli: Queste son cose che non succedon mai, Sogno in una sera di primavera, A 2000 km all’ora, Forza… Gervasio!, Gira, si gira, si rigira!, Sì… manca il filo. Nello stesso mese prosa, con Emma Grammatica. Nel marzo del ’42, pur in piena guerra, si alternarono ben 4 compagnie (la Compagnia di Riviste comiche “Stella Pucci”; la Compagnia di Riviste “Follie Comiche”; la Compagnia di Rivista “Oro del Reno” di Relio Rini; la Compagnia di Rivista Attilio Marchetti.) 
Nel settembre del ’43 arrivarono a Taranto gli Alleati, che requisirono quasi tutti i cinema: il Fusco, l’Orfeo, l’Arena Fusco, e le case di abitazione dei Fusco. La requisizione dell’Orfeo fu la più lunga e durò per oltre tre anni, riaprendo al pubblico solo nel novembre del ’46. La programmazione degli anni Cinquanta fu a volte entusiasmante. (Nel ’56 andò in scena la Compagnia di prosa di Alida Valli in L’uomo, la bestia e la virtù, l’Orchestra cubana di Pantaleon Perez Prado, e l’Orchestra sinfonica di Hannover; la Compagnia comica di prosa di Nino Taranto in Lo strano caso di Salvatore Cecere e L’indimenticabile agosto, cui seguì la Compagnia di Enrico Viarisio ed Isa Barzizza in Valentina ; la Compagnia di rivista Ugo Tognazzi; la Compagnia di Rivista di Walter Chiari e Music Hall, con la grande Josephine Baker; Crociera di melodie con Carla Boni – Gino Latilla – Nunzio Filogamo; la Compagnia di Rivista di Giorgio Consolini; la Compagnia di rivista di Achille Togliani e per chiudere, la Compagnia di Riviste Macario in E tu biondina… Un’incredibile carrellata, degna di una grande città.) 
Nel 1956 i Fusco si attrezzarono di un nuovo apparecchio, il tele proiettore “Valradio”, adatto alla proiezione di trasmissioni televisive, che fu inaugurato con la proiezione della trasmissione “Lascia o raddoppia?”, al quale seguì la partita di calcio Svizzera – Italia. Una stagione lirica con prezzi popolari (con sovvenzioni statali) fu organizzata nel 1958 (Rigoletto con Carlo Meliciani, Il barbiere di Siviglia con Piero Cappuccilli, Traviata con Maria Luisa Cioni, Lucia di Lammermoor Con Amelia Benvenuti). Si alternarono diverse gestioni e periodi di chiusura per ammodernamenti vari. 
Gli anni ’70 furono gli anni delle stagioni organizzate insieme all’Amministrazione Comunale e all’Italsider. Che portarono a Taranto altre firme di prima grandezza nazionale: Vittorio Gasmann, Salvo Randone, Lilla Brignone, Anna Miserocchi, Tino Schirinzi, Turi Ferro, Pupella Maggio, Gigi Proietti, Giorgio Albertazzi, Giuseppe Pambieri, Ugo Pagliai, La Nuova Compagnia di Canto Popolare.
Uno dei pochi teatri a Taranto nato come proposta culturale continuata, che fosse nodo di discussione e di scambio intellettuale tra le generazioni, luogo di idee espresse in forma di rappresentazione.
Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, la mancata realizzazione di un grande teatro permanente portò allo sviluppo di numerose strutture temporanee alcune cresciute però al punto di lasciare rimpianti nel momento della loro fine (Politeama Paisiello, Teatro Sant’Angelo, Sala Marconi, Teatro Estivo La Pineta). Erano gli anni della “rivoluzione cittadina”, che videro cambiare radicalmente la Città con l’avviamento dell’Arsenale Militare Marittimo (lavori iniziati nel 1883) e l’inaugurazione del ponte girevole (22/05/1887), e una conseguente espansione del Borgo ad est.
Attraverso la storia dei teatri e dei cinema di Taranto si può ricostruire un tempo della città trascorso e forse dimenticato. L’argomento diventa materia di riflessione perché le vicende e le immagini rievocate, sono spesso sconosciute ai cittadini di oggi, che attraversano le strade in cui i nuovi assetti urbanistici hanno via via cancellato eleganti edifici, espressione della vita sociale e culturale del nostro passato. Spettacolo vuol dire arte, e arte vuol dire cultura, e cultura vuol dire progresso e civiltà; per questo nasce l’esigenza di riacquistare il significato autentico del teatro, luogo di incontri culturali e di diversivo, di integrazione morale tra le generazioni, di memorie civili da non disperdere perché sono anche “museo” dell’ingegno e della capacità creativa dell’uomo.
 
 
 
 


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