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NICOLA SAMMARCO /DISEGNO IL FUTURO DI TARANTO

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

25
SET
2015
Dal centro storico di Taranto dov’è nato, agli studios di Los Angeles della Walt Disney. La storia di un giovane fumettista tarantino doc, rappresentante dell’Associazione Obiettivo Borgo Antico, che ci parla del suo ultimo progetto: una biblioteca gratuita in città vecchia, per tutti coloro che desiderano volare sulle ali della cultura
 
Chi può dire di non essere cresciuto con le magie su pellicola di Walt Disney? …e chi ammette di emozionarsi ancora oggi, alla soglia ormai dei 30 anni, con un cartone animato nato dalla matita di un geniale disegnatore misterioso? Beh, lascerei perdere in effetti la vera identità di questa quasi trentenne, ma ciò che conta è che noi di Extra Magazine, abbiamo avuto il piacere di incontrare uno di quei disegnatori che fanno sognare tutti i bambini del mondo, dagli 0 ai 90 anni! Parliamo di Nicola Sammarco, fumettista tarantino, nato e residente in città vecchia, che con la sua Associazione Obiettivo Borgo Antico, porta avanti un ambizioso progetto: creare una biblioteca per bambini e ragazzi, donando loro la libertà dalle catene dell’ignoranza.  
 
Tu Nico, probabilmente fai il lavoro che ognuno di noi ha sempre sognato di fare da bambino. Quando il fumetto ti ha “catturato” e qual è stato il tuo percorso di studi e di vita, per diventare disegnatore?
«Sono un normalissimo ragazzo nato a Taranto  e residente, come il resto della mia famiglia da generazioni, in città vecchia. Ho sempre amato disegnare e di questo ringrazio mio padre che è stato un pittore, e mi ha per la prima volta fatto immergere in questo splendido universo colorato che è l’arte. Non ho mai messo da parte matite e pennelli, e quindi eccomi adolescente, a frequentare il Liceo Artistico “Lisippo” di Taranto, sotto la guida dell’artista e professore Antonio Rolla, che mi ha supportato nel perfezionare la mia tecnica. Più o meno nello stesso periodo, invogliato da un amico fumettista, conosco la realtà del “Regno delle Arti”, associazione tarantina e inizio a vivere il mondo del fumetto. Tutto questo grazie ai docenti Fabrizio Liuzzi e Gabriele Benefico, che oggi sono miei colleghi: abbiamo infatti creato un’altra associazione fumettistica, la LABOfumetto. Dopo il liceo, parto alla volta di Firenze per frequentare l’Accademia delle arti digitali, la Nemo NT, nel corso di cinema d’animazione e per questo devo ringraziare mia madre, donna forte e così desiderosa di assecondare il mio talento, che seppur con molte difficoltà economiche, è riuscita a farmi stare tra i banchi di questa importante e valida realtà studentesca. Devo tutto alla mia famiglia… famiglia che, come la maggior parte dei residenti in città vecchia, non naviga certo nell’oro, ma che mi ama tantissimo, così tanto da regalarmi un sogno. E infatti il sogno c’è stato e c’è tuttora, perché grazie alle persone meravigliose conosciute a Firenze, tra docenti e colleghi studenti, sono potuto entrare in contatto con il mondo statunitense dell’animazione».
Raccontaci la tua esperienza negli States: come vengono accolti gli artisti italiani e quali occasioni lavorative ti hanno permesso di entrare nel circuito del fumetto?
«Guarda, il mio è un mondo, e posso dirlo a gran voce, meritocratico e caratterizzato da una grande solidarietà! Ho conosciuto tanti altri artisti che mi hanno fornito contatti utili, ad esempio quello del Presidente della Disney Italia, Roberto Santillo, che ringrazio per avermi dato l’opportunità di lavorare e crescere con Disney. E poi, l’America! Questo universo che sembrava così irraggiungibile, e che invece mi ha accolto con una disponibilità che non credevo. A Los Angeles, ho conosciuto alcuni tra i più importanti disegnatori e registi d’animazione, persone speciali non solo per ciò che fanno, ma proprio per l’umiltà che manifestano. Non ho avuto rifiuti da gente snob e nazionalista, ma anzi, ho potuto assaporare la grande umanità di questo mondo. C’è un sano cameratismo tra noi fumettisti e questo mi rende felice, convincendomi sempre di più che non ho sbagliato sogno!» ride, ndr «Occasioni lavorative, dici? Per mia fortuna ce ne sono state diverse, come per esempio, la serie per bambini Dozi the Alligator in cui ho potuto collaborare direttamente con l’autore, Daniel Boris; ho lavorato anche come concept artist per i Dreamworks Animation Studios, e per la Tealium, una delle più grandi agenzie di marketing della California, per cui ho illustrato un libro per bambini».
E proprio la crescita intellettuale del bambino, sembra appassionare particolarmente sia te che i tuoi collaboratori. Come nasce e perché, l’Associazione Obiettivo Borgo Antico?
«La nostra associazione nasce lo scorso dicembre 2014 ed è formata da quattro ragazzi nati e vissuti nel centro storico di Taranto, tra cui io. Con Mirco Chirico, Antonio Lenti e Marco Merola, abbiamo infatti deciso di mettere in piedi questa organizzazione per fronteggiare il degrado, più che territoriale, culturale, di quella che per noi è casa. La situazione tra i vicoli fantasma della città vecchia, sta peggiorando sempre di più ed ecco che, entusiasti e anche un po’ arrabbiati perché no, pensiamo di collaborare per costituire una biblioteca, assolutamente gratuita, per bambini e adolescenti del borgo antico. Vi diranno che il problema della città vecchia sono i palazzi che stanno crollando e le strade che non sono sicure, ma il vero problema del nostro quartiere è l’ignoranza. Paradossalmente, migliorando la cultura della gente del posto, migliorerà anche la costruzione o la ristrutturazione di un palazzo fatiscente, ma non il contrario! Questo, mi dispiace dirlo, le istituzioni sembrano non capirlo e invece di appoggiarci, ci negano le strutture per portare avanti il nostro progetto. Ma si sa, noi tarantini del borgo antico, abbiamo la testa dura…»
Immagino tu ti stia riferendo all’occupazione del palazzo in via Duomo 149, ormai sede della vostra associazione. Come si è arrivati a questo?
«Purtroppo quando si è alle prese, torno a dire, con istituzioni che non ti supportano in un’idea che tra l’altro, garantirebbe una crescita generale e un profitto futuro per tutti, non arrivi a occupare, sei praticamente costretto a farlo! Quel palazzo, una bellissima struttura tardo-rinascimentale, stava letteralmente cadendo a pezzi. Io e il mio team, continuando ad avere risposte poco chiare sull’ottenimento di un’autorizzazione, passiamo all’azione e ci appropriamo di un luogo per poterlo riconsegnare alla cittadinanza. Stiamo autofinanziandoci dall’inizio e abbiamo già fatto alcuni lavori che hanno decisamente migliorato la salubrità del luogo. Non potevamo fare altro, perché ciò che a noi interessa più di tutto, è la persona, il ragazzino che non potendo acquistare dei libri, ma avendo la passione per la lettura, possa grazie al nostro contributo, sfogliare tra le sue mani la cultura. Un giovane colto, non è addomesticabile, non è un animale rinchiuso nella gabbia dell’ignoranza. Ignoranza, mi spiace puntualizzarlo, che si riscontra anche da parte di coloro che dovrebbero amministrare la nostra città. L’ignoranza porta alla vulnerabilità e alla paura: noi di Obiettivo Borgo Antico, desideriamo giovani liberi e coraggiosi di seguire i propri sogni e le proprie aspirazioni. Tutto questo partendo dalla città vecchia e ritornandoci, perché no! Nessuno di noi deve dimenticare da dove viene. Sto parlando di memoria storica, dell’orgoglio, come me per esempio, di avere un nonno di 83 anni che ancora oggi va a pescare, aiutato a costruire nasse da mia nonna. La nostra città è spettacolare già soltanto dal punto di vista geografico, ma viene lasciata letteralmente marcire, perché forse la sua forza intimorisce. Una forza che cova sotto le ceneri della non-cultura».
Ricevete donazioni per accrescere il materiale della vostra biblioteca? 
«Sì, ed è un risultato davvero meraviglioso. Siamo stati presenti nella consueta manifestazione estiva “L’isola che vogliamo” e ci ha molto colpito la generosità della gente. Ci hanno liberamente donato dei libri usati e in collaborazione con Maria Putignano della Libreria Gilgamesh di Taranto in via Oberdan, stiamo organizzando un evento previsto per il 26 settembre. In occasione infatti, della Festa dei Lettori, la cittadinanza potrà partecipare all’iniziativa del “Libro sospeso”: chiunque può acquistare un libro e lasciarlo in sospeso appunto, cioè donandolo alla nostra biblioteca. Il 26 di questo mese, ci sarà la consegna formale del materiale alla nostra associazione».
Potendo “disegnare” il futuro prossimo del centro storico, come vorresti colorarlo?
«Inizierei con un bel rosso per il coraggio di voler cambiare, sentimento che esiste fra noi della città vecchia. Continuo magari col giallo della creatività: desidero infatti, tornare dagli Stati Uniti e creare perché no, un mio studio di animazione nel borgo antico, in grado di coinvolgere ogni persona che si senta creativa e ami ciò che fa. Ci aggiungo poi il viola dell’altruismo, perché il desiderio più grande sarebbe quello di condividere i nostri guadagni, investendoli nella ripresa anche edilizia del centro storico di Taranto. E per finire, una spruzzata di arancio, che mi ricorda i tramonti e quanto ancora ci offre il nostro mare che incanta con la sua bellezza, che abbraccia Taranto, la nostra casa, nonostante lo si tradisca così spesso…»
Auguriamo a Nicola Sammarco e alla sua associazione di raggiungere, con pazienza e il giusto tempo, i lodevoli obiettivi di cui ci ha parlato, perché come affermò un certo Walt Disney:
«La fantasia non potrà mai invecchiare, per la semplice ragione che rappresenta un volo verso una dimensione che giace al di là del tempo».
 


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