Indignazione ha suscitato tra i confratelli e in città l’inopportuno accostamento tra il film sull’inquinamento e l’immagine di un perdono del Carmine che impugna un pistola. Pronta la risposta del priore Antonello Papalia
Da sabato scorso, quando il quotidiano tarantino “Taranto Buonasera” a firma del direttore Enzo Ferrari ha pubblicato in prima pagina il servizio dal titolo “Il ‘perdono’ con la pistola” accompagnato dall’immagine di un confratello del Carmine che impugna una pistola, i confratelli del Carmine sono indignati e arrabbiati contro chi, sfruttando l’immagine dei perdoni tarantini, ha voluto veicolare ciò che con la Settimana Santa e i perdoni nulla ha a che vedere.
Il tutto è stato determinato dal titolo di un film sull’inquinamento a Taranto intitolato “Non perdono” che sarà presentato al Museo di Arte Contemporanea “Macro” di Roma dal 18 al 20 marzo, proprio a ridosso della Settimana Santa. Nelle intenzioni degli ideatori vorrebbe essere una metafora della città oppressa dall’inquinamento, non solo atmosferico. Ma le intenzioni degli ideatori si sono subito scontrate con la levata di scudi da parte dei confratelli che non hanno visto alcun legame fra l’accostamento del sacro dell’abito dei perdoni e quella rivoltella puntata, non si sa se contro qualcuno o contro qualcosa. Sta di fatto che il priore del Carmine, Antonello Papalia, in una dichiarazione rilasciata allo stesso giornale ha dichiarato, tra l’altro, che “I confratelli del Carmine portano nelle mani il Rosario, simbolo della preghiera, e non la pistola. Se il messaggio degli ambientalisti è la salvaguardia del creato, tema e battaglia che ci appartiene, è stato certamente fuori luogo associare la figura del Perdono ad un momento di violenza”.
Così continua Papalia: “In un momento storico dove il terrorismo di matrice religiosa è una emergenza mondiale, non mi sembra opportuno ricorrere ad immagini di questo tipo”.
E’ appena il caso di far notare che il tutto avviene nell’anno giubilare della Misericordia, tanto caro a Papa Francesco, per cui siamo certi che i bravi e devoti confratelli del Carmine avranno già perdonato chi, sia pur involontariamente, ha tentato di infangare il buon nome della secolare Arciconfraternita del Carmine.
Abbiamo anche registrato il commento del prof. Antonio Fornaro, studioso della pietà popolare e confratello del Carmine dal 1974. Questo il suo commento: “Sono indignato e senza parola, mi verrebbe voglia di gridare ai quattro venti: Giù le mani dalla mia amata Arciconfraternita! I perdoni sono uomini di preghiera , di penitenza e di carità. L’abito che indossiamo è sacro e viene benedetto il giorno della nostra aggregazione. Non è come quello di Carnevale che si adatta a tutto e a tutti. Ci volevano provocare? Non ci sono riusciti. Da cristiano e da confratello, in ginocchio davanti a Dio, con le stesse parole del Vangelo, invoco per loro perdono e misericordia aggiungendo ‘Padre, perdona loro perchè non sanno quello che hanno fatto!”.