Si fa strada un nuovo progetto pedagogico che vede come protagonisti principali i bambini e la natura: si sta fuori tutto il giorno e si cresce imparando a osservare il mondo senza un programma prestabilito, senza banchi e seggioline. Ecco l'intervista a una fra gli ideatori di questa rivoluzione gentile
L'asilo a contatto con la natura è un progetto che nasce dall'utopia di quattro sognatori, Giordana Ronci, Paolo Mai, Danilo Casertano e Sabina Bello, che hanno dato l'avvio al primo asilo nel bosco di Ostia Antica e che gradualmente sta facendo scuola anche nel resto d'Italia. L'asilo nel bosco è un progetto pedagogico che si propone di rispondere ai bisogni dei bambini attraverso una quotidianità scolastica che si svolge quasi per intero all'aria aperta. Qui i bambini possono godere di un’aula didattica privilegiata come la natura che permette un apprendimento attraverso l’esperienza diretta e reale, dove le emozioni svolgono un ruolo fondamentale e i bambini si sentono ascoltati umanamente e crescono apprendendo quelle competenze che saranno loro utili nella vita. Si tratta di un nuovo paradigma educativo che scaturisce dalla vita all’aria aperta. Si sta fuori tutto il giorno e si cresce imparando a osservare il mondo senza un programma prestabilito, senza banchi e seggioline, senza ritmi forzati e muri che delimitano e rinchiudono ed è così che i bambini crescono imparando dalla terra, dagli animali, dalle variazioni atmosferiche delle stagioni. Nell'asilo a contatto con la natura, la classe intesa come spazio chiuso scompare e lascia il posto all'ambiente esterno ricco di stimoli naturali che permette ai bambini di "imparare facendo", attraverso diverse esperienze che stimolano la curiosità, l'immaginazione, la pluralità delle applicazioni delle proprie capacità, abilità e competenze, l'autonomia e la creatività perché conoscere il mondo significa viverlo emozionandosi.
Un’esperienza innovativa che, per per citare le parole di Paolo Mai, “ha a cuore che i bambini crescano felici, la cui aula più utilizzata ha come soffitto il cielo, in cui il maestro svolge un ruolo di facilitatore, dove le emozioni sono importanti e dove il gioco assieme all’esperienza diretta è il veicolo didattico privilegiato.
Per edizioni Tlon, è stato pubblicato anche il libro con allegato dvd, “L’Asilo nel Bosco – Un nuovo paradigma educativo”, che racconta la nascita e lo sviluppo di questo nuovo progetto sperimentale e approfondisce i vari aspetti caratteristici del percorso educativo offrendo riflessioni personali utili come punto di ispirazione per chi intenda ripetere nel proprio territorio questa esperienza.
Lei, Giordana, insieme a Paolo Mai, Danilo Casertano e Sabina Bello avete dato vita all'asilo nel bosco di Ostia Antica. Ci parli del vostro progetto, quanto si può imparare dalla Natura?
"La natura è fonte inesauribile di scoperte e di apprendimento. Dall’osservazione dei fenomeni naturali i bambini possono imparare milioni di cose, dalla ciclicità delle stagioni ai principi della fisica grazie ai quali i bastoncini nelle pozzanghere galleggiano mentre i sassi affondano, dal prendersi cura di piante e animali alla collaborazione per spostare grossi tronchi, insomma, madre natura sa apparecchiare la tavola più ricca che possiamo immaginare!".
Non tecnologia, giochi strutturati ma educazione percettiva e sensoriale, emozionale e all'aria aperta, dove il vero maestro è il bosco come ecosistema in cui coesistono il tempo atmosferico, le piante e gli animali e dove sporcarsi di terra o cadere nell’acqua non sono più guai ma didattica esperenziale dovuta all’imprevedibilità dello spazio esterno. Come rispondono i bambini a questo nuovo paradigma?
"I bambini sono indescrivibilmente felici. Spesso non hanno voglia di andare via nemmeno quando è ora e protestano che la scuola sia chiusa di sabato e domenica".
Come sono scandite le giornate nell'asilo nel bosco? Tutta la progettazione didattica è pensata a contatto con la natura?
"Sì. Da ciò che accade durante le giornate vengono fuori gli spunti di apprendimento. Dalla scoperta dei lombrichi sotto i tronchi si avvia uno “studio” sulle abitudini dei lombrichi e sul loro ruolo nell’ecosistema, dall’incontro col contadino che taglia le spighe scopriremo come arriva il pane sulla nostra tavola, dalla gita al fiume tanto altro e così via…"
Già Ella Flatau, nel 1950 in Danimarca per prima ebbe l’idea di formare un Walking Kindergarten in cui la passeggiata era parte integrante del curriculum. La scuola del 2040 è basata sulla semplicità, sull'alimentazione sana e sul rapporto con la natura prediligendo l’apprendimento ludico basato su progetti e attività concrete. Il vento del vostro buon esempio sta portando semi ovunque. Quali consigli si sente di dare a coloro che lavorano nelle scuole dell’infanzia e alle famiglie che manifestano ancora un forte scetticismo?
"Noi vediamo sui volti dei bambini la felicità e il piacere di essere in contatto con la natura. I bambini hanno molto da insegnarci, soprattutto riguardo a come stare su questa terra con rispetto e con gioia. Basta osservare un bambino in natura per capire quanto la vita potrebbe essere semplice, appagante e gioiosa. Il nostro consiglio è di osservare i bambini e lasciarci guidare da dagli spunti di verità che sanno donarci. Così facendo ogni scetticismo, ne siamo certi, svanirà".