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DUE GIRI DI CLESSIDRA

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

28
APR
2016
Ci sono occasioni nelle quali pur avendo scelto di esserci, ben presto capisci che forse sarebbe stato meglio, più proficuo, forse addirittura più intelligente, utilizzare diversamente quel tempo
Il tempo, questo bene così prezioso, ci sfugge velocemente dalle mani, ma in realtà meriterebbe tutta la nostra attenzione: passa, corre, scorre inesorabile e, non sembri una frase fatta, ma la pura realtà, non torna più.
Da ogni vissuto, però, per mia natura, cerco sempre di cogliere un aspetto positivo, un insegnamento, qualcosa, anche piccolissima, che possa arricchire il mio bagaglio culturale ed esperienziale.
Così, quando ti trovi a prendere parte a una serie di incontri, che sin dalle prime slide si preannunciano una effettiva perdita di tempo, con nozioni che nulla di nuovo potranno darti, soprattutto quando ti aspetti, perché così dovrebbe essere, visto l’argomento,  tanta pratica e poca teoria, pensi che lì la lettura di un buon libro sarebbe stata più salutare e costruttiva. Ma poi, ti dici, che bisogna dare l’opportunità alle nuove generazioni di fare esperienza, di dare inizio alla loro carriera lavorativa, di mettere sul campo quanto studiato, di mettersi alla prova, farsi “le ossa”. Come adulti, forse, abbiamo anche questo compito verso i giovani che si affacciano al mondo del lavoro, io lo devo come educatrice in senso lato, anche a discapito del mio tempo e delle mille cose che ogni giorno ho da fare.
L’esserci, il restare, può essere una missione: dare il proprio apporto perché le cose vadano meglio e questi giovani volenterosi possano spiccare il volo, anche se sembrano, per il momento, camminare a stento.
Poi ti dirigi verso un evento, che tanto fa parlare di sé ancor prima di svolgersi, prima che si possa sapere come andrà a finire, ma soprattutto se sarà interessante tanto quanto il clamore che ha suscitato il solo annuncio dell’argomento e del giorno nel quale si concretizzerà. Essere lì porta a riflettere su come si creino facilmente e inspiegabilmente dei fenomeni: un relatore che riesce a utilizzare scritti, argomenti, citazioni, per avvalorare il suo pensiero. Essere lì: vedere e ascoltare, comprendere come immagini e scritti possano essere presentati e letti in modo tale che giunga un pensiero, quel pensiero; che i presenti percepiscano quello che si vuol loro far percepire, immagini ad effetto e capacità oratoria fanno il resto.
Ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero è vero, è importante e fondamentale, è un valore, sancito dalla costituzione, ma è pur vero che la possibilità di poter esprimere un parere diverso, non necessariamente contrario, è un’opportunità innegabile in un incontro aperto e pubblico.
Ora, guardo l’orologio, le lancette hanno compiuto due giri completi, ho ancora tante cose da fare, prima del meritato riposo quotidiano, e mi sovvengono le parole di Goethe “abbiamo sempre tempo a sufficienza, dovremmo solo usarlo in modo giusto”. Già.
 


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