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Categoria: CULTURA
Perdersi per ritrovarsi, affrontare il dolore per tornare a sorridere. Gabriella Genisi abbandona temporaneamente il suo famosissimo commissario in gonnella per approdare alla narrativa, raccontando di genitori e figli, tra silenzi e nuovi sguardi.
Non importa quanti anni si abbiano, né la professione che si svolge o il tipo di vita che si conduce, se si abiti vicino o lontano, se ci sia sposati oppure no: la perdita di un genitore segna sempre uno spartiacque tra ciò che si era e ciò che si diventerà dopo quell’evento drammatico e destabilizzante.
Marco è un ingegnere affermato, ha una moglie, due figli, un passato un po’ ingombrante, degli amici e una partita di calcetto come appuntamento fisso settimanale.
Eppure quando riceve la telefonata di Camila si sente un bambino incapace di agire, di riflettere. La sua mente si rifiuta di credere che suo padre non ci sia più e non fa che rimandare il momento, inevitabile, in cui quelle parole pronunciate al telefono si trasformeranno in realtà tangibile. Vorrebbe riavere suo padre con sé, parlargli, raccontargli tutto, anche il motivo del suo distacco.
Quanto tempo ha perso dietro inutili rancori? Come avrebbe potuto impiegare diversamente quei mesi di silenzio, se non si fosse comportato in maniera così infantile, se solo avesse visto suo padre come l’uomo che era e non solo come un genitore?
Quando tutto sembrerà ormai perduto e il suo intero mondo collasserà su se stesso, proprio quando crederà che nulla potrà più confortarlo, una insospettabile salvatrice sarà pronta a tendergli la mano e a riportare Marco in carreggiata, grazie a una semplicissima teoria.
Basta davvero così poco per tornare a vivere pienamente e a godere dei propri affetti?
Ha davvero ragione la giovane Camila, badante col sogno di diventare architetto?
A Marco non resterà che provarci, per scoprire che la felicità, forse, è proprio lì, a portata… di un abbraccio.
