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Lo stalking esiste

Pubblicato da: Categoria: CULTURA

31
MAG
2013
Il romanzo “Spaghetti Paradiso” (Baldini & Castoldi), al centro dell’incontro svoltosi la settimana scorsa presso la Sala degli Uccelli del Palazzo Ducale di Martina Franca, organizzato dall’associazione di promozione sociale Sud Est Donne e dall’associazione culturale Dragare, in collaborazione con l’Assessorato al Diritto allo studio, ai Beni e alle Attività culturali, in realtà è stato il pretesto, necessario, per far convergere l’attenzione su un fenomeno, quello dello stalking, di difficile percezione, ambiguo per molti aspetti e che, pertanto, necessita di occasioni per confronti e approfondimenti, come bene hanno fatto notare l’avvocato Filomena Zaccaria e la sociologa Angela Lacitignola nel corso dei loro interventi introduttivi. L’incontro, tuttavia, al quale sono stati dedicati tempi  ristretti in relazione alla complessità dell’argomento affrontato, non ha permesso di mettere a fuoco quello che avrebbe dovuto essere, invece, il fulcro: ossia il romanzo di Nicki Persico, barese, classe 1964, avvocato, giornalista pubblicista, ex steward di una grande compagnia aerea, con interessi che spaziano dalla fotografia, alla sceneggiatura e alla recitazione. Per questa ragione, sollecitati dalla curiosità, dopo l’incontro abbiamo pensato di rivolgere all’autore un paio di domande, per trarre dalle risposte stimoli alla lettura di “Spaghetti Paradiso”.
"Spaghetti Paradiso": da cosa nasce questo titolo che sembrerebbe cavalcare la tendenza culinaria molto presente nei romanzi di genere?
«In realtà il cibo in questo romanzo ha un ruolo 'complementare'. La funzione principale, suggerita, è quella della ricetta.
L'accostamento è volutamente ardito, e la sua funzione principale è quella di rompere gli schemi: questo è un tema ricorrente e finalizzato a vedere le cose con occhi diversi, in quanto è l'unico metodo per scrollarsi di dosso i preconcetti e le semplificazioni che spesso impediscono di individuare il fenomeno della persecuzione per come è, riconducendolo istintivamente a questo o a quell'altro schema semplificato. La manipolazione, la violenza psicologica e tutti i fenomeni similari sono impalpabili, ad un sommario primo esame, e non vengono riconosciuti come tali venendo sovente ricondotti a concetti base come 'gelosia', 'innamoramento' o cose del genere. In realtà sono tutt'altro, e 'spaghetti paradiso' – la ricetta da cui il libro prende il nome – accosta il nutrimento dell'anima a quello del corpo. Indica una possibile via, o metodo, di uscita. Inoltre la scelta di questo titolo è stata dettata dalla volontà di non 'spaventare' il lettore rispetto all'argomento, perché il romanzo è estremamente godibile da chiunque, indipendentemente dal tema, che viene trattato in modo sì approfondito, ma estremamente scorrevole attraverso la presenza di una marcata ironia».
L'intento della sua pubblicazione è quello di far conoscere un problema del quale si discute molto ma che al tempo stesso è percepito in modo aleatorio, se non addirittura negato.  Veniamo al dunque: ha scelto la forma del romanzo, ossia del genere, per antonomasia, della finzione. Considerando che ha alle spalle 15 anni di esperienza sul campo e, si presume, tantissimo materiale di documentazione,  come mai non ha pensato, per esempio,  alla forma del saggio? Non le sembra che aver scelto come genere il romanzo possa comportare il rischio della banalizzazione o addirittura confermare che lo stalking è pura invenzione?
«Io cerco di dare il mio contributo al contrasto di questi fenomeni da moltissimi anni, da quando la legge sullo stalking non esisteva ancora e quindi era molto più difficile sensibilizzare. Il tutto parte dal fatto che la difesa delle vittime non è affidata in via esclusiva alle forze dell'ordine ed agli operatori del settore, perché molto spesso le prime persone a raccogliere le richieste di aiuto – spesso flebili e 'cifrate' – sono quelle che hanno immediato contatto con la vittima stessa: amici, familiari, colleghi di lavoro, etc. E altrettanto spesso il percorso di reazione interiore, che poi potrà portare sviluppi di tipo giudiziario e simili, nasce in quel momento. E se chi riceve questi segnali, queste vere e proprie grida di aiuto spesso silenziose, non è in grado di comprenderli perché, com’è normale che sia, non è adeguatamente informato, tenderà istintivamente a minimizzare, sottovalutare, sottostimare o - appunto – banalizzare la vicenda, riconducendola come dicevo poc'anzi a cose che con la persecuzione non c'entrano nulla, come la gelosia e cose similari. La vittima ne resterà fortemente scoraggiata, e questo provocherà un ulteriore scivolamento nella convinzione di non poterne uscire.
Tutto questo va scongiurato, ed ecco la scelta di affidarmi alla forma del romanzo, perché consente di inserire le parti 'saggistiche' in forma narrativa: non raccontandole semplicemente ma facendole 'vivere', in una certa misura, al lettore. La comprensione ne risulta agevolata.
Quindi non banalizzazione, ma approfondimento e la spiegazione di come lo stalking non sia finzione, ma una tragica realtà, attraverso il rivelamento dei suoi meccanismi perversi e spesso invisibili.
La cosa più incredibile di questo libro, che davvero non mi sarei mai aspettato, è che il mio impegno nel rendere gradevole le lettura lo facesse fatto diventare il libro addirittura piacevole come romanzo in sé, e questo ne ha decretato il successo. Io vedo questa cosa come una ulteriore vittoria dell'armonia e della positività. Sconfiggere lo stalking si può e si deve, come dico sempre, e questo può addirittura creare un valore aggiunto, come è successo in questo caso. E' la resilienza: superare il problema, risolversi e rinascere più forti di prima. E quello che mi auguro per tutte le vittime, e con questo libro spero ci possa essere una speranza in più. Dai messaggi che ricevo sempre più numerosi, sembra che funzioni, e per me è una soddisfazione immensa.
Altrettanto soddisfatto mi sento, naturalmente, quando qualcuno mi dice di aver letto, semplicemente, un bel romanzo. 
Un circolo virtuoso, insomma, puro e semplice. Come quello che ho cercato di raccontare nel libro».
 


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