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Marco di Cesare/ Il percorso del musamante

Pubblicato da: Categoria: EVENTI

17
APR
2015
Storia di una passione: lui è un veterinario che ha deciso di rimettersi a studiare musica e pubblicare un cd grazie al crowdfunding
 
In realtà è un veterinario, ma ama tantissimo la musica, fino alla composizione del suo primo album “Percorsi”, al quale sta lavorando sia come compositore che come batterista. L’album che Marco sogna e al quale sta lavorando, si compone di 9 brani strumentali eseguiti in varie formazioni, dal trio al sestetto, ed interpretati fondendo l’eleganza del jazz alla musicalità mediterranea. L’idea di Marco è quella di finanziare il suo nuovo progetto attraversi il crowdfunding, ovvero un processo attraverso il quale è possibile in rete, finanziare il tutto, Marco ci spiega come.
‹‹Ho 41 anni, comincio a studiare musica a 14 anni e sotto l'influenza di amici più adulti, mi appassiono fin da subito al jazz e alla batteria. A 17 entro nella classe di percussioni del conservatorio di musica N. Piccinni di Bari. Durante gli studi musicali mi iscrivo alla facoltà di Veterinaria sempre di Bari. L'esame del V anno di conservatorio e la notevole mole di esami di veterinaria mi sfiancano e mi mettono di fronte a una importante scelta: purtroppo la paura mi ha portato lontano dalla musica per scegliere un percorso accademico e professionale oggettivamente più "sicuro" soggettivamente ancora non so! Ho continuato a suonare in maniera amatoriale a singhiozzo fino al 2001. Poi laurea, matrimonio, primo figlio, lavoro; sono stato lontano dalla musica fino al 2008 quando il fermento musicale di Gabriele, il mio primo figlio, ha riacceso la mia passione.  Ho ripreso a suonare prima con un gruppo pop, poi con uno swing italiano (Arigliano, Buscaglione ecc) per poi tornare al jazz puro con i laboratori di jazz col Maestro Marcello Rosa e da lì la lenta ripresa della tecnica, il secondo figlio. Giorno per giorno una lotta continua per cercar di mettere su mattoncini di lego (cioè i lenti progressi musicali da conciliare con tutti gli altri me stessi) per costruire un immenso palazzo. Durante tutto questo, ho ripreso ad amare la musica vedendo i sacrifici che Gabriele sta facendo per studiare musica e l'amore istintivo per la batteria del piccolo Simone››.
 
Riesci a conciliare il tuo lavoro con la tua passione? Hanno qualcosa in comune?
‹‹E’complicatissimo e per trovare il tempo e la forza per studiare devo fare una vera violenza su di me e sulla mia famiglia che ringrazio per rinunciare a un po’ di me per permettermi di perseguire un sogno; 2/3 ore di studio al giorno da pochi mesi sono pochi per la musica, ma una infinità per tutto il resto. In realtà veterinaria e musica non hanno nulla in comune anche se la musica C'E' la vita e i problemi hanno un aspetto migliore››. 
 
Durante la tua vita hai studiato molto musica, al conservatorio, master, lezioni private, come hai fatto a conciliare i tuoi studi, abbastanza duri permettimelo, pari  a medicina, con l’impegno musicale?
‹‹In realtà alla musica ho dedicato molto meno di quanto si dovrebbe, questo per rispetto dell'ascoltatore e dei musicisti  compagni di viaggio per l'uscita del mio primo cd; in questi mesi ho intensificato lo studio della batteria, anche se la musica non si accontenta mai, è vasta, ti assorbe completamente. Io più che musicista, per ora sono un musicante non nel senso dispregiativo ma inteso come fusione tra le parole musica ed amante, forse dovrei definirmi musamante, bho?!››.
 
Quanto è importante per te la musica? E quanto il tuo lavoro?
‹‹Ho dato molto al mio lavoro di veterinario che "purtroppo" mi piace e mi coinvolge moltissimo intellettualmente e questo non mi ha aiutato ad andare totalmente incontro alla musica. La musica invece mi riempie completamente sul piano sentimentale e realizza il mio IO più intimo: anche se posso dire che quando lavoro penso alla musica, quando suono non penso al lavoro. La musica  è per me un bisogno primordiale inspiegabile, è come raccontarsi non con le parole ma con i sentimenti che momento per momento vivo mentre suono. Mi piacerebbe che,  tra qualche anno ("spero"), chi ascolta le mia note sulla batteria dica: "quello strumento sembra che parli"››.
 
Parlami dell’album “Percorsi”.
‹‹Percorsi è una raccolta di brani scelti  tra vari pezzi che ho scritto in questi anni che meglio caratterizzano il mio percorso di vita. Sono brani legati a momenti particolari. Il cd non l'ho ancora realizzato, ho scelto i brani e i musicisti. Tra i musicisti alcuni sono amici di viaggio ed altri musicisti professionisti di spessore nazionale ed internazionale, scelti da me per stimolarmi al massimo e cercare di avere il massimo della credibilità e visibilità. Ovviamente tutto ciò ha costi elevati e così ho pensato al crowdfundig››.
 
Parlami del progetto
‹‹Il crowdfundig è  una raccolta fondi preventiva, cioè io compilo il mio progetto (fare il mio cd) lo contestualizzo (perché, per come, con chi)  e lo pubblico su un sito che si occupa di questo (io ho scelto produzionidalbasso) in un determinato tempo (il mio dura 4 mesi); a questo punto il sito si occupa di raccogliere i fondi di chi crede nel progetto e partecipa con delle donazioni affinché  possa realizzarsi. Ovviamente io mi impegno ad inviare una ricompensa (viene chiamata così nel crowdfindig) che altro non è che il mio cd non appena sarà prodotto››.
 
Sei a favore o contro la possibilità di scaricare musica? Oramai nessuno compra più cd, è un bene o un male? 
‹‹Io penso che in Italia vada tutto al contrario, la crisi ha contribuito a inginocchiare un mercato in cui i nostri politici non credono. Sulla cultura si investe zero. Sì, è vero si scarica molto, ma a chi non piacerebbe il cimelio, il cd, l'oggetto artistico. I cd costano troppo, costa produrli, stamparli, promuoverli. A me spesso capita di ascoltare musica per esempio su youtube, ma lo faccio per capire che cd o mp3 comprare. In realtà se tutti fossimo onesti, utilizzeremmo internet per capire se un cd stimola effettivamente i nostri sentimenti, il  nostro intelletto, insomma  piace e quindi lo si compra. Diventerebbe un po' come tornare nella natura selvaggia, una specie di selezione naturale, in cui vengono comprati i cd che piacciono davvero! Forse è utopia forse eresia ma mi piace pensarla così!››.
 
Cosa hai da dire a chi è alle prime armi come musicista?
‹‹In realtà ho bisogno io di consigli sul mondo professionistico intendo. Comunque nella musica ci credo tanto, è il vero linguaggio universale, altro che l'inglese. L'uomo ha da sempre comunicato i propri sentimenti, paure ecc con la musica. Ancora oggi se ci pensi la musica è fondamentale nei centri commerciali (vengono studiate playlist per far comprare di più la gente), nella pubblicità, in ogni programma o film la musica determina l'unica possibilità di arrivare all'anima delle persone: c'è musica alle feste, ahimè ai funerali, si fischia per la strada, si canta sotto la doccia, chiunque ha una canzone preferita, forse non hanno il libro, il programma, il film preferito ma la canzone preferita non manca mai. Ecco perché credo nella musica, perché fa vibrare corde interne a noi stessi altrimenti silenti!››. 
 
 
 
 



Commenti:

Marco 18/APR/2015

Per chi volesse contribuire: https://www.produzionidalbasso.com/project/la-musica-come-mappa-di-un-percorso/

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