Il tratto principale del tuo carattere?
«La sensibilità indubbiamente».
Il tuo principale difetto?
«L’eccessiva disponibilità».
Se potessi cambiare qualcosa in te?
«Vorrei riuscire a domare una certa impulsività a favore di strategie d’azione».
Se potessi cambiare qualcosa nella tua città?
«La testa dei suoi abitanti, mi verrebbe da dire, ma non sarebbe giusto per le tante persone come te che ogni giorno lottano per renderla migliore. Però lavorerei per una politica alla cui base vi sia una strategia di comunicazione capace di infondere l’urgenza del cambiamento, a cominciare dai comportamenti».
Stato d’animo attuale?
«Sereno».
Indignato o rassegnato?
«Ottimista».
La cosa di cui vai più fiero?
«Mio figlio che, pur non essendo “una cosa”, mi ha messo nella condizione di migliorare l’orientamento delle mie energie e dunque il mio progetto: Made in Taranto™».
E quella di cui ti penti di più?
«Non aver tentato di approcciare con i mercati e le popolazioni estere già molti anni fa».
Cosa non riesci a capire delle donne?
«La vostra capacità di essere belle sempre».
Qual è la prima cosa che faresti se ti reincarnassi in una donna?
«Organizzare una campagna marketing mondiale per l’affermazione della parità dei diritti tra uomini e donne in ogni area del Pianeta».
Quale personaggio storico avresti voluto essere?
«Nelson Mandela ma non ne avrei avuto la forza e la costanza».
Di quale personaggio letterario avresti voluto rivestire i panni?
«Cyrano de Bergerac per la sua temerarietà».
Quale mestiere ti sarebbe piaciuto fare?
«Quello che faccio attualmente».
Citazione preferita?
«”Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere, poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita”. Martin Luther King»
Cosa c’è sul tuo comodino?
«Un libro, sempre».
Oggetto del desiderio?
«Un bel viaggio negli Emirati Arabi, lì dove il futuro dell’economia, del turismi, del lavoro e delle città è già adesso».
Oggetto talismano?
«Tutti i capolavori di mio figlio, 6 anni».
L’ultima zingarata?
«Aver comperato tutte le poche birre di una certa marca rimaste all’interno di uno scaffale di un supermercato con l’unico fine di sottrarle ad un altro cliente troppo occupato a raccontare alla moglie che quella era una birra artigianale dall’ottimo rapporto qualità prezzo».
Cosa ti fa più ridere?
«Una certa politica degli ultimi tempi, priva di cultura, capacità programmatica, di interesse verso la collettività. Ma molto occupata a far bella mostra di sé sui social network».
Cosa ti fa più paura?
«La guerra e l’impazienza da parte dei Paesi emergenti di conquistare i nostri livelli di benessere».
Luogo del cuore?
«Siena, la città dove ho trascorso i miei anni universitari. Lì ho imparato che il cambiamento è innanzitutto dentro te stesso. Tutto il resto è solo una conseguenza».
Cane o gatto?
«Nessuno dei due, dopo la morte di un cucciolo di pastore maremmano che un amico mi regalò tanti anni fa».
Con quale politico, possibilmente pugliese, riuscirebbe più piacevole un viaggio auto da Taranto a Roma?
«Fabrizio Nardoni, è una persona positiva, ottimista, intraprendente».
Secondo la legge del contrappasso, quale sarebbe la tua pena più grande?
«Probabilmente ha a che fare con i peccati di gola che sono tanti e tutti irrinunciabili».
Cosa non dovrebbe mai mancare nel tuo frigo?
«Frutta, tanta frutta, di tanti colori come quelli della vita che non smette mai di stupirci».
E nell’armadio?
«Le camicie: pratiche e sobrie, si adattano ad ogni occasione; esaltano e coprono esattamente le cose che vuoi e che non vuoi si sappiano di te».
C’è qualcosa che dici in privato e che neghi in pubblico?
«Ha a che fare con il sesso che andrebbe vissuto con grande libertà e praticato in tutte le occasioni possibili. Ma poi mi scandalizzo per un bacio troppo appassionato di una coppia in pieno centro».
Who’s who
Gianluca Lomastro, 41 anni, libero professionista impegnato nel settore del marketing e del web marketing strategico, titolare della divisione Crea Valore™ all’interno dello studio associato Digida srl e presidente dell’associazione Made in Taranto™, che lui stesso descrive così: «Il progetto cui sto lavorando più intensamente ha a che fare con il marchio Made in Taranto™, dove racconto una Taranto diversa, fatta di persone innanzitutto e idee. Persone che lottano per il cambiamento, quello vero, quello alla cui base vi sono i veri valori e l’amore per l’ambiente. Il progetto è di creare reti di imprese e professionisti con il fine di esportare il modello del cambiamento epocale per la nostra terra, quello del cambiamento vissuto da uomini e donne di una città alle prese con un’acuta crisi interna e con la voglia sfrenata di tornare agli antichi fasti. Al contrario di quello che pensano alcuni, io non parlo di prodotti ma di persone. Perché, nel mondo non dobbiamo portare le aziende, ma il grande miracolo che, giorno dopo giorno, a Taranto e provincia si sta compiendo. Made in Taranto™ è un progetto di internazionalizzazione di una grande esperienza del cambiamento, attraverso cui torneremo presto a far valere le nostre eccellenze frutto di secoli di storia, di cultura, di intraprendenza».