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Cosimo Damiano Latorre/Elogio della E

Pubblicato da: Categoria: COVER

9
NOV
2012

 

E come etica ed eccellenza, vero binomio di ripresa. E come economia, che non può fare a meno del cambiamento. E come elezioni, un appuntamento importante nell’Ordine dei Commercialisti di Taranto, chiamati a eleggere il nuovo Consiglio 
 
"Non seguire il sentiero. Tracciane uno nuovo e lascia la tua impronta da seguire".
Anonimo
 
Un anno esatto fa, il 9 novembre 2011, Giorgio Napolitano nominava il suo primo e, fino a ora, unico senatore a vita: l’economista Mario Monti che, dal 16 dello stesso mese, dopo la caduta più o meno controllata di Berlusconi, ricopre la carica di Primo Ministro.
Quasi a voler celebrare l’entrata in scena del nostro economista più famoso in Europa, questa settimana incontriamo il candidato alla presidenza del Consiglio dell’Ordine dei Commercialisti, Cosimo Damiano Latorre,  conosciuto come Mimmo, commercialista torricellese. Insieme a lui cercheremo di fare luce sulle peculiarità del suo programma: il 15 e il 16 novembre, quindi, i dottori commercialisti e gli esperti contabili della provincia ionica saranno chiamati a votare per il rinnovo quadriennale del Consiglio e della Presidenza e la nostra intervista potrebbe chiarire qualche idea agli (e)lettori. 
 
Considerando l’attuale status delle cose, con leggi nuove che vengono sfornate ogni giorno, soprattutto in ambito finanziario ed economico, come vede attualmente la Sua Categoria e cosa considera occorra fare per tutelarla? 
«In realtà, non è dal novembre scorso,  da quando Monti è salito a Palazzo Chigi, che la nostra Categoria soffre, o meglio, subisce: da anni i  commercialisti hanno perso ogni esclusiva di lavoro, pur mantenendo le prerogative più onerose! Ad esempio, più di altre categorie, la nostra è fortemente condizionata dalle istituzioni che, esasperando gli adempimenti a carico dei contribuenti, ha snaturato la precipua funzione professionale del Commercialista, sovente svilendola a quella di  mero esecutore  di adempimenti telematici e burocratici, utili solamente all’Amministrazione Finanziaria.
Considerando quindi l’attuale status delle cose e guardando anche un po’ all’immediato futuro, ritengo sia necessario esaminare  ognuna di queste problematiche con attenzione. Per questo motivo,  io e la mia squadra,  abbiamo come primo obiettivo quello di coniugare la tutela dei diritti di ogni singolo iscritto all’Ordine con gli interessi generali della Categoria. Celiando, potrei sintetizzare in “tutti per uno, uno per tutti” (ride, NdR). Ovviamente l’intento è anche quello di dare un nuovo impulso alle nostre attività: rimanendo sempre nel rispetto della deontologia professionale, naturalmente, io e la squadra che presiedo vogliamo valorizzare la nostra professionalità!». 
 
Sicuramente i commercialisti più giovani operanti sul territorio soffrono questa situazione anche più dei colleghi più esperti. A riguardo, Lei cosa intende fare?
«Quello dei giovani professionisti, che sono numerosi e subiscono molto, è una situazione che mi sta particolarmente a cuore. I miei Colleghi più giovani avvertono sicuramente, più di tutti gli altri, gli effetti di questa depressione economica. 
Il nostro programma  è fondato principalmente sullo spirito di servizio verso tutti i Colleghi. Per i più giovani avremo un occhio di riguardo perché sono coloro che hanno più bisogno di essere tutelati. 
Più concretamente, vogliamo facilitarne l’inserimento nel mondo della professione: dare loro una mano riducendo la loro quota associativa; differenziare in base all’esperienza le quote per i corsi di formazione a pagamento; stipulare apposite convenzioni con le aziende di settore affinché  riservino particolari condizioni di vantaggio (per i giovani, sì, come anche per tutti gli altri iscritti!);  tutelare, direi in prima persona, e monitorare la vita professionale dei più giovani, perché sovente  ci  si trova in una condizione da homo homini lupus,  ed è giusto che i seniors proteggano e trasferiscano, condividendole,  le proprie esperienze  con i colleghi juniors». 
 
Quali sono gli altri punti che andrebbero rivisti subito? 
«Innanzitutto vanno ridiscussi e riattivati i rapporti con gli Enti pubblici affinché le nostre professionalità possano contribuire attivamente allo sviluppo del nostro territorio, che (è sotto gli occhi di tutti) ha assolutamente bisogno di tutela, soprattutto nell’ambito finanziario.
Un’altra cosa che desidero ardentemente fare è mostrare più trasparenza: in concreto, faremo pubblicare sul sito dell’Ordine, ovviamente nella sezione riservata agli iscritti, ogni aspetto dell’attività amministrativa, e quindi riportare tutte le delibere, i bilanci e le designazioni per gli incarichi retribuiti. E ci tengo a precisare che ogni componente del Consiglio, compreso il Presidente, sarà escluso da ogni tipo di designazione di cui sopra. Un’altra nostra volontà è quella di riattivare le commissioni di studio locali, favorire la partecipazione dei nostri iscritti a quelle nazionali,  oltre che perfezionare e promuovere ancor  più la formazione, organizzando incontri di studi periodici, seminari e convegni di approfondimento professionale.
Più in generale, perché elencare ognuna delle nostre idee ci prenderebbe davvero molto tempo (ride, NdR), vogliamo dare, o meglio, ridare impulso all’Ordine e ai rapporti con gli Enti e con gli altri Ordini, così da portare avanti le istanze della nostra realtà e di farle incidere nella politica del Consiglio Nazionale. E tutto ciò avverrà senza che etica, meritocrazia e deontologia vengano mai meno». 
 
Siamo arrivati negli anni della lotta “Vecchio versus Nuovo”. Questo scontro è ravvisabile anche nell’ambito della vostra categoria. Come analizzerebbe questa perenne lotta?
«In ogni ambito della società siamo arrivati a questo confronto, perché credo che i tempi d’oro siano ormai giunti al termine e tutti coloro che hanno prosperato nell’epoca dei privilegi hanno capito che quei tempi sono finiti, ma prima di lasciarci faranno di tutto per salvare i propri vantaggi. 
Sono due modi diversissimi di vedere la realtà. Vogliamo offrire la possibilità di esprimere democraticamente la propria scelta rispetto al “cambiamento”, che noi, con il nostro programma vogliamo portare avanti, ponendoci  in netta discontinuità con la gestione precedente. 
Da cinque anni si è giunti all’unificazione delle professioni economiche e sempre più di rado si sente parlare di “diverse anime”. Oggi si fa sempre meno distinzione tra chi proviene da un albo piuttosto che da un altro, e la maggiore coesione tra di noi gioca a nostro favore: tutti uniti possiamo arrivare al rinnovo».
 
Sono curioso di sapere Lei cosa ne pensa sull’operato dell’economista Monti. Il governo tecnico sta operando bene o sta esagerando, in fatto di finanze?
«Secondo me il governo tecnico sta facendo bene, nel senso che in un momento di difficoltà è giusto adottare una politica di rigore, che serve per cercare di riequilibrare per quanto possibile i bilanci di uno Stato che è fortemente indebitato e su cui grava il grossissimo peso degli interessi passivi che paghiamo sul debito pubblico. 
Tuttavia ritengo che una politica di rigore e sacrifici non accompagnata da un’adeguata politica di sviluppo non potrà portare, quanto meno nel breve termine, ai risultati sperati, e cioè dare rinnovata linfa all’economia, ai consumi, agli investimenti e di quant’altro è necessario per muovere tutta la macchina socioeconomica italiana».
 
Se gli Enti Locali Le offrissero un posto di responsabilità istituzionale, accetterebbe?
«In questo momento particolare sono particolarmente concentrato sulle problematiche della Categoria. Se dovessero chiedermi un consulto, sicuramente metterei a disposizione la mia professionalità e quella dell’intera Categoria, che va innanzitutto rivalutata. 
Siamo in un momento in cui tante aziende falliscono, tanti lavoratori perdono il posto di lavoro e, per rimanere nell’ambito locale, alcune grandi industrie rischiano di chiudere, con conseguenze disastrose per tutti. E’ evidente, ora più che mai, che il commercialista è il tramite più importante tra la realtà economica, il contribuente, e le istituzioni. 
Penso che quando si parla di programmazione, a livello locale in questo caso, le stesse istituzioni dovrebbero farci sedere ai loro tavoli perché abbiamo tutte le carte in regola per poter dare un forte contributo alla ripresa dell’economia».
 
In conclusione, quale messaggio vuole trasmettere a tutti i suoi colleghi? 
«Io,  insieme alla squadra “Per il valore della porfessione”, abbiamo pensato e condiviso un programma che porti  ogni collega a sentirsi protagonista e ritorni  ad essere parte propulsiva ed integrante della vita dell’Ordine, di quell’ordine  che dovrà porsi a sostegno e difesa degli iscritti, con spirito di servizio. 
Vorrei dire a tutti, parafrasando il pensiero di Martin Luther King,   che:  “Può darsi che non sia, che non siamo responsabili della situazione in cui ci troviamo, ma lo diventeremo se non facciamo nulla perché essa cambi”». 
 



Commenti:

Fasano Luigi 10/NOV/2012

Davvero commovente! Da votare, anche solo per l'onesta' e la propensione per i giovani. Ma allora perché si deve strumentalizzare il giovane affinché il grande possa ottenere la carica da presidente? E perché solo ora e non prima. Perché si è in piena campagna elettorale? Ma allora un articolo non basta per guadagnarsi la fiducia! Grazie.

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