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Libri vs scarpe

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

27
MAR
2015
Non ho la più pallida idea di chi sia Franca Ingaldi e non mi sono presa neanche il disturbo di digitare su Google il suo nome e cognome per scoprirlo. Ingaldi o Rossi, poco importa, conta invece che, ancora una volta, tocca registrare che il peggior nemico di una donna sia un’altra donna. I giudizi più perfidi, le considerazioni più livorose, le convinzioni più velenose spesso vengono da chi, in teoria, sa bene quanto certi stereotipi sul ‘gentil sesso’ siano duri a morire. L’amica Ingaldi pare essere l’autrice della frase “Non tutte le donne sognano di riempire le scarpiere”, che campeggia sopra la bella immagine di una ragazza davanti a una libreria zeppa di libri. Devo dire che vederla condivisa più e più volte mi ha disturbata e non poco. Certo, magari non conosco chi sia l’autrice così solidale con le altre donne perché rea della bassezza umana di amare, comprare e indossare con libidine molte e molte paia di scarpe. E comunque, ci tengo a puntualizzarlo, mai quante ne vorrei. In sintesi, tacco che vai, ignorantona che trovi. Il tacco 12 come indizio certo di analfabetismo, ecco il fine ragionamento che ci sta dietro. Quando mi fu twittata risposi che riempio scarpiere con lo stesso ardore e con lo stesso piacere con cui riempio la mia libreria, ma ho clamorosamente sbagliato. La sola cosa che può mettere in contrapposizione l’amare i libri, da cui deriverebbe inspiegabilmente il possesso di un solo paio di scarpe (o forse le più intellettuali vanno proprio scalze…?), con l’amare le scarpe, per cui l’unica cosa che leggi è il prezzo sul cartellino, è un incrollabile, basso e becero pregiudizio. O sei una cosa (per bene) o sei l’altra (per male). Sei colta (bene) o leziosa (male). Sei intelligente o ti metti i tacchi. Hai il rossetto e i capelli ben acconciati, di certo sarai una capra. Sciatta e struccata, fine intellettuale. Del resto chi ha cultura non può perdersi in sciocchezze ‘rosa’. Constatare che molte donne sentono propria tanto da condividerla mi getta nello sconforto di genere e accidenti a me che ho risposto riflettendoci su anche solo due secondi. Ma come è buona norma, non c’è poi da prendersela oltre un certo limite… c’è sempre qualcuno capace di peggio. E puntuale (per gli standard italiani, è uscita da un altrettanto fine cervello nel 2012) arriva il rincaro: “Aprite i libri, non le gambe”. Sul pregiudizio, la ciliegina della morale. Quindi, non solo le scarpe, ma anche il sesso è incompatibile con l’essere donne per bene, che leggono, che hanno cultura, che magari sanno tenere su una conversazione. Le ragazze a modo studiano, leggono i libri e restano illibate schifando intellettualmente l’accoppiamento, le altre dalla sana e, perché no, disinvolta vita sessuale non solo sono delle stupide oche sui tacchi tutte battiti di ciglia ma sono anche, come dire, delle grandissime… va beh, avete capito. Non voglio cedere alla provocazione, che qui come ha commentato qualcuna quel che andrebbe aperta di certo è la testa di chi ha pensato la frase, ma una cosa è certa, cosa e quanto aprire, se permettete, lo decido io. E l’unica cosa di cui voglio preoccuparmi è evitare che, se opto per le gambe, per ammazzare il tempo non mi tocchi aprire un libro. 
 


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