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Ma chi ci crede

Pubblicato da: Categoria: GLAMOUR

20
NOV
2015
L’ultima è Kylie Minogue con i mutandoni di cotoni. E poi c’è la Cruz con la borsa a uno zero e la Placido che si fa la tinta da sola
Una davvero credibile è stata (forse) Luciana Littizzetto qualche anno fa per il supermercato proletario per antonomasia. In fondo sì, lei può essere una che mette piede in un supermercato per fare la spesa. Magari non tutte le settimane e magari non fa battute allusive a cassieri e addetti alle corsie, ma è ancora qualcosa che sai essere una pubblicità con un personaggio famoso a fare da richiamo, però in fondo puoi anche un po’ crederci… ma cosa dire di altre testimonial? A guardare le réclame si può dire che sul tema i pubblicitari si siano allargati un po’ troppo: ecco per voi una breve rassegna (che ce ne sarebbero) delle campagne pubblicitarie ma-chi-ci-crede. Partiamo in grande spolvero con Gisele Bündchen, a oggi la modella più pagata di tutto il fashion system, o almeno credevamo. Infatti, in evidenti ristrettezze economiche, non solo si ritocca le sue epiche meches bionde col kit fai da te, ma proprio perché “lei vale” – 47 milioni di dollari l’anno per essere precise – è col balsamo da grande distribuzione che non solo mantiene ma addirittura ‘premia’ la sua bellezza. Più bucolica ma sempre in tema capelli, troviamo Violante Placido. Ce la vedo proprio a farsi la tinta in casa con guanti, pennello e vaschetta. E ancor di più la vedo, colorazione in testa, uscire in giardino o sul terrazzo per accarezzare le foglie d’autunno, in cerca delle mille sfumature naturali che solo una tintura fai-da-te può regalare. Poi non si capisce perché, a capelli asciugati, si rotoli convulsamente sul divano con le mani tra i capelli e sulla labbra: vapori da ammoniaca? Non sappiamo. Si sale di livello con una star internazionale, Penelope Cruz che, gettate in qualche angolo d’armadio le già sponsorizzate borse Loewe, dal prezzo a tre zeri, ora girerebbe con al braccio tracolle e bauletti in ecopelle e nylon, a un solo zero (a volere esagerare). Certo, nella pubblicità sorride ma si è pur sempre piazzata su una balaustra piuttosto alta e secondo me, qualche altro minuto luxury zero, e scatta il gesto estremo. Passiamo all’abbigliamento: ultima new entry è Kylie Minogue col mutandone di cotone, l’ultimo baluardo dell’intimo alla Postalmarket. Quello che dicono ‘sgambato’ per non chiamarlo ‘ascellare’, con tanta di quella stoffa che potrebbero venirci almeno 12 perizoma o, in alternativa, 8 brasiliano, “per la donna matura ma sempre giovane”. Insomma, intimo per ossimori. Anche se nessuno raggiunge l’impossibile come Bianca Balti, altra modella di successo, vestita ai grandi magazzini. Che poi non è neanche il grande magazzino il punto, io difendo a spada tratta il low cost.  E neanche il fatto che su di lei, come sulle altre, qualsiasi capo sembri di grande effetto e qualsiasi prodotto di grande riuscita e invece poi li proviamo noi e il risultato finale è di sembrare delle gattare. È proprio che ‘ste pubblicità per noi donne sanno ancor più di ‘pacco’ di tutte le altre. E su questo, cari pubblicitari, lasciate che vi dica una cosa: l’unico pacco che potete, anzi che dovete rifilarci in una réclame, è quello di Beckham.
 


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