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Il trofeo virtuale

Pubblicato da: Categoria: LA MIA TAZZA VEGANA

7
DIC
2017

L'ultima follia social: il selfie con animali selvatici. Tenuti in gabbie per ore o legati a corde, e poi tirati fuori per l’occasione. Vi sembra giusto?

Connessi, interconnessi, collegati gli uni agli altri. Ognuno può, oggigiorno, esprimere il proprio pensiero e replicare ai commenti altrui. E’ il mondo dei social network, dell’abbattimento di frontiere fisiche, è l’era della tecnologia. Un divario generazionale tra le generazioni passate che a malapena sanno accendere un computer e quelle attuali che nascono già con un telefonino tra le mani. Che la tecnologia sia portatrice di croci e delizie ormai è pacifico, ma ad essere piuttosto messo in discussione è il modo con cui questa viene utilizzata.
Il must have del momento sono i selfie, ovvero fotografie scattate a sé stessi con i cellulari. Era la moda del selfie al mare, con il proprio animale domestico, arrivando a sconfinare nella propria sfera intima (non dimentichiamo di certo i selfie di chi si scattava la foto dopo aver “amoreggiato” col proprio compagno, conosciuto come selfie aftersex).
Attualmente sembrerebbe aver preso piede una nuova tendenza, quella dei selfie con animali selvatici spesso non del tutto consenzienti, ma piuttosto infastiditi o, peggio, maltrattati; fotografie lanciate nella rete (e soprattutto sul social Instagram) con un hashtag appropriato. Per chi non mastica parole come post, follower o simili, spieghiamo subito di cosa stiamo parlando. Un hashtag è un tipo di etichetta utilizzato da alcuni social network per aggregare determinate tematiche con la funzione di semplificare la ricerca di alcuni messaggi su un tema o contenuto specifico e si identifica con il simbolo # (cancelletto). Vi sono “hashtag” che però incitano a comportamenti violenti sugli animali, soprattutto quelli selvatici. Dal 2014 ad oggi, su social media come ad esempio Instagram, l'aumento dei selfie con animali è stato del 292%. I social sembrano essersi accorti di questa nuova tendenza e, infatti, lo stesso Instagram, ha voluto schierarsi dalla parte degli animali e dell’ambiente. Ogniqualvolta si effettua una ricerca con un hashtag che contiene parole legate alla violenza su animali, Instagram presenterà un avviso con cui spiega all’utente che quello specifico contenuto è legato ad attività che incentivano il maltrattamento su animali. Facendo una prova con #koalaselfie l’avviso che il social network comunica è: ”La violenza sugli animali e la vendita di animali in via d’estinzione o di loro parti non sono consentite su Instagram. Stai cercando hashtag che potrebbero essere associati a post che incoraggiano comportamenti violenti nei confronti degli animali o dell’ambiente”.
In effetti, il punto non è tanto quello di fare fotografie al paesaggio, agli animali o a sé stessi con animali, ma piuttosto è l’uso inappropriato di tale strumento fotografico, perché dietro agli scatti si nascondo veri e propri abusi. Un’immagine che serve solo per racimolare “mi piace” che per l’animale diventa fonte di stress e di maltrattamento.
Molti degli animali esotici con cui le persone scattano delle foto sono spesso le vittime ignare di abusi: tenuti in gabbie per ore o legati a corde, e poi tirati fuori per l’occasione. Non è raro che quelli che sono i proprietari degli animali usino metodi violenti, tra cui anche lo stordimento, per rendere l’animale selvatico innocuo nel momento della fotografia.
Un mondo non sempre meraviglioso si nasconde dietro alle fotografie degli animali selvatici e i social network sembrano volervi porre rimedio; è il caso di dire che dietro il cancellato(#) virtuale esiste anche quello reale dove sono rinchiusi gli animali.



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