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Pappa reale: fabbisogno insoddisfatto macchiato di frode

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

30
AGO
2018

Aristotele definì la pappa reale “una specie di gelatina biancastra simile all’albume dell’uovo in procinto di coagularsi o piuttosto una pappa”. La pappa reale, alimento esclusivo dell’ape regina, ha nel suo contenuto valori e caratteristiche nutrizionali che la rendono un alimento unico e completo, integratore utile alla difesa del nostro organismo. Il consumo annuale italiano registra i 400-500 quintali di pappa reale per un volume d’affari di circa 25-30 milioni di euro. La vendita diretta rappresenta un terzo del totale, veicolando la restante richiesta verso supermercati e farmacie.  
La produzione nazionale si attesta al 5-6%, percentuale che però non ricopre il fabbisogno del prezioso gel. Il restante 95% del mercato di pappa reale è coperto da importazioni estere, in particolare dai Paesi dell’Est e dalla Cina, paese maggior produttore di pappa reale (1000 tonnellate/annue) che esporta correttamente il prodotto con i dovuti certificati previsti dalla legge (500 tonnellate). Considerando questo parametro, la produzione italiana fornisce il consumatore fino a 2000 – 3000 kg; la differenza tra la produzione nazionale e il quantitativo totale venduto è coperta quindi da importazioni non sempre segnalate. Se il quantitativo importato fosse effettivamente prodotto da apicoltori italiani, si creerebbero opportunità di lavoro interessanti in grado di contribuire alla diminuzione del tasso di disoccupazione giovanile. L’aspetto più importante è dunque la provenienza del prodotto cambiandone il valore economico.
L’assenza di una normativa di riferimento non comporta obblighi e pertanto non impone l’indicazione del luogo di produzione, così come avviene invece per il miele. E’ forse a livello alimentare una delle frodi più importanti e più latenti in quanto la pappa reale viene venduta da supermercati, farmacie e apicoltori come italiana, quando invece è spesso importata. Questo inganno verso il consumatore nasconde un giro illecito di affari  con l’acquisto a 30-35€ al kg quella cinese per poi rivenderla a 600€/kg, ovvero vicino al valore da ingrosso della pappa reale italiana. La tutela del consumatore e la repressione delle frodi devono rappresentare la priorità per tutelare il prodotto italiano e il consumo di qualità. La pappa reale deve essere considerata un alimento e pertanto sull’etichetta devono essere indicati il lotto, la zona di produzione, la data di scadenza. Nessuna di queste informazioni è obbligatoria per legge lasciando spazio a qualsiasi furberia, denigrando anche il lavoro di apicoltori italiani onesti. Sono quindi gli stessi apicoltori e commercianti italiani a truffare il nostro mercato. La produzione cinese non rappresenta il problema perché quella legalmente commercializzata subisce controlli e verifiche, ma coesiste anche un mercato illecito. E’ importante una normativa di riferimento oltre alla chiarezza e trasparenza in etichetta da parte dei venditori per poter informare sulla reale provenienza del prodotto, mettendo il consumatore in grado di scegliere tra un prodotto economico di importazione (sotto i 10€ per boccette da 10g) o quello italiano (non meno di 13€ per boccette da 10g), cifre queste che riguardano il mercato al dettaglio.



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