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Civiltà o barbarie? Biodiversità a rischio sotto i colpi delle doppiette

Pubblicato da: Categoria: Curiosità

19
SET
2018

Troppi decenni sono trascorsi senza l’impegno verso la tutela della natura, delle biodiversità, dell’agricoltura. Il disimpegno dei Ministeri designati alla loro tutela ha fatto sì che l’agricoltura e l’ambiente fossero da sempre considerati le cenerentole della politica con la mancata attuazione di provvedimenti a tutela del loro status. Ma anche Cenerentola voleva le sue attenzioni. La fanciulla, discriminata e derisa, in cerca del dovuto rispetto e considerazione, scopre la felicità a dispetto di chi la voleva ai margini. E’ giunto dunque il momento di inasprire le sanzioni per reati ambientali e delitti verso la fauna selvatica a tutela delle biodiversità. Come ogni anno, a settembre, viene aperta la caccia, diramati i calendari venatori, dato il via ad un massacro (anche nei Parchi regionali dove insistono aree naturali protette) di cui ogni Regione autorizza e controlla. Riparte la caccia e con essa dovremo digerire le foto ricordo di gruppi di cacciatori con uno stuolo di fauna predata come trofei di caccia: l’abbattimento di migliaia di esemplari, spesso rari e protetti, reintrodotti e salvati dal super lavoro di centri di recupero di animali selvatici. Siamo nuovamente in quei periodi dell’anno dove i pronto soccorso sono invasi dal lavoro per ferite da fucile da caccia e gli ambulatori veterinari invasi da codici rossi per cani in fin di vita usciti male dal confronto con le specie selvatiche. Il WWF e altre associazioni sono molto impegnati in questa battaglia di civiltà e nella giornata di pre apertura hanno già diffuso dati allarmanti: 22 contestazioni amministrative e 10 penali, 9 notizie di reato, sequestri di armi e munizioni, denunce in fragranza per richiamo acustico vietato, caccia a specie non consentita, alterazione della potenza dei fucili. Il dossier “Furto di Natura” pubblicato dal WWF racconta, purtroppo, storie made in Italy di bracconaggio, spesso connesso alla caccia, di animali uccisi illegalmente (protetti e non), danni ingenti alla biodiversità che vanificano gli sforzi per garantire la sua tutela. Il dossier racconta di 8 milioni di volatili che ogni anno perdono la vita per “lo sport” della caccia, trappole mortali per uccelli migratori e fauna locale. Specie rarissime e in estinzione: rapaci, cicogne, capovaccai, urlano l’urgenza dell’applicazione della strategia nazionale per la tutela della biodiversità e una riforma del sistema sanzionatorio per il bracconaggio e la caccia illegale. Il 75/80% del territorio italiano è disponibile per l’attività venatoria; il Codice Civile consente a chiunque detiene armi di entrare liberamente anche nei terreni privati. La caccia è consentita nel nostro Paese ben oltre il limite di tempo definito dai calendari dell’Unione Europea. Ogni Regione, per tutelare le esigenze ludiche di un cacciatore a discapito del bene comune, giustifica l’uccisione di milioni di animali e la conseguente perdita di biodiversità. Paradosso italiano che pone l’Italia al primo posto per fauna selvatica uccisa. Impatto non più tollerabile che richiede misure diverse, più restrittive, maggiormente sanzionabili, in armonia con i tanti richiami e appelli alla tutela della natura. E’ ora di porre fine a questi scempi, è ora di delegittimare le Regioni in materia venatoria, è ora di impegnarsi per la tutela dell’ambiente, delle biodiversità, dell’agricoltura per il bene comune, per il bene di tutti.
 



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