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MARTINA CALCIO/Lo stupore dei prevenuti

Pubblicato da: Categoria: SPORT

6
DIC
2013
Gli aggiustamenti tattici seguiti alla trasferta di Melfi hanno aiutato i biancoazzurri a tradurre le buone prestazioni in punti. La strada è quella giusta, ma su di essa ora c’è il Chieti degli ex.
Dopo due trasferte consecutive il Martina torna a giocare sul tappeto verde di famiglia, alla ricerca di una vittoria davanti al proprio pubblico che manca dal 20 ottobre scorso (4 a 1 al Gavorrano). 
Sulla loro strada i biancoazzurri troveranno il Chieti degli ex. Primo fra tutti il tecnico Pino Di Meo, approdato in Valle d’Itria nell’estate 2012 al posto di Ciullo, e ripartito in inverno, esonerato alla quarta di ritorno dopo 3 punti in 8 giornate. Con lui si rivedranno a Martina Giulio Daleno, Matteo Bagaglini e Fabio Mangiacasale, anche loro in biancoazzurro lo scorso anno. Se i primi due non hanno lasciato il segno, il terzo è stato per tutta l’estate l’oggetto del desiderio di tifosi e società. 
Annunciato dal Brindisi prima, dato alla Casertana poi, il furetto calabrese ha terminato la sua parabola a Chieti, con tanto di strascico polemico da parte del presidente Muschio, durante la presentazione di mister Bocchini in piazza XX Settembre.
“Andremo lì per vincere” ha dichiarato Mangiacasale ad abruzzo24ore.tv. Dichiarazione abbastanza scontata a cui però ha aggiunto un pensiero sulla sua esperienza a Martina: “"Un ricordo assolutamente positivo, a Martina mi sono trovato molto bene da tutti i punti di vista, e penso di aver fatto il mio dovere e, soprattutto, di aver lasciato un buon ricordo. Lo scorso anno eravamo partiti con grandi ambizioni, poi però non ci siamo riusciti a causa di varie problematiche, ma resta comunque un'esperienza che ricordo molto volentieri".
Ma la sfida contro il Chieti è anche una classica di serie C. Nei ventidue precedenti totali (solo 4 in D) i neroverdi sono nettamente in vantaggio con 12 vittorie a fronte di 4 pugliesi. Al “Tursi” in 11 incontri il Martina ha vinto solo 3 volte; 4 i pareggi e 4 le vittorie abruzzesi. L’ultima sfida risale al 19 febbraio scorso: 1 a 1 il risultato finale, vantaggio di Verna e pareggio di Scarsella per il Martina.
Una classica a cui Bocchini e i suoi uomini arrivano rinfrancati da 5 punti in tre gare e zero gol subiti in due trasferte consecutive. I numeri rimarcano la bontà delle prestazioni viste in campo. Contro Ischia in casa e Aversa fuori il Martina ha subito poco e ha creato tanto, meritando forse i tre punti in entrambe le sfide.
Di buono c’è che la rinnovata solidità difensiva, trovata grazie al nuovo assetto tattico nato dalle ceneri di Melfi. Merito di Riccardo Bocchini è aver saputo fare di necessità virtù: con una formazione decimata il tecnico umbro è passato alla difesa a 5, lasciando in mezzo al campo un regista ed un interditore e come esterni alti uomini veloci come Ilari, Bozzi e Aperi, in grado di trasformare in un attimo la fase difensiva in offensiva. Il gol di Sorrento è giunto proprio così. Le occasioni più nitide di Aversa pure. Va dato atto inoltre a Bocchini di aver saputo tenere sulla corda anche quelli che avevano visto di meno il campo. Appena chiamati in causa non hanno deluso.
Ma nelle ultime tre giornate il Martina non ha compiuto alcun miracolo. Ha solo cominciato a raccogliere il frutto di quanto semina; cosa che prima gli sfuggiva di mano, vuoi per questioni tattiche, vuoi per mancanza di fiducia. 
Con Di Lauri, Provenzano e Rocchi ancora out, restano da valutare le condizioni fisiche di Belleri. L’attaccante bresciano ha fastidio ad un polpaccio e non riesce ad allenarsi regolarmente. Più carico che mai invece capitan Petrilli, al rientro dopo 3 giornate di stop rimediate, manco a dirlo, a Melfi.
Quando era sul punto di affondare, con una classifica deficitaria e una rosa ridotta all’osso, il Martina ha sorpreso tutti, tranne quelli che lo seguono con spirito critico, senza alcun preconcetto, né  nostalgia, né interesse di parte. Quelli che oggi cominciano già a cercare un appiglio per salire sul carrozzone. Che ancora vincente non è. Ma potrebbe sempre diventarlo…
 
 
 


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