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Teleperformance/ Appesi a un filo

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

15
MAG
2015
Brutte notizie per i lavoratori del più grande call center nazionale, prima della paventata chiusura si prospetta la societarizzazione con un accordo che puzza di ricatto
 
Si ripresentano i problemi per il call center più grande di Italia, la multinazionale Teleperformance. Alla vigilia dello scadere del famoso accordo 2013 stilato tra azienda e sindacati, oggi  Teleperformance  minaccia di chiudere se non dovesse trovare un accordo sulla ristrutturazione con quest’ultimi. Gabriele Piva, amministratore delegato di Teleperformance ha comunque dichiarato che non è nelle intenzioni chiudere o vendere l’azienda, ma opterebbe per una maggiore flessibilità, riduzione del tempo indeterminato e dell’orario di lavoro settimanale da 6 o 8 ore a 4. Situazione quest’ultima che si sta già verificando, quanto meno per chi è all’outbound e non produce molto, ovvero non fa molti contratti. Secondo Piva è necessario essere più competitivi e adeguarsi alle richieste di mercato, ragion per cui si chiede ai lavoratori un sacrificio in termini di stipendio, salvaguardando però il posto di lavoro. I dipendenti naturalmente sono nel caos, temono che possa verificarsi il peggio anche alla luce della stabilizzazione del posto di lavoro avvenuta nel 2007, che consolidò i rapporti personali portando alla formazione di nuove famiglie. A questo va ad aggiungersi la spinta da parte dell’azienda alla mobilità volontaria e all’incentivo all’esodo in cambio di 4 mensilità. Intanto noi di Extra Magazine abbiamo chiesto ad Andrea Lumino, segretario generale della Slc Cgil di Taranto, di illustrarci da vicino la situazione: «Sicuramente c'è molto timore perché,a ridosso dello scadere del famoso accordo che ha ridotto lo stipendio dei lavoratori, e in un contesto come quello che stiamo vivendo a Taranto, i lavoratori ancora una volta sono oggetto della crisi su cui una politica sorda al grido che come SLC CGIL abbiamo lanciato un anno fa, riverbera il suo autoreferenzialismo».
Quindi per il momento nessuna novità fino allo scadere dell'accordo.  Piva non ha intenzione di vendere ma ridurrà le ore lavorative, oltre all’incentivo all’esodo in cambio di 4 mensilità?
«Come SLC CGIL non possiamo accettare il ricatto e dobbiamo provare a ricostruire un percorso partendo dal recupero delle condizioni pre accordo 2013».
Restiamo in attesa dell’accordo allora?
«Accordo solo nelle norme del contratto nazionale e a patto che l'azienda ritiri la societarizzazione che sarebbe a dire la trasformazione in società per azioni. Questa prevede che le due sedi, di Taranto e Roma, vengano messe sul mercato in attesa di possibili acquirenti e i lavoratori, nella migliore delle ipotesi, sarebbero assunti con la nuova disciplina introdotta dal Jobs Act, il che vuol dire perdita dei diritti finora acquisiti con lotte e sacrifici dei lavoratori e delle lavoratrici, che sarebbero stracciati all’istante: ci ritroveremmo di fronte a dipendenti privi delle garanzie dell’articolo 18, con demansionamento discrezionale».
E se non dovesse ritirare la societarizzazione?
«Si assumerà le responsabilità del dramma sociale che ne deriverà».
C’è anche chi tra i dipendenti non ha molta fiducia negli accordi sindacali, in quanto con gli anni di lavoro perpetrati dentro Teleperformance, ha potuto notare come l’azienda abbia sempre la ragione dalla sua parte, al di là degli accordi sindacali e delle videoconferenze. L’azienda spesso non rispetta gli accordi presi. In base a ciò che dice qualcuno, ci sono molte persone che hanno ore da recuperare, gente con il contratto a tempo indeterminato, che da 6 ore ha lavorato a 4 a causa di campagne sfortunate e che ad oggi ha tantissime ore da recuperare; dicono che non saranno sottratte dalla busta paga ma in qualche modo dovranno pur fare, non possono essere ore regalate. Manca poco alla scadenza dell’accordo e qualcuno si chiede come sarà risolta la questione, se lavoreranno gratis per un mese o saranno sottratte da ferie e permessi. Tutto è ancora da scoprire e nel frattempo incrociamo le dita! 


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