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Arginiamo la deriva della nostra società

Pubblicato da: Categoria: ATTUALITA'

29
MAR
2017

Ma in che mondo stiamo vivendo?
O meglio, in quale era siamo precipitati? Stiamo tornando indietro di millenni, a quando i druidi strappavano i neonati dal grembo delle madri per sacrificarli agli dei “falsi e bugiardi”, come ricorda Dante.
Dallo Jonio alle Dolomiti, dalla Sicilia al Trentino, dal Lazio al Piemonte il macabro rituale si ripete.
Figli, nipoti, moglie, compagne, continuano a essere le vittime sacrificali della violenza becera e ignorante dell’uomo, o presunto tale.
Vittime di quanti ritengono giusto disporre della vita di bambini, ragazzi, mogli, compagne. E basta dare un’occhiata alle statistiche e ai quotidiani di questi giorni per rimanere basiti di fronte a tanta violenza in continuo aumento.
Taranto, nel 2016 un medico prima sfigura di botte la moglie e poi la uccide, non soddisfatto si trasferisce nella villetta al mare e uccide anche il figlio di quattro anni e poi si toglie la vita.
E sono di questi giorni, di questo mese, le ultime atrocità commesse su bambini e donne. E tutto è avvenuto in una sola settimana.
Pinerolo: un sessantaquattrenne uccide la moglie, giustificazione? Spendeva troppo.
Borgo Vercelli: il marito separato sperona la macchina della moglie, la insegue a piedi  e la riduce in fin di vita a coltellate alla gola.
Alatri, provincia di Frosinone: il branco massacra di botte un ventenne, Emanuele che dopo due giorni di agonia muore a causa delle lesioni subite. Il movente viene definito” per futili motivi”.
Trento: un padre con cinque martellate uccide i suoi due figli, Alberto e Marco, rispettivamente di quattro e due, anni e poi si lascia cadere nel vuoto da una rupe e si uccide.
Ora mi chiedo in quale società siamo costretti a vivere, con quali mostri siamo costretti a condividere le nostre giornate e il nostro tempo.
Non basta l’indignazione, il dispiacere, la rabbia verso coloro che si macchiano di tali violenze e afferrati omicidi, qui serve un cambio di rotta, un giro di vite. Ridare sicurezza ai bambini e alle loro madri.
Come possiamo concepire, lasciare cadere nel dimenticatoio l’uccisione di bimbi di meno di cinque anni che nei loro occhi avevano solo la voglia di vivere, il sorriso della loro serenità?



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